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Il De Laurentiis sognato dai tifosi: indebitato e (forse) vincente

Il De Laurentiis sognato dai tifosi: indebitato e (forse) vincente

Dimaro, 10 luglio 2016

C’è fermento nella sala stampa improvvisata nel quartier generale del Napoli. Oggi parla Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli. C’è molta attesa perché negli ultimi quattro giorni la stampa non ha fatto altro che riportare notizie di un presunto “colpo di scena” assicurato dal patron in questo appuntamento con i giornali. I giornalisti tutti dentro senza limitazioni, questa volta, ma nessuno potrà fare domande. Ci sarà un monologo, si presume, relativo alla prossima stagione.

Mediaset Premium, che detiene i diritti in esclusiva per le immagini del ritiro trentino del Napoli, organizza una diretta dell’evento. Come per Ibrahimovic il giorno del suo live su Facebook, quando doveva annunciare la sua nuova squadra e invece raccontò delle sue mutande. C’è il terrore che il presidente tiri fuori le sue, ma forse è ancora più forte il timore che anche questa conferenza si risolva in un nulla di fatto.

Fa caldo, ma è il caldo trentino. Non “azzecca addosso”. Il ronzio delle telecamere, le parole e le risate tra i colleghi, un’attesa che sembra davvero spasmodica. Poi, ecco il presidente. Sorride, beffardo come sempre. Ha una cartellina con dei fogli in mano, di quelle trasparenti con la ciappa, il bottoncino nero a chiudere. È rossa, qualcuno se l’aspettava azzurra. Se fossimo stati nell’Nba ci sarebbe stato il logo della squadra, dice qualcuno a bassa voce ma non abbastanza perché i colleghi non lo sentano.

De Laurentis si siede: “Sa. Sa. Funziona, ‘sto coso?”.

Si sente basso, effettivamente. Arriva il tecnico, De Laurentiis finge rabbia mista a insofferenza. Poi sorride, di nuovo, beffardo come sempre. 

De Laurentiis: “Allora, oggi siamo qui. Anzi no, che siamo, sono qui da solo per parlare con voi e tramite voi a tutti i tifosi azzurri nel mondo. Vorrei dare qualche lume a chi, in questi giorni, ha dubitato del lavoro che stavamo portando avanti per costruire una squadra che esalti questa città. Anzi, più che qualche lume vorrei dare alcune notizie su delle operazioni che stavamo pensando di fare e che alla fine ci siamo decisi a fare».

Apre la cartellina, tira fuori dei fogli e inizia a leggere. Ma non legge per davvero, perché quando ricomincia a parlare si capisce che parla a braccio.

De Laurentiis: “Comunichiamo ufficialmente qui, nella splendida cornice di Dimaro, a proposito ringraziamo il sindaco, le autorità regionali di questo meraviglioso territorio che ogni anno ci accoglie e ci accoglierà ancora per i prossimi anni soprattutto se quello che abbiamo programmato e che sto per annunciarvi andrà bene. Comunque torniamo a noi, dovevamo comunicare ufficialmente che il Napoli ha provveduto al rinnovo dei contratti dei seguenti calciatori: Gonzalo Higuain, José Callejon, Kalidou Koulibaly, Lorenzo Insigne, Elseid Hysaj. Il rinnovo è biennale, abbiamo accettato tutte le condizioni poste dai signori procuratori dei calciatori testé citati, abbiamo voluto gratificarli dello splendido campionato giocato nella scorsa stagione. Perché il rinnovo è biennale? Perché i soldi che abbiamo incassato e incasseremo per la Champions sono tutti stati reinvestiti sul mercato. Abbiamo provato a tenere segrete le nostre trattative ma sapete come sono i giornali e i giornalisti, lo sapete perché siete voi quindi lo sapete benissimo, alcuni nomi sono usciti e gli altri no, volevamo che non uscisse niente e invece sono usciti. Abbiamo prosciugato tutte le nostre riserve, tutti i patrimoni liquidi, i tesoretti come piace chiamarli a voi. Abbiamo acquistato i seguenti calciatori: Herrera, Candreva, Pjaca, Witsel, Benatia, Sportiello, Fabinho e Alexis Sanchez. La spesa è stata di poco inferiore ai 150 milioni, più altri 60 per gli ingaggi biennali».

Pausa scenica.

De Laurentiis: “Adesso vediamo se oltre al calcio a Napoli funziona qualcos’altro o che magari non punto a vincere, qui, dove non si è mai vinto un cazzo. Ovviamente, però, ci tengo a sottolineare una cosa, ancora una volta. Tutti i contratti che abbiamo offerto e che i calciatori hanno accettato sono biennali, scadono il 30 giugno del 2018. Le nostre finanze non permettevano di esporci ulteriormente, ma abbiamo voluto dare una risposta a quei tifosi per i quali il sottoscritto non vuole vincere, che considera cafone vincere o cose così. Ci siamo indebitati, abbiamo ricevuto un prestito da 100 milioni da un istituto bancario per supportare questa campagna acquisti, con l’obbligo di restituire tutto entro un anno. Non siamo una società che ha un fatturato per poter fare questo mercato eppure l’abbiamo fatto, vogliamo provare ad assecondare la piazza e vincere davvero, dato che come facevamo prima non andava bene e tutti volevano qualcosa in più. I nostri tifosi proveranno questa stagione cosa si prova a lottare davvero per i migliori traguardi, almeno secondo loro i canoni e i loro parametri. Poi, però, l’anno prossimo, dobbiamo vendere tutti. Avremo la spada di Damocle del prestito bancario, delle scadenze a zero del 2018. Quindi venderemo tutti perché non ce li saremmo potuti permettere quest’anno e abbiamo fatto uno strappo alla regola e alla finanza creativa e pure al fair play finanziario, ma vogliamo provare a portare lo scudetto al Napoli, finalmente, come chiedono i tifosi. Se dovesse andare male non so come faremo l’anno prossimo oppure sì, vendiamo tutti perché non possiamo tenerceli ancora. E ricominciamo da zero, senza nemmeno le coppe perché ci escluderanno per il fair play finanziario”.

Pausa scenica.

De Laurentiis: “Spero che adesso i tifosi siano contenti di me, forse ho esagerato ma ho speso tutto il possibile. Niente stadio, niente strutture. Solo i migliori giocatori possibili, persino Nicolas Higuain è stato contento quando l’ho avvisato per telefono che a Gonzalo avremmo fatto guadagnare 9 milioni e mezzo di euro a stagione. Abbiamo interpretato la volontà dei nostri tifosi, abbiamo cercato di renderli felici. Adesso, però, se sento una sola lamentela o solo un’altra volta la parola “pappone” ritiro la squadra dal campionato. Ma non come Gaucci, serio”.

Pausa scenica.

De Laurentiis: “Ah, si. Gaucci. Il 26 corrente mese sono dodici anni dalla notte di Orgoglio Partenopeo al San Paolo. C’era lo stadio pieno, per lui, quella sera. Presidente del Perugia, del Catania e della Viterbese. Due squadre su tre sono fallite, una gioca in Serie C. Voglio diventare un idolo, per voi, esattamente come lui. Con questa vi saluto e vi ringrazio tutti, ci sentiamo durante questa stagione. Vinceremo lo scudetto! Forse…”.

Pausa scenica.

De Laurentiis si alza e se ne va. Poi torna, si china sul microfono e dice: “Ah, abbiamo rinnovato il contratto pure di Hamsik. Il suo però è un accordo quadriennale. Solo il suo. Ha insistito tanto”.

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