Tanto tuonò che, alla fine, piovve. Antonio Conte, secondo le ultimissime indiscrezioni, dovrebbe aver rinunciato a Jorginho nella lista definitiva dei 23 per l’Europeo di Francia. L’ufficializzazione dovrebbe arrivare questa sera, dopo una giornata particolarmente convulsa attorno alle voci sulle scelte del Ct. Che stamattina sembravano orientate verso la convocazione definitiva del regista del Napoli, poi in giornata si sono spostate verso una sua esclusione.
Qualcuno ha definito l’esclusione “clamorosa”. Vero, in un certo senso. Ma in un altro, francamente no. Perché Antonio Conte è stato coerente con sé stesso escludendo Jorginho. È stato coerente con un’idea di calcio, con la sua idea di calcio. L’abbiamo scritto anche nella nostra analisi tattica di Italia-Scozia (qui), dicendo e dimostrando di come il regista del Napoli fosse in qualche modo avulso dal gioco di una nazionale che parte da dietro, attraverso i palloni giocati da un calciatore che fa il regista a tutti gli effetti nonostante sia ufficialmente un difensore centrale (Bonucci, ovviamente). Jorginho, in questo contesto iperverticale, e perdonateci la frase fatta, ci sta come i cavoli a merenda. Ci sta più un equilibratore come Thiago Motta, sicuramente; ci sta più un calciatore come De Rossi, in grado di integrarsi più facilmente con il centrale juventino e che ha anche, in qualche modo, il barckground storico-posizionale per sostituirlo.
Quindi, niente di personale. Jorginho non andrà agli Europei perché non c’entra niente con questa squadra, e in qualche modo l’ha confermato anche il suo procuratore nell’immediata intervista radiofonica, quasi una cosa di rito ormai in Italia e soprattutto a Napoli. Jorginho è un metronomo particolare, che raramente verticalizza ma fa invece girare la squadra attraverso la velocità di palla e pensiero. Una velocità solo orizzontale, però, che permette ai ragazzi di Sarri di salire in maniera armonica e di riempire gli spazi nella metà campo avversaria attraverso la grande qualità dei suoi uomini offensivi. Tutta roba che a questa Italia non occorre, non serve, non fa comodo. Per caratteristiche di chi c’è, ma soprattutto per quelle che mancano.
Anche la scelta del sostituto, Sturaro, è in qualche modo esatta. Perché Sturaro è effettivamente un calciatore che serve a Conte per sostituire due calciatori dinamici come Giaccherini e Parolo, per assicurare alla squadra una certa dose di copertura e pure una certa capacità di lettura negli inserimenti.
Se ci avete fatto caso, abbiamo però scritto la frase “in qualche modo esatta” in corsivo. Perché l’unica cosa che deve far veramente arrabbiare, finanche gridare allo scandalo, è il fatto che il miglior regista del campionato italiano (lo dicono i numeri) sia stato sostituito da un calciatore che ha giocato 1025 minuti in campionato e appena 11 partite da titolare. E che, finora, ha totalizzato 0 presenze in nazionale. Come dire: non c’è scusa che tenga. Non del fatto che non ci sia Jorginho, ma del fatto che ci sia Sturaro. Antonio Conte non ha praticamente mai avuto modo di vedere Sturaro all’opera, se non per sporadiche apparizioni in campionato e per qualche spezzone rubacchiato in Champions.
Il fatto che qualcuno faccia complottismo puro e dica e scriva che Sturaro va agli Europei “perché è juventino” vuol dare una versione faziosa della cosa. Vi assicuriamo però che qui, sul Napolista, avremmo avuto meno da ridire se al posto di Jorginho fosse stato convocato un interno come Sturaro che però avesse davvero meritato di giocare questi Europei. Di cui sia stato possibile vedere qualche pezzo di bravura, uno qualsiasi a parte un gol al Palermo e uno al Bayern Monaco in Champions League. E avremmo urlato e scritto lo stesso il nostro disappunto se, invece che quella bianconera, Sturaro avesse indossato una qualsiasi altra maglia di Serie A e avesse comunque giocato così poco.
Se per esempio fosse stato convocato Bonaventura, in alto le mani e giù il cappello. Un calciatore diverso da Jorginho, più utile alla causa come alternativa tattica realistica e veramente futuribile. Un interno sui generis, magari più offensivo di Parolo o Giaccherini, e proprio per questo da inserire per fare qualche piccola variazione sul tema. Avremmo potuto anche accettare l’inserimento di un mediano alla Sturaro, uno di garra che fa legna. Ma che almeno avesse dimostrato di valere questa Nazionale. E lo avesse dimostrato in campo.
Anche perché il ct ha in qualche modo sconfessato sé stesso. Lui, che sempre dato priorità ai calciatori del suo gruppo, poi a chi ha meritato di vestire la maglia azzurra giocando bene e da titolare nel suo club. Benissimo: per il primo motivo Jorginho non ci sta. Ma neanche Sturaro, che in verità verrebbe escluso anche per il secondo. Per lo stesso primo motivo, Simone Zaza andrà agli Europei. Giusto così. Però doveva andarci anche Manolo Gabbiadini, sempre convocato da Conte. Faceva parte del gruppo anche lui, fino a un infortunio (tra l’altro in Nazionale) che non può essere una colpa. Magari non lo meritava, certo. Al di là delle doti (indiscutibili) e delle caratteristiche uniche dell’attaccante del Napoli, basta leggere il minutaggio stagionale e la media gol per capire che non è proprio così. E che Conte non ha mantenuto validi gli stessi principi per tutti. Zaza: 958 minuti giocati in tutte le competizioni, 8 gol. Gabbiadini: 982 minuti giocati in tutte le competizioni, 9 gol. Solo il primo andrà agli Europei.
Conte, alla fine, rischia di dare ragione a chi fa complottismo puro. Di dare ragione a chi sostiene che basta essere calciatori della Juventus per andare in Nazionale, anche quando magari non lo meriti. Presta il fianco a una possibile critica post-Europeo su una juventinizzazione eccessiva e per certi versi immotivata. Certo, poi magari ti finisce come a Bearzot con Rossi e Cabrini nel 1978 (anche se il futuro Pablito era stato sbolognato dai bianconeri al Vicenza) e quindi ci hai preso. Ma intanto, forse, hai dimenticato un po’ la meritocrazia e la gestione del tuo gruppo. La prima premierebbe Jorginho, però giustamente fuori per assoluta incompatibilità tattica. Ma non premierebbe, comunque, neanche Sturaro. La seconda, invece, premierebbe Zaza. Esattamente come Gabbiadini.