Napoli e il rito del tradimento. Ottavio Bianchi: «Non mi piace questo modo di ragionare napoletano. Il Napoli ha fatto un affarone».
Sociologi e antropologi, conservate i quotidiani di oggi e le bacheche social di queste ore, servirà per il vostro lavoro. È un florilegio di “tradimento”, “piazza in rivolta”, addirittura magliette di Higuain strappate, calpestate, pronte a essere bruciate con un accendino, persino gettate nei cessi (qualcuno, libraio, ha gettato anche il nostro libro) e l’immancabile statuetta di Gonzalo Higuain juventino. Non possiamo poi lamentarci se la narrazione sulla nostra città è a senso unico. E non è colpa dei giornali se – a parti invertite – la cessione di un calciatore di quasi 29 anni per 90 milioni di euro sarebbe stata definita “l’affare del secolo”. Diciamo la verità, le phisique du role del businessman non ce l’abbiamo. Anche se, va detto, non c’è alcuno sforzo di rappresentare la città diversamente eppure, come si evince anche dal forum del Napolista – di tifosi che la pensano diversamente e che non gettano magliette del Napoli col numero 9 nei gabinetti ce ne sono.
In questo olio stantio in cui frigge la presunta napoletanità, si distinguono due voci. Una ci sta più a cuore, ovviamente, ed è quella di un bergamasco che tanto ha dato alla città di Napoli: un certo Ottavio Bianchi che in un’intervista concessa al Mattino dice subito: «Non esistono le bandiere, non c’è più l’amore per la maglia, di quale tradimento parliamo? Non mi piace questo modo di ragionare tutto napoletano. Comprendo la rabbia e l’amarezza del momento, a mente fredda però c’è poco da piangere o da lamentarsi». E ancora: «Siete davvero così dispiaciuti per aver incassato quasi cento milioni? La Juve ha fatto un affare a prenderlo e il Napoli un affarone a cederlo». Concetti che sembrano da terza elementare in qualsiasi luogo del mondo – basta dare uno sguardo alla reazione di tanti tifosi juventini – e che a Napoli sembrano lunari. Concetti espressi da uno che a Napoli ha vinto uno scudetto, una Coppa Uefa e una Coppa Italia.
L’altro parere che sembra arrivare dallo spazio è quello dello storico Giovanni De Luna, juventino di Battipaglia, intervistato dal Fatto quotidiano: «Come tifoso sono stupito dalle reazioni dei tifosi napoletani. Hanno un modo di amare la loro squadra che a volte si trasforma in un boomerang. È una specie di vittimismo permanente che non c’entra col Napoli che ha molte risorse. Fossi in loro, per 92 milioni di euro Gonzalo Higuain lo venderei di corsa. Quella è una cifra fatta per dissuadere e se la Juve la offre è meglio accoglierla, perché dà la possibilità di rifare la squadra, di riprogrammare la squadra, fare ottimi acquisti per dare solidità».
Nel nostro piccolo, il Napolista – pur con fisiologiche e numerose dissidenze interne – è attestato sulla linea di Ottavio Bianchi. Probabilmente minoranza ma molto, molto, combattiva.