Mertens meriterebbe di partire titolare, la panchina sarebbe un duro colpo per Insigne. È uno dei due dubbi di Sarri per domenica.
Ieri abbiamo parlato di Milik-Gabbiadini, oggi tocca a Mertens-Insigne o Insigne-Mertens. L’altro duello-dualismo, l’altro ballottaggio vero o presunto che accompagna il primo Napoli di Sarri versione 2.0 nella prima partita della nuova stagione, a Pescara.
L’abbiamo scritto già ieri: il gioco a due tra il belga e il ragazzo di Frattamaggiore si nutre di dinamiche molto diverse rispetto a quello per il numero nove. Intanto, è una situazione vecchia e stravecchia che si ripropone ormai per la quarta stagione. E poi è uno “scontro” tra due certezze, tra due giocatori che sono paritetici, o quasi, come valore assoluto e nelle gerarchie del Napoli. Quindi, niente di nuovo o almeno niente di nuovissimo. C’è da inserire però la situazione attuale, la narrazione simile ma comunque diversa delle due estati: quella di Lorenzo e quella di Dries, dall’Europeo a Dimaro fino a questa prima uscita stagionale.
Dovessimo analizzare solo questo percorso, Mertens tutta la vita. Non per “dargli a Insigne”, ma perché condizione fisica e mentale sono tutte dalla parte dell’ex Psv. Lo hai assaggiato nel ritiro e nelle amichevoli in Trentino, lo percepisci anche da come è andata Hertha Berlino-Napoli, con Insigne in campo dall’inizio e non brillante; e poi Mertens, nella ripresa, a restituire smalto e a far vedere pure cosa sa fare Arkadiusz Milik se coinvolto in un bel duetto tecnico.
Eppure, ci sarà e dovrà esserci Insigne. Perché c’è una storia da rispettare, perché è giusto così. Perché il mercato è ancora vivo e la fiducia al ragazzo e nel ragazzo, nonostante discussioni e speculazioni, sarebbe una cosa giusta, una cosa bella. Insigne ha sempre palesato una certa fragilità psicologica, una propensione ad adombrare il suo gioco, la sua capacità di essere decisivo, alle prime avvisaglie di un periodo di difficoltà. Lo ricordiamo all’inizio delle due annate con Benitez, fischiato dal pubblico e abulico in campo; lo ricordiamo nell’ultima parte della scorsa stagione, col freno a mano tirato dopo un inizio folgorante. Non possiamo permetterci un Insigne su questa strada, sia per lui che per i tifosi, in modo da non dare ulteriori motivi di scoramento. Lorenzo in campo sarebbe un segnale per tutti, in primis per lui stesso e poi per i suoi agenti. Insigne titolare, al centro del progetto, è una delle loro richieste per rinnovare questo benedetto contratto.
Stavolta abbiamo invertito le cose: prima le motivazioni mentali, poi quelle tecniche. Come abbiamo detto, la differenza in valore assoluto, nella sfida tra Mertens e Insigne, è minima o quantomeno soggettiva. C’è chi preferisce un tipo di inventiva rispetto a un’altra. Dalla sua, Insigne ha però la miglior attenzione alle consegne tattiche, al rientro difensivo continuo, In una partita da non sbagliare assolutamente, per il morale e per iniziare al meglio la stagione, l’equilibrio iniziale è più importante della fantasia certa, pure per contenere il prevedibile entusiasmo di un avversario all’esordio in campionato dopo la promozione. Meglio Insigne, quindi, in un luogo che conosce bene (c’è anche la narrazione “pescarese”, dalla sua) e per capire prima come muoversi. Per recuperarlo mentalmente, per farlo sentire importante. Poi, nel caso, dentro Mertens a scompigliare i piani. Come al solito, verrebbe da dire.
E non se la prenda, Dries, che quest’anno la situazione sarà diversa. Deve essere diversa, rispetto all’autunno inverno 2015/2016. Ovvero quando il miglior Insigne di sempre giocava in campionato e l’Europa League era il territorio di caccia del belga. In realtà, è stata gestita in maniera differente anche l’ultima parte della scorsa annata, con Mertens titolare nei suoi migliori momenti e Insigne relegato in panchina. Deve ripartire da qui, Sarri, perché quest’anno la Champions toglierà energie fin da subito e il turnover dovrà essere una consuetudine, non più un’ipotesi. Insigne giocherà a Pescara, forse anche contro il Milan. Ma ci sarà spazio anche per Mertens, nel finale e poi dopo, da titolare. Un Mertens eccezionale nel ritiro e nelle amichevoli e pronto a ripetersi anche in campionato. E poi, uno dei calciatori più “dentro” al progetto Napoli, per una scelta di interesse che ha fatto presto a trasformarsi in scelta di cuore. Non è ostilità nei confronti di Insigne, stiamo semplicemente riportando un dato oggettivo. Mertens rinnoverà il contratto, Insigne non l’ha ancora fatto. Questo è un fatto. Esattamente come il sorriso: Mertens lo porta e lo ha portato anche a Dimaro; Insigne, invece, non è riuscito ancora a farcelo vedere. Riuscisse a recuperarlo già a Pescara, non ci farebbe altro che piacere. Sarebbe proprio bello, ricominciare così.