
Tutto il mondo ce l’ha con lui, dall’Argentina all’Italia. Evidentemente, l’intervista rilasciata ieri a Closs Continental non ha fatto felice nessuno. Noi abbiamo isolato solo la parte riferita al Napoli, ma Nicolas Higuain ha dato il meglio di sé anche parlando dell’Argentina, del rapporto con il ct Tata Martino e difendendo il fratello dagli attacchi della stampa che, un anno dopo l’errore dal dischetto col Cile (e due anni dopo l’errore nella finale Mondiale contro la Germania) lo ha processato per il gol sbagliato nella finale di Copa America di domenica notte.
Velocemente, due estratti della parte di intervista di Nicolas Higuain riferita alla Seleccion: «Il numero nove non dovrebbe mai abbandonare una finale, il numero nove gioca novanta minuti. Gonzalo è un numero nove, Aguero no. Siamo onesti. Bisogna analizzare tutte le situazioni, e non pensare che è facile andare a segnare cinque gol a tutti gli avversari. Come fratello e come agente, non permetterò a nessuno di attaccare Gonzalo. Gonzalo non è un assassino, Aguero non è un traditore. L’Argentina è arrivata in finale quest’anno e l’anno scorso, e non superava i quarti di finale di un Mondiale dal 1990. Ma non è il Barcellona di Guardiola. Convincere Gonzalo a non abbandonare la Nazionale? Certo, sono pronto a farlo. Sono convinto che in Russia lui, Messi e Aguero possano diventare Campioni del Mondo».
C’è anche una disamina tecnica del gol fallito nel primo tempo: «Ha cercato di superare Bravo, poi quando ha capito che non sarebbe uscito ha provato a sorprenderlo sul secondo palo».