La Juve deve vendere Zaza e altri due centrocampisti per acquistare “due assi”. Mancano sei giorni all’inizio del campionato.
Lo abbiamo detto e ridetto, più volte: la Juventus è la regina del mercato, la squadra più forte e più competitiva. Un dato che non può essere oggettivo né oggettivato, ma che prende corpo leggendo la campagna acquisti e cessioni e facendo un bilancio preventivo che tenga conto anche dell’ultima stagione. Anzi, dell’ultimo quinquennio. Detto questo, però, c’è qualcosa che non quadra nella narrazione bianconera. Con cui vogliamo fare un paragone puramente accademico, di concetto e non di fatto. Non siamo così presuntuosi.
Il Napoli ha perso Higuain, e l’ha sostituito con Milik. Dagli al Napoli, ovviamente. E giustamente, pure. La Juventus ha perso Morata e l’ha sostituito con Higuain, ha perso Cuadrado e l’ha sostituito con Dani Alves e ha perso Pogba, sostituito con Pjanic. Applausi, cori di giubilo e osanna a Marotta e Paratici. Tutto giusto. Poi, però, scopri che a centrocampo hai Marchisio fuori fino a ottobre e Khedira a mezzo servizio, e ti ritrovi con il solo Pjanic accanto a Lemina, Asamoah, Pereyra ed Hernanes. Più Pjaca che però a occhio fa altro nella vita. E ti ritrovi con la necessità di vendere uno o due di questi centrocampisti e Simone Zaza. Sì, l’uomo che ha tolto al Napoli il primo posto, una fetta importante di scudetto e che era diventato l’emblema della programmazione Juventus perché ci sono le riserve, c’è da sostenere due competizioni e cose così. Ora andrà via, al Wolfsburg probabilmente. E non sarà sostituito, perché c’è un centrocampista da comprare. Forse due. Siamo al 15 di agosto anche per loro, in tutto questo.
Tutte queste cose non le diciamo noi. No, noi stiamo solo riportando. Le scrivono a Torino, nella redazione di Tuttosport. A casa loro. Certo, i titoli sono trionfalistici e gli articoli dicono che «la Juventus vuole vincere la Champions e quindi servono due assi». Oppure, che «si rischierà di rimanere con tre punte per non far venire il muso ai fuoriclasse dell’attacco che poi tanto, a gennaio, arriva Gabigol». Non possiamo copincollare tutto il giornale, ma vi assicuriamo che sta scritto così. Se non ci credete, sopra c’è la prima pagina. Si capisce già da qui cosa vogliamo e vogliano dire.
Dovremmo imparare da tutto questo. Come raccontare l’inquietudine, come gestire la narrazione del calciomercato. Come fare per descrivere l’ansia, che poi magari ci sta pure perché loro hanno vinto cinque scudetti. Ma non sono stati ancora perfetti. Sono stati i migliori, per qualcuno ma non per tutti (tipo alcuni degli stessi tifosi bianconeri), ma sono i primi a scrivere e a dichiarare che si può ancora fare di più. Solo che lo fanno in maniera diversa. Pensiamoci, ogni tanto.