Mentre l’Italia del calcio si lecca le ferite del quarto di finale contro la Germania, continua il mercato. Pure quello del Napoli, che ormai è un leit motiv unico e continuo per il centrocampo. La margherita continua a essere sfogliata, ed è tutta orientata sul centrocampo. Come la gamba per Aldo, Giovanni e Giacomo, così una maglia azzurra per tre uomini: Piotr Zielinski, Hector Herrera e Axel Witsel. In ordine non di importanza, ma di risonanza mediatica di questa domenica mattina.
Iniziamo dal polacco, tornato d’attualità per il e nel mercato partenopeo dopo il no dell’Udinese al Liverpool (sì, anche le squadre inglesi che non fanno la Champions possono incassare dei rifiuti). La vera notizia è solo questa, perché il Corriere dello Sport, ad esempio, spiega che il ds Giuntoli e l’agente Bolek hanno avuto ieri un incontro lungo un pomeriggio, un summit interlocutorio ma che ha riaperto un dialogo che sembrava chiuso. Non c’è stata alcuna fumata, nè bianca nè grigia, ma siamo prossimi a una decisione che non è più così scontata. Al quotidiano romano fa eco La Gazzetta dello Sport, che scrive di come le due società (il Napoli e l’Udinese proprietaria del cartellino) abbiano già trovato l’accordo: 12 milioni più il cartellino di Zuniga per il Watford oppure 14 milioni cash. Ora come ora, quindi, è tutto in mano al giocatore. Deve decidere lui se spostarsi dal Nord al Meridione, esattamente come la gamba di Garpez nel film cult del trio comico milanese. Solo che, forse, lui non viene meglio dando 30mila lire al falegname.
Il secondo uomo è Hector Herrera, e ormai siamo ai livelli del tormentone assoluto. Altro che Higuain all’Atletico. Comunque, la situazione secondo il Corsport: «Siamo agli ultimatum, gli ennesimi, ma anche probabilmente ai titoli di coda. Il Napoli ha chiesto, inderogabilmente, allo staff lusitano di far conoscere le proprie intenzioni, evitando però di giocare al rialzo. Oltre i venti è già un sacrificio e ventitré [milioni, ovviamente] sembrano già un’enormità, soprattutto se il Porto mira a ottenere altri bonus. Intano, c’è stanchezza per De Laurentiis in relazione a questa trattativa». Ed è bello immaginarsi il presidente del Napoli come Carlo Croccolo nel film “Tre uomini e una gamba”. Vestito di tutto punto per il matrimonio, col fucile in mano in attesa che qualcuno arrivi a Castel Volturno. Così:
Il terzo uomo, Witsel, è quello che sembra più lontano. Anche perché, come scrive la Gazzetta dello Sport, la distanza tra domanda e offerta d’ingaggio è ancora ampia: «Lo stipendio russo del calciatore belga ha una tassazione inferiore rispetto a quella italiana, e al netto è di circa 3,2 milioni. Per lasciare il suo attuale club, logicamente, vorrebbe guadagnare di più. E quindi ha chiesto al Napoli, come all’Everton, 4 milioni. Gli azzurri si sono spinti fino a 2,5 più bonus». Il gap c’è, ed è pure bello ampio. ADL può abbassare la doppietta.
Chiudiamo con quelle che ormai sono notizie di servizio, soprattutto se paragonate al bailamme mediatico intorno a questi tre signori per il centrocampo: secondo il Mattino, la trattativa incrociata Napoli-Udinese-Watford per portare Zuniga alla corte di Mazzarri è slegata da quella per Zielinski, e procederà parallelamente in modo da potersi concludere anche se il polacco non dovesse accettare Napoli. In ogni caso, un affare importante per il club partenopeo: il colombiano guadagna 3,2 milioni di euro, e darlo via vorrebbe dire un bel taglio al monte ingaggi. Il Corriere dello Sport, invece, rispolvera la questione-portieri: uno tra Rafael, Andujar e Sepe potrebbe restare a Napoli, ma la società azzurra è vigile sul mercato. Gli occhi sono su Marco Sportiello, che arriverebbe quest’anno per giocarsi il posto con Reina.
L’ultima è ancora del Corsport, che parla del possibile ruolo di vice-Callejon: il favorito resta Milot Rashica, albanese che «sarebbe venuto a conoscenza della situazione-Napoli dal compagno di nazionale Hysaj», e che «ricorda molto il numero 7 azzurro per movenze e caratteristiche». Gioca nel Vitesse, in Olanda. Non fa parte dei tre uomini di cui sopra, ma ci si può accontentare.