Il terzo focus sulle avversarie del Napoli nel girone di Champions: i turchi hanno perso Mario Gomez e hanno uno storico pessimo contro i club italiani.
Il sorteggio del Besiktas come quarta squadra ha conferito al gruppo B della Champions League di quest’anno un singolare primato: è l’unico girone in cui vi sono tre squadre vincitrici dei rispettivi campionati. L’unica a non esserci riuscita è proprio il Napoli. Che però, a una prima occhiata, pare poter essere decisamente superiore ai bianconeri, che della Turchia sono la società sportiva più antica (anno di fondazione 1903, anche se la sezione calcistica prese il via solo nel 1911). Potranno sì contare, come abitudine della penisola anatolica, su un pubblico caldo e in grado di trascinarli come quello della Vodafone Arena, ma oggettivamente, nonostante i loro ben 14 titoli nazionali (meglio solo Galatasaray e Fenerbahçe con 20 e 19), nelle competizioni continentali non godono di una particolare tradizione: due volte agli ottavi di finale di Europa League negli ultimi anni (due stagioni fa e nel 2012, entrambe le volte fuori malamente con Bruges e Atletico Madrid), per il resto si segnalano giusto un quarto di finale Uefa nel 2003 e un quarto di Coppa Campioni nel 1987. Inoltre è una squadra che pare essersi indebolita rispetto a un anno fa. Ma parlando di Champions League, sarà bene non sottovalutare nessuno.
Organico e risultati
Senol Gunes, ex portiere ed ex allenatore della nazionale turca, ha condotto, bene, al titolo nel 2016 una squadra che però poteva contare su un Mario Gomez tornato su livelli almeno accettabili di forma, se è vero che con 26 gol aveva stracciato la classifica marcatori. Oltre a Gomez è andato via un altro elemento di un certo peso, quel Josè Sosa che, al di là dell’appellativo di “Guallarito” riservatogli dalle nostre parti, aveva inciso non poco nel trionfo delle Aquile Nere con 7 gol e ben 12 assist. Da non dimenticare anche la partenza di un rincalzo di livello come l’esterno offensivo Gokhan Tore, finito al West Ham. Il tecnico ha ovviato promuovendo titolari, nel suo 4-2-3-1, Cenk Tosun, attaccante classe ‘91 di scuola Eintracht alla prima grande occasione della carriera – a giudicare dalla doppietta all’esordio in campionato, sembra non voglia sprecarla – e Tolgay Arslan, centrocampista offensivo di discreta tecnica ma mai particolarmente brillante, nemmeno nei trascorsi fino al 2014 con la maglia dell’Amburgo. E’ una squadra che però può vantare elementi di tutto rispetto. In porta, ad alternarsi con Tolga Zengin, una nostra vecchia conoscenza: quel Boyko che nel maggio dell’anno scorso, con la maglia del Dnipro, ha infestato gli incubi nostri e dei giocatori azzurri in quella maledetta semifinale di Europa League. La cerniera centrale formata da Tosic e Marcelo è rocciosa ma concede qualcosa (35 gol subiti, in 34 partite, in campionato dal Besiktas un anno fa). Interessanti le catene esterne: a sinistra l’ex Barça Adriano, arrivato quest’estate, combinerà con il frizzante Olcay Sahan (5 gol e 6 assist l’anno scorso), a destra il terzino tedesco Beck – era nell’Under tedesca con Neuer, Hummels, Khedira e Ozil – e l’uomo di maggior spicco dell’intera rosa, Ricardo Quaresma. Anche lui, ce lo ricordiamo piuttosto bene per via di un gol con la maglia del Porto che ci fece male negli ottavi di Europa League di tre anni fa. A centrocampo, fanno legna il canadese Hutchinson e Ozyakup, che nonostante i soli 23 anni gioca già da veterano.
I precedenti con il Napoli e con le italiane
Nessun precedente, nelle coppe europee, tra Napoli e Besiktas. Benaugurante l’unico trascorso degli azzurri con squadre turche, il sedicesimo di finale di Europa League del 2015 vinto nettamente con il Trabzonspor (4-0 in Turchia, 1-0 al San Paolo), mentre la tradizione del Besiktas con le squadre dello Stivale è assolutamente negativa: undici gare con solo due pareggi e nove sconfitte, con tre eliminazioni su tre in confronti diretti con Fiorentina (Coppa Coppe 1975-76), Inter (Uefa 1987-88) e Lazio (Uefa 2002-03). L’ultima gara disputata con un’italiana risale alla fase a gironi di Uefa 2004-05, allora il Parma si impose al “Tardini” per 3-2. Per tradizione e presente, non abbiamo affatto a che fare con uno spauracchio. Ma lo abbiamo detto anche prima: guai a sottovalutare chiunque in Champions League.