Le trattative alla chiusura del mercato. I tweet-indizi di Wanda Nara, i titoli di Sky e Gazzetta. E l’inizio delle conferenze stampa a Parigi e Castel Volturno.
Napoli, 30 agosto 2016
Oggi c’è la presentazione del nuovo centravanti del Napoli. Ho paura che De Laurentiis possa fare entrare pure lui con la maschera del leone, il ricordo di Inler cinque anni fa turba ancora le mie notti.
Negli ultimi giorni, quelli che i media definiscono “febbrili” perché sono la chiusura delle trattative, Wanda Nara ha twittato un sacco. Una foto con una maglia non scollata, che ha fatto scalpore. Un selfie allo specchio con una borsa di Louis Vuitton. Tanti indizi, tutti indizi. Si è capito all’ufficialità. Ho sentito il mio vicino di casa dire a sua moglie che aveva visto quella stessa borsa, uguale identica, a terra a Via Toledo dal suo vicino di posto. Lui fa l’ambulante, ma vende solo mutande e calzini. Gli ho voluto credere perché ci credevo anch’io.
Secondo le ultime notizie di Sky, non è stata una trattativa facile. Si è temuto fino all’ultimo secondo in un inserimento della Juve, l’hanno detto in diretta ieri pomeriggio. Gli ambulanti, che già giravano con le nuove magliette col nome e il numero nuovi, stavano partendo con 19 pullman verso Torino per fare un poco di burdello. Almeno così mi ha detto il mio vicino di casa, lui sa tutto di queste cose che riguardano la setta del parallelo. Tramite lui, una volta, ho comprato un paio di Nike Shox azzurre, blu e rosse. Le ho messe tre volte, mi vergognavo come un ladro.
La Gazzetta, ieri, è uscita con un titolone a tutta pagina: “Icardi resta all’Inter, i nerazzurri pensano a Neymar”. Il sottotitolo spiegava che la Suning, attraverso 44 aziende collegate, avrebbe presentato al Barça un’offerta per un prestito biennale con diritto di riscatto a 24 milioni di euro. Pagabili in tre anni. I catalani ci stanno pensando, ho letto. Speriamo di no, anche se nelle ultime due settimane, sempre secondo la Gazzetta, l’Inter aveva già preso pure Gabigol, Lewandowski e Ozil. Non sono arrivati, alla fine. Quindi, da ora in poi, mi fido poco. Nello stesso giornale, quello di lunedì in cui si diceva che il giorno dopo sarebbero stati tutti e tre i calciatori alla Pinetina, c’era un titolo su Napoli-Milan. Gli azzurri hanno vinto 4-1, ma ho letto di un «Milan dal futuro radioso». In effetti, i rossoneri hanno giocato 7 minuti di gran calcio, al San Paolo. Dal 77esimo all’84esimo, il gol di Lapadula e un tiro da fuori di Montolivo che Sportiello, sostituto dell’infortunato Reina (lui e Tonelli sono entrambi in una località portoghese, a 123 km da Lisbona, per curarsi. Qualcuno dice che si tratti di Fatima, ma non ci sono conferme), ha parato in due tempi. Abbiamo rischiato. Anche se vincevamo già 4-0.
Alla fine, per una volta, la Gazzetta ha sbagliato. Alla fine, Icardi è andato via. 65 milioni all’Inter, nessuna contropartita. Affare chiuso velocemente, siamo agli ultimissimi giorni di mercato e bisognava far presto. L’Inter ha provato a cercare il sostituto, forse Gabigol stavolta lo prende davvero. Lo hanno detto in Brasile.
Accendo la televisione, Sky si collega in diretta con Parigi. Con la sala stampa del Parco dei Principi. Wanda Nara viene fuori, sembra già pronta per la settimana della moda parigina. La maglietta, a prima vista, è quello di quella foto sui social in cui non è scollata. Primo indizio indovinato. Il secondo è la borsa di Louis Vuitton. La sede centrale è a Parigi. Che volpe lei, che fessi noi. Poi, ecco Maurito Icardi. Il nuovo centravanti del Psg, strappato con un blitz a sorpresa. Vestito scuro, copre i tatuaggi. Sorride, si vede che è felice. La conferenza viene aperta da Unai Emery, che dice cose standard: volevamo voltare pagina dopo Ibrahimovic, volevamo un attaccante giovane e già affermato. Poi Mauro, che ringrazia i tifosi dell’Inter e sorride, si fa la foto con in mano la maglia numero nove blu scura e sorride. Wanda, l’ho contato io, si è toccata 84 volte i capelli in 25 minuti di presentazione. Già sogna gli Champs Elysee, le boutique alla moda, la Rolls Royce che sfreccia insieme ad altre macchine di lusso.
Decido di cambiare canale, ne ho abbastanza. Anche perché dopo ci devo tornare, si collegherà con Castel Volturno. Perché tocca al nuovo attaccante del Napoli. Gli ambulanti hanno già preparato le nuove maglie, me l’ha detto sempre il mio vicino. Ma sono un po’ incazzati, perché avrebbero potuto riutilizzare quelle vecchie, col numero 7. Un riciclo, chi vuoi che se ne accorga? Il 7, invece, resta a Callejon. Non si può cambiare, peccato.
Eccoci, ci siamo. Comincia la presentazione. De Laurentiis, Lombardo, Baldari che li fa entrare. Dietro di loro, il nuovo attaccante del Napoli. Non ha la maschera del leone, meno male. Abbiamo speso 60 milioni per riportarlo a Napoli, ci sarebbero mille domande da fare. La storia del suo secondo arrivo al Napoli è bellissima, un film in prospettiva futura. De Laurentiis ci ha già pensato, ci scommetto. Eppure, la prima risposta che il nuovo attaccante deve dare è proprio sul suo nuovo numero di maglia: «È un problema tornare a Napoli e indossare il 9? Tu qui hai sempre portato il 7, che oggi è di Callejon». Edinson Cavani sorride, poi risponde: «No, l’ho portata anche a Parigi, quella maglia ormai la sento mia».
Solo gli ambulanti, a questo punto, gli avranno tirato un insulto. Gli altri tifosi del Napoli staranno sorridendo come dei deficienti. Proprio come me, ora, davanti alla tv.