Il Napoli acquisterà uno dei talenti più cristallini del calcio europeo: 13 milioni e lavoro di scouting per un investimento economico e tecnico. Che, però, dovrà essere giudicato con calma.
Ma alla fine, chi è Marko Rog? Le esplorazioni sui siti internet croati, italiani o di scouting internazionali, le indagini su Youtube, i racconti degli addetti ai lavori: l’hype intorno a questo calciatore è altissimo da qualche mese a questa parte, e la partecipazione come gran sensazione croata agli ultimi Europei (insieme a Marko Pjaca, stesso nome e talento simile finito alla Juventus) ci dice che stiamo per ufficializzare l’acquisto, per capirci, di uno di quei calciatori che prendono i top club europei. Una cosa tipo Borussia Dortmund o Atletico Madrid. Che uno su quattro ti va bene, benissimo. Perché lo stesso Atletico, l’anno scorso, ha preso Kranevitter e Vietto, entrambi buttati via in questo mercato; e il Borussia Dortmund ha ceduto Perisic nel 2013 e ha comprato Schieber e Immobile. Quindi, come dire: lo scouting è bravura, ma anche fortuna e contingenze.
Chiarito questo, che servirà anche a non sovraccaricare il ragazzo di pressioni eccessive, ecco quindi Marko Rog. Uno che ha segnato 17 gol nella stagione d’esordio all’NK Varaždin (terza serie croata) e poi è passato in prima serie subito, a 19 anni appena compiuti con l’RNK Spalato. Dopo altri 9 gol, la chiamata della Dinamo Zagabria, che è la Juventus di Croazia e fa da deposito del talento per tutte le grandi squadre europee. Nell’ultima stagione, 56 presenze, con 8 gol e 5 assist. Un predestinato.
Rog è un centrocampista completo, come quelli che occupano le linee mediane degli squadroni da Champions. Due dei più forti sono suoi connazionali, Rakitic e Modric, e il paragone viene subito facile, spontaneo. Solo che, ovviamente, siamo ancora lontani anni luce. Ma è questione di affinità, di caratteristiche. Di tecnica, soprattutto, mista però alla capacità di non sacrificare partecipazione alle due fasi di gioco. Con la maglia della Dinamo, ha giocato in tutti i ruoli del 4-2-3-1. Agli Europei, nell’unico match disputato (Spagna-Croazia), ha invece accompagnato Badelj nel doble pivote davanti la difesa a quattro.
Questa, fondamentalmente e in definitiva, è la sua caratteristica più importante: la possibile (e buona) interpretazione di tutti i ruoli del centrocampo, sia che si intendano in fase prettamente propositiva che in senso globale: non sono molti i dati reperibili su internet – non è che il campionato di prima divisione croata brilli per aggiornamento delle statistiche specifiche riferite ai calciatori -, ma questa sua completezza di fondo la leggi (superficialmente) già nelle cifre di Croazia-Spagna. Ovvero, l’86% di passaggi riusciti e i 2 interventi difensivi portati a termine (entrambi tackle, per la precisione). Più tre falli commessi e un cartellino giallo, che significano poco in chiave tattica o strettamente disciplinare (4 cartellini gialli in 34 partite di campionato nella scorsa stagione, media giusta per un centrocampista), ma che comunque vanno a rintracciare una presenza reale in fase di non possesso.
Nello scacchiere di Sarri, Rog verrà (il 25 agosto dopo i preliminari di Champions, secondo i più) a occupare lo slot che l’anno scorso apparteneva a David Lopez. Quindi, un vice-Allan in una versione più tecnica ma al tempo stesso non tatticamente deficitaria. Una crescita importante per il centrocampo del Napoli, sicuramente nella prospettiva di qualità assoluta, ma forse anche nella lettura immediata delle alternative. Il dinamismo del calciatore, dal fisico prestante ma non muscolare (180×73), si sposerà stavolta con un gioco meno elementare rispetto a quello dello spagnolo, bravo nell’interpretazione della fase di non possesso e poi scolastico nella gestione della ripartenza o della costruzione. Qui abbiamo qualcosa in più, e di più bello a vedersi. Con una dimensione riconosciuta anche a livello internazionale, nonostante la giovanissima età (Rog era il terzo calciatore più giovane della nazionale croata agli ultimi Europei, dietro il compagno di club Coric e Jedvaj del Bayer Leverkusen), confermata anche dalle splendide prestazioni offerte nella fase preliminare di Champions League. Quattro partite (con due gol) che hanno ritardato il suo arrivo al Napoli, che forse ne hanno fatto crescere il prezzo. Ma che hanno spiegato e fatto capire che l’investimento c’è, ed è giusto nonostante una cifra salata (si dice di 13 milioni). Ovviamente, come detto in precedenza, tutto è da verificare sul campo: lo scouting è bellissimo, ma parole e descrizioni confluiscono nel termine di hype. Il campo, poi, può essere un’altra cosa. Soprattutto per un ragazzo di 21 anni cui dovrà essere concesso il tempo di ambientarsi, di crescere. Senza pretendere subito la luna, senza ricordare e ricordarci ogni tanto il prezzo d’acquisto come un cartellino di qualità certificata. Non funziona così, ce l’hanno spiegato già a suo tempo Edu Vargas e Marek Hamsik, in un verso o nell’altro. Rog è ancora di più, forse, perché tutti lo volevano. Si era parlato di Liverpool. L’ha preso il Napoli, che ha fatto scouting e ha cacciato i soldi. Un po’ quello che gli viene chiesto, del resto.
Ah, in tutto questo ci siamo dimenticati di avvisarvi. Marko Rog batte bene pure le punizioni. Dovrà mettersi in fila, nel Napoli, ma la cosa ci pareva simpatica e giusta da dire per chiudere. Questo è uno dei suoi ultimi con la maglia della Dinamo. Al netto del portiere non prontissimo, ci conferma che promesse e premesse sono quelle giuste. Vanno solo rispettate, mantenute. Possibile, non facile.