Calcio&Finanza e la Uefa spiegano i sistemi di qualificazione, il nuovo ranking per club e il nuovo sistema per la divisione degli introiti.
Quattro squadre per i primi quattro campionati del Ranking Uefa. Bene, abbiamo capito. Ma poi? Come cambierà la nuova Champions League? Come sarà il format del torneo per gli “altri”? Lo ha spiegato Calcio&Finanza in un’analisi che parte dalle risposte dell’Uefa sulla nuova organizzazione del torneo, definita «un’evoluzione, non una rivoluzione» dal massimo organismo calcistico europeo.
Come detto, quattro squadre (a partire dalla stagione 2018/2019) per Liga, Bundes, Premier e Serie A. E un tetto massimo di cinque club per nazione (ovvero, le quattro qualificate dai campionati più l’eventuale vincitrice dell’Europa League). Quindi, 16 (se non 17) posti riservati ai club provenienti da Spagna, Germania, Inghilterra e Italia. Ma gli altri? L’ufficialità arriverà a fine anno, ma pare che la Uefa abbia assicurato che «tutti i paesi, attraverso i preliminari, potranno aspirare alla fase a gironi». Sarà probabilmente confermato il doppio percorso di qualificazione estiva: da una parte i club campioni nazionali, dall’altra i “piazzati” delle leghe medio-grandi (Portogallo, Francia, Russia). «Si tratterà di un torneo aperto, inclusivo, e per tutti», almeno secondo la Uefa. Che però rivoluziona il sistema di coefficienti per i club, che non saranno più legati alla quota della federazione d’appartenenza. Saranno importanti anche i risultati storici dei club, attraverso un sistema ponderato per le due competizioni. La UEFA ha spiegato che il nuovo coefficiente permetterà più equilibrio, proprio grazie alla valutazione dei meriti storici: «Il torneo – spiegano dalla confederazione – ha una ricca storia e ora questa è correttamente riconosciuta».
Il nuovo sistema di ridistribuzione si basa su quattro parametri: quota di partenza, risultati nella competizione, coefficienti per singoli club e market pool. In questo modo, secondo la Uefa, «saranno premiati maggiormente i risultati sportivi mentre verranno abbassate le quote relative al market pool». L’ultima spiegazione riguarda la paternità di questi cambiamenti: la Uefa ha spiegato che si è trattato di una decisione condivisa tra il board direttivo e i club. Forse, però, hanno pesato troppo quelli grossi. Questo lo aggiungiamo noi, ma non per creare polemica o attaccare. Era solo una constatazione.