Assurdo imbastire processi dopo una giornata. Ma negli ultimi giorni è sembrato mancare il senso d’appartenenza.
Titolo: “State buoni se potete”. O anche, ma viene meno la citazione, “stiamo buoni se possiamo”. Insomma evitiamo di buttare il bambino, l’acqua sporca e la tinozza. Il Napoli non è partito nel migliore dei modi in campionato (eufemismo): ha pareggiato 2-2 col neopromosso Pescara dopo aver giocato un primo tempo che sembrava degno del peggior Benitez (già), sotto ritmo, senza reattività, e un secondo in cui almeno la reazione c’è stata. Una squadra che sembrava in campo per caso. Lo stesso Sarri in panchina è parso più compassato del solito. Probabilmente ha dovuto contenere la sua rabbia. Detto questo, il Napoli la partita l’avrebbe potuta persino vincere. Perché a negarci la possibile vittoria è stata una delle più incredibili decisioni arbitrali degli ultimi anni con l’addizionale Rocchi che è riuscito nell’impresa di far tornare l’arbitro Giacomelli sulla sua decisione di assegnare il rigore inventandosi un’inesistente scorrettezza di Albiol ai danni del portiere. Senza avere timori di passare per vittimisti: un grave errore arbitrale. E, volendo esagerare, uno scandalo.
Dell’episodio non c’è traccia oggi sui siti più importanti. Gazzetta e Corriere dello Sport hanno di fatto – sbagliando – dato ragione a Rocchi. E, soprattutto, il Napoli si è trovato in tribunale senza l’avvocato difensore. Andando per ordine, ci è sembrata la lacuna più grave del Napoli di ieri. Così come ci è sembrata incredibile la spiegazione: il Napoli nelle trasferte serali non sarà in tv. Mah. Perché? Perché le altre squadre sì e il Napoli no? Se ieri sera Sarri fosse andato davanti alle telecamere, avrebbe difeso la posizione del Napoli. Certo, non siamo presenti nei salottini tv, non riusciamo a dirigere l’informazione, però almeno si sarebbe il vocione toscano bello incazzato.
Partiamo da qui perché il Napoli negli ultimi due giorni è parso senza una bussola. Anche la conferenza stampa di Sarri di sabato, al di là delle polemiche, è stata strana, con un allenatore che ha detto tutto e il contrario di tutto e che ha dato la sensazione di non essere contentissimo pur se ha dichiarato anche il contrario. Ecco, lo stesso atteggiamento si è visto in campo. Un Napoli che non aveva le idee chiare. Che si è dissolto alla prima contrarietà. Che non sembrava desideroso di distruggere il mondo. Un esempio: perché i calciatori del Napoli impiegavano un minuto e mezzo per andare a battere i calci d’angolo? È come se mancasse quel senso d’appartenenza. Lo sappiamo, noi come Napolista siamo considerati i difensori del Napoli di De Laurentiis. Lo siamo, certo. Non abbiamo cambiato idea, ci mancherebbe. Consideriamo lunari le critiche a una gestione societaria che ha raggiunto risultati inimmaginabili dodici anni fa (e certamente non per fortuna) e che ha condotto il calcio a essere una delle eccellenze di Napoli. Però anche nelle piccole imprese, anzi soprattutto nelle piccole imprese – noi definimmo il Napoli una ditta individuale – è il senso d’appartenenza a fare la differenza.
Se il Napoli non sente il bisogno di difendersi dopo una simile decisione arbitrale, è ovvio che poi a cascata tutti si sentono destabilizzati. Non so se è una questione di struttura societaria. È un fatto, un altro fatto, che il Napoli senza Pierpaolo Marino (per dire di un dirigente strutturato) ha fatto meglio che con Pierpaolo Marino. Decisamente meglio. Se non c’è un direttore generale, deve però esserci qualcuno (ripetiamo, sarebbe bastato Sarri). Che faccia sentire agli altri e ai suoi che c’è qualcuno a difendere la casa. Questa è la sensazione che si è avuta negli ultimi due giorni. Anche quelle delle curve a quaranta euro e della conferenza stampa a inviti (al di là delle varie posizioni in campo) sono decisioni che rispondono alla legge fondamentale della stupidità di Carlo Maria Cipolla: “è stupido chi causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita”. Ieri sera il Napoli è stato addirittura masochista. La speranza è che il Napoli risenta ancora del clima di vacanze.
Passando al campo, non è il caso – almeno per chi scrive – di fare drammi. Sarri probabilmente ha voluto tutelare Insigne e Gabbiadini, li ha schierati dal primo minuto e forse ha fatto bene. La risposta purtroppo è stata negativa. Da qui a far partire i processi alla prima giornata, però, ce ne vuole. Probabilmente non è un caso che quei giocatori – Koulibaly, Insigne, lo stesso Gabbiadini – al centro di voci di mercato e sulla bocca di procuratori loquaci siano stati i più deludenti. È fisiologico. Il Napoli è stato troppo brutto per essere vero. E le squadre di Sarri non sono mai partite forte. Proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno ed è positivo essere riusciti a non perdere una partita dopo aver chiuso il primo tempo sotto di due gol. Senza Rocchi, probabilmente, avremmo persino vinto.
Avevamo scritto che dopo un’estate folle, a Pescara sarebbe stata già la prova della verità. Per fortuna non abbiamo perso. A Castel Volturno è arrivato Diawara, in settimana arriverà Rog. Avremo il centrocampo più forte della gestione De Laurentiis. La stagione è lunga, molto lunga. Giocheremo almeno 45 partite. Almeno. Dare giudizi dopo novanta minuti sarebbe francamente fuori luogo. Il Napoli è una squadra forte, molto forte. Solo una cosa: qualcuno si ricordi di esporre la bandiera a Castel Volturno.