Luigi de Magistris si traveste da “tifoso” e fa la sua intemerata contro il calcio moderno e chiede una squadra all’altezza. Vuole vincere, lui.
Come trasformare la cessine di un calciatore in un affare di Stato. Il Napoli cede per 90 milioni di euro – acquisto più caro del calcio italiano, nessuno lo ricorda – Gonzalo Higuain alla Juventus e succede un quarantotto. Addirittura sente il bisogno di dire la sua il sindaco Luigi de Magistris che, nel giorno in cui il Credito sportivo ha bloccato il mutuo per lo stadio San Paolo – regala una lezione di cuore ed economia. Lezione, ça va sans dire, non richiesta.
«Grave tradimento». «Questa cosa non doveva accadere. Metto il sentimento prima dell’analisi calcistica, continuo a vedere il calcio come una passione. Forse mi sbaglio, ma la penso come Maradona quando dice che il calcio non è solo questione di soldi ma anche di scelte». E qui ovviamente evitiamo di ricordare che anche cambiare squadra è una questione di passione. Ma per noi il sindaco può tifare Inter, Milan, persino Juventus, non è da questi particolari che si giudica un primo cittadino. Appunto.
«Sappiamo tutti che i calciatori sono professionisti che vanno da chi offre di più, che hanno una carriera breve, che devono guadagnare. Tutto quello che volete: ma a me non piace questo calcio dove ci sono giocatori che si comprano con 100-150 milioni. Vedo troppi soldi, troppi affari e troppi interessi». Una scoperta che oseremmo definire tardiva. «Questa di Higuain – prosegue il sindaco, leggiamo su Repubblica Napoli – è davvero una brutta storia. Tutti quanti abbiamo visto il legame dei napoletani per Gonzalo Higuain e sembrava anche l’inverso. Higuain era l’ultimo a lasciare il campo per esultare con i tifosi: quindi è chiaro che, per come l’intendo io il calcio, come passione, è un tradimento, un tradimento grave. E tutti quello che lo potevano evitare dovevano farlo».
Qui ovviamente non poteva mancare la chiamata a De Laurentiis. «Vediamo adesso che cosa succede, quanti soldi incassa il Napoli e che investimenti farà. Da tifoso, ho sete di scudetto, io mi sono preso lo scudetto della politica ma sogno un altro scudetto: quello per la città, che manca da troppo». Vorremo qui ricordare a de Magistris che non ha vinto lo scudetto della politica ma ha vinto le elezioni comunali a Napoli. Il sindaco si lancia in una disamina da bar sport: «Serve una squadra che abbia un po’ di continuità. Va via Higuain e sarà preso un altro attaccante forte, così come avvenuto con Lavezzi e Cavani, ma è difficile vincere lo scudetto in questo modo. Tocca alla società il compito di fare la squadra migliore, e mi auguro che questo accada, perché la città non ha più voglia di aspettare. Nel calcio è importante vincere. Da parte nostra lavoreremo per mettere lo stadio nelle condizioni migliori per la sfida».
Un’uscita populistica di cui non avvertivamo l’esigenza. Sono altre le continuità che un cittadino si aspetta da un’amministrazione. Chi ha votato de Magistris, lo ha fatto per altri motivi. Governi la città, questo è il suo compito. Il bar sport non compete a un primo cittadino.