Perché l’arrivo dell’argentino rappresenterebbe la svolta (positiva) del Napoli edizione estate 2016. In campo e pure fuori.
C’è un modo per far sì che la Napoli disillusa perché tradita da Higuain torni ad amare il Napoli? È una domanda a cui non è facile rispondere, soprattutto in giorni come questi. Giorni in cui i discorsi sui parametri economici intorno a un affare di calciomercato, perché di affare si è trattato, si scontrano con lo scoramento, a un certo punto pure comprensibile, dei tifosi azzurri.
La risposta, però, è sì. E ha un nome e un cognome: Maurito Icardi. Questa è una cosa che tutti conoscono senza averci pensato davvero. Di quelle latenti, che si sanno mentre gli altri si sbattono in disamine tecniche, economiche, contrattuali. Persino politiche: l’abbiamo scritto qui, sul Napolista. Lo ha scritto Gianni Russo: “Comprando Icardi, il Napoli darebbe una risposta politica al Nord”. Acquisterebbe cash il centravanti dell’Inter, facendo leva su una forza economia superiore a quella dei nerazzurri. Una roba che non ha precedenti storici.
Noi bypassiamo anche questo concetto, anche se è comunque più vicino a quello che vogliamo spiegare in questo pezzo. Perché noi vogliamo scrivere e parlare di una cosa di rinnovato entusiasmo intorno a questa squadra. Una cosa che, con Mauro Icardi, scoppierebbe di nuovo. Per la portata politica del colpo di mercato, in una piccola parte. Ma anche, se non soprattutto, per quella che sarebbe la sua qualità mediatica. Icardi al Napoli è (sarebe) il rinnovarsi di un grande centravanti conosciuto e riconosciuto in maglia azzura, dopo Cavani e Higuain. Argentino, il che non guasta. Forte, davanti a qualsiasi altra cosa. E lo abbiamo scritto, sul Napolista, già in tempi non sospetti (qui, era il 26 marzo).
Ma non si tratta delle sole doti di campo: si tratta anche di appeal, di risonanza, di rispondere con la stessa moneta (più o meno nell’immediato, praticamente sì in prospettiva) a un affronto di mercato. Quelle cose che in qualche modo sanno di rivalsa, che infiammerebbero di nuovo i tifosi e gli consiglierebbero, fatalmente e magicamente, di riavvicinarsi alla loro squadra. Pure la stessa telenovela di mercato, nel caso fosse risolta in maniera positiva (difficile, comunque), restituirebbe al Napoli una dimensione “affaristica” che l’affaire Higuain, seppur gestito al meglio dal punto di vista imprenditoriale, aveva in qualche modo riscritto al ribasso.
Come dire: un’iniezione necessaria, per tutti. Per la squadra, per la piazza, per la narrazione stessa della società verso il proprio ambiente interno, la tifoseria, e verso l’esterno. Verso il sistema mediatico e pure verso gli equilibri di un campionato che al 28 luglio sembra essere già destinato a colorarsi irrimediabilmente di bianconero. Ma che con Icardi al Napoli presenterebbe un’avversaria quantomeno esistente. Non a livello della Juventus, la migliore squadra italiana che ha acquistato il capocannoniere dell’ultimo campionato e uno dei centrocampisti più forti dell’intera Serie A (perdendo Pogba, però); ma almeno credibile. Che ci pensi, il Napoli. Che insista, De Laurentiis. Faccia il possibile. Il Napoli ha bisogno proprio di Maurito Icardi. In campo e fuori. Due luoghi virtuali che vivono parallelamente, ma a volte si toccano. Con acquisti così, persino e anche dopo aver dovuto salutare Higuain.
Ps: abbiamo escluso volutamente Wanda Nara da tutte le valutazioni. Non abbiamo voluto darle un peso che però, in realtà, esiste. Siamo dei gentiluomini.