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Napoli-Entella 5-0, azzurri double face. Magia di Insigne, vittoria col sorriso

L’ultima amichevole del ritiro in Trentino. Risultato comodo, segnano Mertens (doppietta), Insigne e David Lopez (più un autogol).

Napoli-Entella 5-0, azzurri double face. Magia di Insigne, vittoria col sorriso

Si comincia che al Briamasco ci sono sensazioni diverse rispetto al match contro il Trento. Intanto perché Higuain alla Juve è realtà, crinque giorni fa era una virtuale certezza. Meno gente sugli spalti, poi. Forse è la fine del ritiro che si avvicina, forse è lo scoramento. La cosa più bella sono i quattro-cinque ultras dell’Entella sistemati accanto alla tribuna stampa: accendono un fumogeno, cantano come se fossero in cinquemila. I tifosi del Napoli cantano per Sarri, Gabbiadini e Hamsik. Scegliere i nuovi idoli è facile anche in un momento così. Il calcio d’inizio di Tremolada è di quelli nuovi, con il passaggio all’indietro e un solo calciatore sulla palla. Fa un certo effetto.

Breda mantiene le promesse della vigilia: 4-3-1-2, anche se sbilanciato all’indietro e con la seconda punta che in pratica retrocede perennemente a centrocampo. Il Napoli è il solito, almeno in partenza. Due minuti ed entra in possesso della palla e della metà campo. Primo ribaltamento di fronte, prima grande occasione: palla girata da destra a sinistra, Hamsik ha spazio per cercare il pallone verticale verso Gabbiadini. Uscita di Iacobucci, rimpallo e tiro di El Kaddouri. Fuori. Peccato.

Nei primissimi minuti, Gabbiadini si muove moltissimo. Viene dietro a dialogare, lascia un po’ di spazio. Hamsik si inserisce dietro di lui, ed è il primo a portare il pressing. Un po’ 4-2-4, un po’ (più realisticamente) 4-2-3-1. La linea difensiva combacia con quella mediana, a ogni lancio lungo dell’Entella (quindi  a ogni possesso palla, o quasi) scappa all’indietro. Molte volte costringe Caputo in fuorigioco, e permette in questo modo al Napoli di uscire indenne anche da due errori in appoggio di Hamsik. Anche la linea dell’Entella è schierata abbastanza in avanti, ma la densità a centrocampo impedisce al Napoli il dialogo stretto. Detto con una frase fatta: non ci sono spazi.

Anche perché il Napoli, in realtà, esaurisce un po’ la spinta dopo la prima fiammata. L’Entella è compatta, ma gli azzurri hanno difficoltà a cambiare il gioco velocemente. Quando succede, a ridosso del 20esimo, Callejon trova Hamsik al limite dell’area. Sinistro radente l’erba e il palo, Iacobucci si distende bene. Tre minuti dopo, ripartenza veloce proprio mentre su Trento comincia una pioggia fitta: El Kaddouri conduce il break, palla dentro per Gabbiadini. Tiro basso, il portiere dell’Entella risponde ancora bene a terra.

La sensazione è che il Napoli abbia bisogno di accelerare per creare pericoli. Quando lo fa, riesce ad accendere la partita. Solo che lo fa a intermittenza, e forse pure troppo poco. Hamsik cerca spesso l’apertura sulla destra, col passare dei minuti è tornato nel suo feudo di centrocampo, alla sinistra di Jorginho. Ma tocca molti palloni, è al centro del gioco. È un po’ impreciso, ma siamo a luglio. Non fa niente. È un po’ più grave l’errore di Iacobucci al 28esimo: il portiere dell’Entella esce su una palla ribattuta dalla difesa dopo un cross di Ghoulam. Salta, la imbraccia. Almeno sembra così. Finisce in porta dopo che la perde. Vantaggio azzurro, pure meritato. Ma nessuno esulta. Anzi, dispiace pure un po’. Due minuti dopo sventola di Allan dal limite, palla alta. Il Napoli prova così a legittimare un vantaggio, come si diceva una volta, rocambolesco. Al 45esimo, è 1-0. E la cronaca si arricchisce dei seguenti appunti: Gabbiadini si è spento dopo un inizio promettente, Hamsik ha giocato e sbagliato molto. Buona prova di Maggio, meno frizzante Ghoulam. È lui l’emblema del primo tempo del Napoli: un’avanzata, un gol. Per il resto, lui e la squadra come sono i laghi del Trentino: piatti, tranquilli. Non esageriamo e non siamo ingenerosi o disfattisti se diciamo noiosa.

Al 46esimo, il Napoli cambia un po’: Sepe per Rafael. Hysaj per Maggio, Albiol per Chiriches, Lopez per Allan, Valdifiori per Jorginho, Mertens per Callejon e Roberto Insigne per El Kaddouri. Qualche secondo ed Hysaj scalda i guantoni di Iacobucci. Subito dopo, Mertens: palla per lui al limite dell’area, in zona centrale. Lontano dalla sua area di competenza. Dribbling secco, palla spostata sul destro. Diagonale alla destra del portiere: palla sul palo, poi dentro. Gol, esultanza. Di rabbia, di felicità. Il Napoli fa paura se accelera. Sembra più predisposto a farlo nei primissimi minuti della ripresa, questa è la sensazione. Poi, una sostituzione che ha un certo peso: siamo al 53esimo, e Gabbiadini esce. Al suo posto, Lorenzo Insigne. Napoli senza attaccanti, in attesa di Milik. Con Gabbiadini richiamato fuori: col Trento non era successo.

La mossa sembra funzionare: undicesimo della ripresa, Mertens fa 3-0. Azione d’angolo, rimpallo, palla che rimbalza in area. Il belga tira subito, di prima. Gol, nessuna esultanza di rabbia stavolta. Perché è in arrivo il primo momento di vera gioia della partita, forse del ritiro. Splendida palla in verticale di Hamsik, meraviglioso pallonetto di destro di Insigne. Palla toccata da Iacobucci, ma non basta. Quattro a zero, applausi e cori. Sì, il secondo tempo è decisamente un’altra cosa. E lo capisci quando Grassi dialoga al volo con Mertens, due scambi senza che la palla tocchi terra e poi tiro in mezza sforbiciata. Iacobucci fa il fenomeno, ma tutto quello che è successo è una notizia. Salutata anche da un trenino che passa e aziona quello che potremmo definire come “il suo clacson”. Il pubblico risponde. È un bel momento, senza dubbio.

Dopo, succede un’altra cosa singolare: ripartenza veloce, Lorenzo Insigne porta palla a sinistra mentre suo fratello Roberto scende a destra. Gliela dà coi tempi giusto, forse ricorda quelle volte in cui la signora Insigne gli ha ordinato di far giocare anche il fratello piccolo. Succede in tutte le famiglie, dopotutto. Roberto va di sinistro, a botta sicura. Fuori di poco. La mamma ha (quasi) sempre ragione.

La partita scema. Bello vedere che Sepe, vestito di arancione, sembra il libero dell’Olanda. Sempre sul limite dell’area, non più di due metri dietro la linea difensiva. I lanci che superano la difesa sono tutti suoi. Da un altro lancio, stavolta del Napoli e di Insigne, arriva il quinto gol. Lo segna Lopez, che stoppa bene e batte il portiere in uscita. Anche questa è una bella cosa, così come l’ingresso di Giaccherini al posto di Insigne jr. Si piazza a destra, nella posizione di Callejon. È un osservato speciale, in senso positivo. Il pubblico l’applaude. Anche quando indovina un’intercetta facile sulla linea laterale. Non è proprio in formissima, si vede anche dalla tribuna.

Finisce così, il Napoli è double face. Stancoaddormentato nel primo tempo, sbarazzino divertente nella ripresa. Merito dei piccoletti, che entrano e spezzano la monotonia. Insigne e Mertens, ma anche Giaccherini. Che, in attesa di Tonelli (e Milik), è il primo nuovo acquisto che abbiamo visto quest’anno con la maglia azzurra. In una partita vinta 5-0, vinta bene, col sorriso, nonostante un avversario inferiore. Non è male per ricominciare, dopotutto.

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