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Agli Europei il fallo da ultimo uomo in area non comporterà sempre l’espulsione

Agli Europei il fallo da ultimo uomo in area non comporterà sempre l’espulsione

La Coppa America e gli Europei inizieranno solo tra alcuni giorni, ma si può già essere sicuri del fatto che passeranno alla storia. Saranno infatti le prime competizioni ufficiali in cui verranno applicate le nuove disposizioni regolamentari varate dall’International Football Association Board nella riunione del 5 marzo, che entreranno in vigore a partire dal 1 giugno. Tra le complessive 95 modifiche al regolamento, molte delle quali di semplice carattere formale (ad esempio, alla regola 6 non si parlerà più di “assistenti arbitrali” ma di “altri ufficiali di gara”), una in particolare quella destinata a far discutere: i falli su un uomo lanciato a rete in area di rigore non comporteranno più l’espulsione automatica. Perlomeno, non sempre.

Se ne parlava da tempo. Secondo molti, la tripla sanzione (espulsione, rigore e squalifica) in caso di fallo da ultimo uomo in area era eccessivamente afflittiva. La decisione del Board, dunque, va a ridimensionarla. L’espulsione resta prevista per i casi di falli particolarmente violenti, per i falli di mano che andranno a evitare gol sicuri, per le trattenute o per le spinte. Insomma, la discriminante sarà l’intenzione, da parte del difendente, di giocare il pallone: in presenza di tale intenzione, l’arbitro potrà limitarsi, se del caso, a una semplice ammonizione; diversamente, scatterà comunque l’espulsione. Invariata invece la norma per i falli commessi per interrompere una chiara occasione da gol fuori dall’area: cartellino rosso sempre e comunque.

A parere di chi scrive, la decisione del Board è meno equa di quello che si possa pensare. L’opinione corrente è che la combo rigore + espulsione + squalifica penalizzi lo spettacolo. Ma chi ha almeno 30-35 anni e buona memoria forse ricorderà che la decisione di sanzionare con l’espulsione chi fermasse un attaccante lanciato a rete fu presa, nei primi anni Novanta, proprio per evitare quello che era diventato un autentico stillicidio. Del resto, non è che fosse proprio casuale che i Mondiali di Italia ’90 e i successivi Europei in Danimarca avessero fatto registrare delle medie gol bassissime. All’epoca, curiosamente, la motivazione fu la stessa di oggi: tutelare lo spettacolo. In quel caso, a ragion veduta; ora, non così tanto. Principalmente per due motivi. Il primo è che la nuova norma, così com’è stata pensata, introduce un pericoloso elemento di discrezionalità. Già ci si lamenta che gli arbitri devono prendere decisioni difficili nell’arco di una frazione di secondo, aggiungerne tra queste un’altra di capitale importanza (a sensazione, mica è così semplice cogliere in tempo reale l’intenzione da parte del difensore di giocare il pallone entrando in scivolata, per sancire se va espulso o meno), con tutte le polemiche che potrebbero derivarne, non sembra proprio un’idea geniale. Il secondo motivo per cui la modifica regolamentare è discutibile è che in questo modo si crea una curiosa discriminazione tra i falli commessi all’interno dell’area e quelli fuori, rendendo quelli commessi fuori area quasi più gravi. Perché chi di calcio se ne intende sa che un rigore è un rigore, ma anche che un’espulsione può condizionare ancor di più tutta la partita. Il punto è che le sanzioni sono tali, giuridicamente parlando, perché devono essere afflittive. Dovrebbe essere chi infrange le regole a porsi il problema di rispettarle. Tradotto in parole povere: se il tuo avversario è lanciato a rete non sei tenuto a falciarlo, se lo lasci andare magari segna ma se la tua squadra resta in undici recuperare probabilmente è più facile.

Altra cospicua modifica regolamentare che avrà luogo a partire dalla prossima settimana è quella che riguarda la regola 12 e per cui per un fallo di mano che interrompa un passaggio tra due giocatori non comporterà più l’ammonizione automatica, che resterà prevista in caso di interruzione di azione importante e per il tentativo di andare in gol o di evitare un gol di mano. Queste le altre modifiche rilevanti:

–   Alla regola 7 è stato precisato che l’arbitro dovrà recuperare tutto il tempo perso non solo per gli infortuni o per gli interventi medici compiuti all’interno del campo, ma anche tenendo conto delle pause in cui i giocatori si disseteranno.

–   La nuova regola 8 prescrive che il pallone per essere in gioco dopo il calcio d’inizio non dovrà più necessariamente essere calciato in avanti ma basterà che venga chiaramente mosso. D’ora in poi dunque basterà che nel cerchio di centrocampo vi sia un solo giocatore che potrà passare direttamente all’indietro.

–   La nuova regola 11 introduce piccole variazioni nell’applicazione del fuorigioco. Se un difensore si troverà fuori dal campo sulla linea di fondo senza il permesso dell’arbitro, terrà tutti in posizione regolare fino a che la difesa non allontani il pallone dall’area di rigore e non più fino alla prima interruzione del gioco. Inoltre, nel caso in cui il portiere sia il penultimo difendente, verrà applicata anche a lui la regola secondo cui mani e braccia non rilevano ai fini della segnalazione del fuorigioco (sebbene lui, all’interno dell’area, potrebbe usarle per giocare il pallone).

–   La nuova regola 15 stabilisce che, in occasione delle rimesse laterali, gli avversari dovranno osservare una distanza minima di almeno due metri.

–   Infine, se due giocatori usciranno dal terreno di gioco sullo slancio naturale dell’azione, e uno dei due commetterà fallo sull’avversario impedendogli di rientrare in campo, il gioco riprenderà con un calcio di punizione diretto sulla linea nel punto più vicino all’infrazione.

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