Applicare alla realtà il modo più divertente per giocare al numero uno tra i manageriali. Lo fa pure il Dortmund, che però acquista anche due Campioni del Mondo.
Già altre volte abbiamo “giocato”, sul Napolista, a Football Manager. Abbiamo simulato Juventus-Napoli di febbraio scorso, abbiamo in qualche modo fatto il mercato 2016 (a maggio, ben prima di Higuain alla Juventus) utilizzando le valutazioni del famoso gioco manageriale. Oggi, però, sta succedendo una cosa strana. Non siamo noi che stiamo giocando a Football Manager, ma è il Napoli che lo sta facendo. Nella realtà.
Spieghiamoci: giocare a Football Manager vuol dire simulare la gestione tecnica di una società, dagli acquisti al calciomercato fino alla disposizione in campo. Un “manager” all’inglese, appunto. Il bello del gioco sta nella sua profondità, nel suo database: 19mila squadre, circa 250mila calciatori da tutto il mondo. Il vero divertimento è scovare, acquistare e far crescere i migliori giovani nascosti del gioco. Quelli che, all’inizio di ogni partita, sono impostati con i valori potenziali più alti da raggiungere attraverso allenamenti e potenziamenti. Più o meno come avviene nella realtà. Poi, ci sono quelli “inventati”. Nascono durante il gioco per sostituire chi, via via, si ritira dal calcio e diventano allenatori, osservatori, preparatori. Tutto molto simile alla vita vera, dunque. Questi giocatori che assumono nomi pure curiosi, perché non reali, si chiamano “regens”. Tutto chiaro? Forse sì, ma è comunque arrivato il momento di spiegare il parallelo.
Tolisso, Milik, Rog, Diawara. I nomi che girano oggi in orbita Napoli. E che hanno un identi-kit preciso: età non superiore ai 22 anni (di Milik, Diawara ne ha appena 19), potenzialità altissime a detta degli esperti. E pure un prezzo elevato, forse anche spropositato. Comunque assimilabile, in qualche modo, a quello delle grandi promesse del calcio mondiale.
Ora avviciniamo i due concetti: scovare, acquistare e far crescere i migliori giovani “nascosti” del gioco. Andarsi a prendere Tolisso, Milik, Rog e Diawara. Qual è la differenza? Non c’è, esatto. Il Napoli sta operando come uno dei tanti (tantissimi, si stima milioni) di videogiocatori virtuali che costruiscono squadre futuribili e fortissime perché futuribili. Anche, se non soprattutto, a partire da operazioni in uscita che accrescono un monte acquisti da dedicare proprio all’acquisto di calciatori giovanissimi e per questo sconosciuti.
Assodato questo, bisogna comunque fare un’analisi del rischio. Se un gioco per pc è comunque legato all’ineluttabilità, alla impossibilità di modificare dei codici binari che in qualche modo devono per forza portare a un risultato pre-determinato, il calcio e la realtà sono un’altra cosa. Tolisso, Rog e Diawara, ma pure lo stesso Milik, sono dei grandi calciatori in divenire. Forse non pronti al tipo di stagione che attende il Napoli, forse sono più adatti per programmare un futuro più lontano. O forse sono più adatti ad un mondo virtuale in cui, dopo un primo periodo di scarto di potenziale rispetto a un grande calciatore, sono destinati a crescere. Inevitabilmente, senza variabili impreviste o imprevedibili come quelle della realtà.
Un altro esempio di Football Manager applicato al calcio vero è quello del Borussia Dortmund edizione 2016/2017. Che ha ceduto Gundogan, Hummels e Mkhitaryan, e ha acquistato Emre Mor, Ousmane Dembélé e Raphael Guerreiro. Il più anziano ha 23 anni, Mor e Dembélé ne hanno 19. E sono stati pagati, rispettivamente, 7 e 15 milioni. Giusto per capire che siamo davvero alla stessa stregua di un gioco, basti pensare che Emre Mor ha esordito l’anno scorso nel campionato danese. Il campionato danese. E che ha messo insieme un totale di 17 partite da professionista.
A Dortmund, però, ci hanno aggiunto Götze e Schurrle. Due campioni del mondo con la Germania che vogliono rilanciarsi nel grande calcio dopo un periodo di appannamento e scarso utilizzo nel Bayern (Götze) e un paio di scelte sbagliate al mercato (Schurrle, incompreso al Chelsea e sfortunato nella parentesi al Wolfsburg). Loro due, già pronti, marcano la differenza tra un Borussia ispirato a Football Manager e quello effettivamente pronto alla realtà, al ruolo di primo contender del Bayern tritatutto. Un ruolo che appartiene anche al Napoli in Italia contro la Juventus. Il club partenopeopotrebbe operare come il Borussia nei giovani mettendoci vicino un profilo di alta affidabilità. Chi scrive vota Icardi, ma Bacca in seconda battuta non sarebbe da buttare via. Lo dicono i numeri: 16 gol per l’interista, 18 per il rossonero nella scorsa stagione. E una dimensione internazionale riconosciuta, realistica e verificata. Al di là degli algoritmi e dei codici binari, numeri reali che dicono qualcosa di tangibile. Numeri di calciatori che possono fare da guida ai giovani interessanti, quelli che si devono comprare nei giochi. E che si possono acquistare pure nella realtà, accettando però tutti i rischi del caso.