Non si sa più nulla dell’inchiesta della Procura di Torino sui rapporti tra la Juventus, gli ultras e la ’ndrangheta.
I riflettori si sono spenti. Da tre giorni, tranne per due trafiletti sulla Gazzetta dello Sport, non si sa più nulla dell’inchiesta della Procura di Torino sugli strani legami tra la Juventus, alcuni capi ultras e ambienti della ’ndrangheta. Inchiesta che ha vissuto anche un momento tragico, con il suicidio del leader dei Drughi (tifosi organizzati bianconeri) Raffaele Bucci che si è gettato da un viadotto (lo stesso da cui si uccise Edoardo Agnelli) dopo essere stato interrogato dai pm. È stata questa morte ad attirare l’attenzione dei quotidiani e dei media. La fiamma è durata due giorni, poi tutto si è spento. Eppure l’inchiesta prosegue, anche con interrogati eccellenti: dall’ad Marotta all’ex direttore del marketing Francesco Calvo (ora direttore marketing del Barcellona, dopo la burrascosa separazione con la Juventus dovuta alla relazione di Andrea Agnelli con sua moglie). Ne ha dato notizia ieri la Gazzetta dello Sport. Nulla si sa degli interrogatori. Il rispetto del segreto istruttorio, merce più che rara in Italia.