Ieri Il Napolista ha pubblicato un’intervista a Giovanni Armanini, coordinatore editoriale di Calcio&Finanza. Che ha “consigliato” al nostro calcio di non scimmiottare i sistemi esteri e quindi di non importare da paesi stranieri abitudini e modelli che non ci appartengono. Non abbiamo parlato di seconde squadre, quindi non abbiamo un suo giudizio in merito. In questo caso, però, vogliamo dissentire con il principio generale del “no-copy”. Le seconde squadre vanno assolutamente importate, copiate, inserite all’interno (anche) del sistema intaliano. Come avviene in Germania, Spagna, Francia.
In questo senso, quindi, la notizia circolata ieri sera sulle dichiarazioni di Beppe Marotta, rilasciate ai microfoni di Sportitalia, ci fa molto piacere. L’amministratore delegato della Juventus, al termine di una riunione in Lega Calcio, ha infatti parlato dell’eventuale strumento delle seconde squadre come «un’iniziativa da seguire, soprattutto in funzione dell’inserimento in una Lega minore. I club hanno dato indicazioni favorevoli per una possibilità importante, tutta orientata alla crescita e alla formazione dei giovani che appartengono alle singole società. Con le seconde squadre, il nostro calcio si metterebbe alla pari con altre grandi nazioni europee. In queste formazioni troverebbero la loro collocazione più giusta quei giovani che non possono più giocare nel campionato Primavera: così potrebbero continuare ad allenarsi con la prima squadra e allo stesso tempo partecipare ad un campionato di Lega Pro. Un’osmosi a tutto vantaggio degli atleti e degli stessi club».
Nulla, però, è ancora deciso, obbligatorio o definitivo. Perché anche lo stesso Marotta parla (prima) della riforma più urgente, quella del campionato primavera: «È la priorità assoluta, bisogna rivedere il regolamento e poi valutare le altre possibilità». Possibile l’addio ai tre gironi e la creazione di un round robin unico a cui le squadre accederebbero grazie ai coefficienti maturari nel ranking.