Quattro calciatori che potrebbero fare al caso del Napoli. E che i media non hanno ancora inserito nella ridda di voci di questo calciomercato.
Se Arkadiusz Milik rappresenta un investimento per il futuro e insieme un tentativo di (iniziare a) sostituire, al mercato, Gonzalo Higuain, Icardi è invece il grande nome. Il centravanti che cercherebbe di far dimenticare subito il Pipita, se non attraverso le doti tecniche (secondo chi scrive sono al momento e ovviamente inferiori, ma saranno pari da qui a qualche anno) almeno per l’importanza mediatica dell’eventuale colpo di mercato. Il Napoli si sta spendendo su questi due fronti, individuando in questo modo due categorie di attaccanti: le nuove proposte, identificabili nello stesso polacco e in un Gabbiadini titolare sempre, e i big. Come a Sanremo.
Certo, parliamo di una categorizzazione basic, generalizzata. Perché Gabbiadini conosce gli schemi di Sarri e permetterebbe a Milik, in caso di mancato arrivo di Icardi, di integrarsi senza l’ansia di doversi subito caricare il peso offensivo del Napoli sulle spalle. Quindi, Manolo è una “scommessa” solo in termini di affidabilità sul lungo periodo e di personalità come centravanti titolare. Quindi, una cosa diversa da un altro attaccante medio-alto che potrebbe arrivare dal mercato senza conoscere gli automatismi dell’allenatore. Uno, ad esempio, meno forte perché meno riconoscibile tecnicamente rispetto a Mauro Icardi.
Fatte queste distinzioni, nate ovviamente da un ragionamento su quelle che potrebbero essere le necessità tecnico-tattiche del Napoli, abbiamo iniziato a scandagliare l’Europa (Transfermarkt). E abbiamo identificato i profili che potrebbero essere alternativi a Icardi e Gabbiadini. Ovvero, grandi attaccanti non entrati nelle rose dei nomi accostati al Napoli e prospetti futuribili da poter aggiungere all’organico con un investimento più contenuto. Anche qui la categorizzazione è abbastanza semplice, non molto articolata. Ma era necessaria per identificare due tipologie di calciatori, che l’acquisto di Milik rende assolutamente subalterne l’una all’altra. O si acquista Icardi o un suo simile (tra i Big), oppure si va su scommesse à la Gabbiadini. In ultima istanza, si resta con Manolo e Milik. Non si esce da questa triplice possibilità.
I BIG
Chicharito Hernandez
Una cosa che non c’entra niente col messicano, prima di iniziare. Abbiamo volutamente escluso Carlos Bacca, che sarebbe rientrato in questa prima categoria. L’abbiamo fatto per assoluta inadeguatezza tattica all’ideologia di Maurizio Sarri, che con Gonzalo Higuain (ma anche con l’Empoli, attraverso le scelte Maccarone-Pucciarelli) ha dimostrato di preferire attaccanti bravi a fare gol, ma anche a dialogare con i compagni nel momento di scendere a giocare palla in mazzo al campo, al centro della costruzione del gioco.
Ecco perché Chicharito Hernandez, aka Javier, rientra perfettamente in questa lista. Il messicano del Bayer Leverkusen, premiato nello scorso gennaio come “Giocatore più amato dagli appassionati della Bundesliga” (riconoscimento che vale anche perché conquistato “contro” i mostri del Bayern Monaco), è un centravanti classico ma al tempo stesso moderno. Bravissimo nella lettura degli spazi verticali alle spalle della difesa ma anche in grado di essere un ingranaggio all’interno di un contesto tattico complesso. Il gioco di Schmidt, tecnico del Bayer Leverkusen, ha ereditato i concetti del Gegenpressing di Jurgen Klopp. Anzi, li ha addirittura estremizzati. Una cosa non troppo lontana dal Sarrismo, che all’intensità della pressione sui portatori di palla sostituisce il movimento armonico dell’intero gruppo di calciatori a seguire il movimento della sfera. Hernandez, quindi, associa alle indubbie qualità offensive (17 gol in 27 presenze di Bundes, più altri 7 nelle coppe, ma soprattutto una shot accuracy del 58%) una propensione al gioco di squadra, date le distanze minime tra i reparti delle Aspirine. Lo leggi nel 75% di pass accuracy e nei 21 passaggi chiave. Un attaccante che sa giocare a calcio, oltre che segnare.
Per Transfmarkt, valore di mercato di 22 milioni. Contratto in scadenza nel 2018, Bayer qualificato direttamente ai gironi di Champions. Un investimento da 40 milioni per un calciatore di 28 anni, con tantissima esperienza internazionale. Non sarebbe male.
Christian Benteke
Acquistato dal Liverpool la scorsa estate per 46 milioni, Bentele ha deluso le aspettative. Rodgers prima e Klopp poi non sono riusciti a tirare fuori il meglio del centravanti belga, 26 anni da compiere a novembre. Proprio qui sta il bello, però: in un’annata considerata da tutti come altamente negativa, l’ex centravanti dell’Aston Villa è riuscito comunque a mettere dentro 10 gol tra campionato e coppe. Pochini, certo, soprattutto in raffronto ai soldi spesi appena 12 mesi fa; ma comunque, una cifra importante anche in relazione alle 16 partite giocate in tutto da titolare tra Premier ed Europa League. Per una media di un gol ogni 168 minuti: niente male.
Benteke è ovviamente un calciatore diverso rispetto a Hernandez, Higuain, gli stessi Gabbiadini e Milik. Più centravanti in senso assoluto, poco partecipativo se non attraverso il fisico alla manovra. Questo, però, solo a una prima superficiale analisi. Il vero Benteke è pure un calciatore mobile, in grado di spostarsi sulle fasce partendo dal centro dell’attacco, di creare superiorità numerica in altre zone del campo. Pur essendo un attaccante fisicato (roba da 190 cm x 83 kg), il ragazzo cresciuto tra Genk e Standard Liegi è uno che riesce a dialogare con i compagni, pur se non attraverso grossi ricami tecnici. Una propensione che leggi soprattutto nel dato delle occasioni create tramite assist o key passes, 30 nelle 29 presenze a singhiozzo di Premier League. Un buon numero, senza dubbio.
L’investimento non pare molto fattibile, ma la situazione al Liverpool è in divenire. Secondo Transfermarkt, il valore del calciatore è di 27 milioni di euro. Il contratto scade nel 2020.
LE NUOVE PROPOSTE
Aleksandr Mitrovic
Il Newcastle di Benitez è in Championship, e Mitrovic ne è il centravanti. Anzi, diciamola bene: il suo giovane centravanti. 22 anni da compiere, serbo di Smederevo, Mitrovic è arrivato in Inghilterra dopo un’esplosione in Belgio, con la maglia dell’Anderlecht. Un’esplosione fragorosa, non c’è che dire: 36 gol in due stagioni, l’interessamento e l’acquisto del Magpies la scorsa estate per la bella cifra di 18 milioni di euro.
Un altro centravanti simil-Benteke: forte fisicamente, bravo nella finalizzazione, non ha vissuto nel nord dell’Inghilterra una stagione positiva: 34 presenze, 9 gol e 5 assist. 9 gol e 5 assist, appunto, identificano un modo di giocare che va oltre la finalizzazione del centravanti. Il resto delle statistiche conferma questa sensazione: 30 occasioni offensive create tra assist e key passes, il 72% di pass accuracy. E poi una buona percentuale di conversione tra tiri e tiri in porta: una conclusione su due di Mitrovic entra nello specchio.
Parliamo di un calciatore che può essere acquistato al posto di Gabbiadini, come secondo attaccante da affiancare a Milik pure per variare la tipologia di gioco. Per Transfermarkt, il valore di mercato è di 14 milioni di euro. Scadenza nel 2020, in questo momento è un calciatore di seconda divisione. Nel caso, perché non pensarci?
Divock Origi
Il più particolare tra quelli profilati in questo pezzo: Origi è un centravanti di movimento, bravissimo a smuovere la difesa avversaria facendo leva sulla sua velocità di base. Non un gran goleador (10 reti nella scorsa stagione al Liverpool), ma la prospettiva realistica di poter diventare un uomo offensivo tout court, ideale accanto a un centravanti come Milik. Bravo nell’assist e a dialogare con i compagni, il 21 enne Origi arriva al Liverpool nella scorsa estate dopo l’apprendistato giovanile al Lilla, in Francia, e al più classico degli “esordi che spaccano” ai Mondiali, con il Belgio. Toglie il posto a Lukaku a forza di grandi prestazioni, si impone come uomo nuovo.
Con caratteristiche nuove: tira bene dalla distanza, difende bene palla ma è anche in grado di disimpegnarsi sull’esterno. 5 gol in Premier League, ma anche (anzi, soprattutto) 9 occasioni create attraverso key passes o assist “puro”. Alto e snello (186 cm x 75 kg), ha il contratto in scadenza nel 2019. E un valore di mercato di 11 milioni di euro, in una squadra che non giocherà le prossime coppe europee. Nessun fulmine di guerra, soprattutto per la media realizzativa, ma un calciatore in grado di alternarsi con Milik offrendo un’ulteriore variante di gioco: velocità e tecnica mischiate insieme, oltre a una fisicità più pronunciata rispetto a quella di Manolo Gabbiadini. E una certa esperienza internazionale, con il Belgio (era presente agli ultimi Europei, vanta 22 presenze con i Diavoli Rossi) e con la maglia dei Reds: 12 presenze, per lui l’anno scorso, in Europa League.