Un po’ di dati statistici dopo due giornate. La Juventus domina, l’Inter sorprende. E qualche novità nel Napoli di Sarri.
Due partite, il caldo e il calcio d’agosto. Per tutti, anche per Sarri, numeri che «non sono indicativi» Che «non significano niente». Vero, accettabile, comprensibile. Però, è difficile pensare che da qui a due settimane (il rientro dalla sosta, che poi sarà anche l’abbrivio della stagione vera, con la Champions League in agguato), il Chievo o l’Udinese possano trasformarsi in squadre di possesso o che il Napoli o la Roma diventino collettivi puramente e prettamente difensivi.
Questione di identità, di idee, di background tattico. I big data, in questo senso, ci vengono in aiuto. E confermano un po’ i ruoli “classici” (che poi sono i luoghi comuni) nello scacchiere della Serie A, con la Juve che è ancora “coriacea” e “cinica”, la Roma che è “divertente” e il Napoli che è “la squadra del possesso palla”. Tutto vero, tutto verificato. Pur con qualche inserimento wild che a questo punto certifica la dimensione temporanea di questo benedetto calcio d’agosto.
Partiamo dalla difesa, che si può in qualche modo esplicitare empiricamente con i tiri concessi agli avversari. Una statistica in cui il Napoli l’anno scorso eccelleva ma che quest’anno sorride fin da subito alla Juventus: 2 partite giocate, 10 tiri concessi agli avversari (4 alla Fiorentina e 6 alla Lazio). Indice della consueta solidità difensiva, del solito modo di giocare sicuro della squadra di Allegri. Dietro i bianconeri, tre squadre che non ti aspetteresti mai. O meglio: due che ti aspetteresti a guardare la classifica (Genoa e Sampdoria, con 7,5 tiri concessi a testa) e una che invece ha iniziato malissimo il campionato (l’Inter di Frank De Boer, quarta con 9,5 tiri concessi per le due gare d’apertura). Curiosamente, i nerazzurri (fermi a un punto) hanno concesso lo stesso numero di tiri dell’Atalanta che a sua volta è ultima in classifica a 0 punti. E ha subito 6 gol nelle prime due uscite. Come dire: è anche questione di fortuna. Il Napoli segue con 10,5 tiri concessi ogni 90 minuti, e quindi con una somma di 21 conclusioni tentate dagli avversari. Tante, soprattutto rispetto all’anno scorso. Sintomo che la fase passiva organizzata da Sarri è ben lontana dalla perfezione (e non c’era bisogno di analizzare le statistiche dedicate per capirlo).
Per quanto riguarda azioni d’attacco e gol segnati, comanda la Roma. Su questo dato incide la prima giornata contro l’Udinese, ma è vero pure che i giallorossi hanno già messo insieme 46 conclusioni verso la porta avversaria. Seguono a ruota Torino (41), Genoa (40) e Napoli (39). Curioso che i granata siano il miglior attacco del torneo (7 gol segnati) e che il Napoli abbia invece realizzato lo stesso numero di reti della Roma. Interessante il dato sulla Juventus e sulla conversione: i bianconeri hanno tirato 32 volte verso la porta e vantano una bassissima percentuale di conversione (ovvero la percentuale di tiri nello specchio su quelli effettivamente tentati), un 13esimo posto con il 39%. In questa particolare graduatoria ulteriore, il Napoli è ottavo con il 46% di shot accuracy (in inglese si definisce così). In testa a questa classifica c’è una squadra che ha tirato poco e segnato tanto e un’altra che invece si caratterizza per la precisione dei suoi attaccanti: la Lazio (64% su appena 17 tiri, con 4 gol segnati) e il Torino che su 41 conclusioni verso la porta ne ha messe il 52% nello specchio. Ultima notizia a proposito dei tiri: un sorprendente primato del Napoli nella graduatoria delle soluzioni da fuori. La squadra di Sarri, insieme all’onnipresente Torino, ha messo insieme 19 tentativi oltre il limite della 16 metri. Una novità assoluta per questa squadra che sta evidentemente provando metodi alternativi per andare a segno.
Non rispetto al suo gioco classico, però: l’intensità attraverso i passaggi è ancora la caratteristica fondamentale del Napoli. Lo leggi nella graduatoria dei passaggi riusciti, in cui il Napoli è saldamente in testa: 1011 su 1152 tentati, con un’accuratezza dell’88%. Anche questo, ovviamente, è un record per il campionato. Eppure, nonostante questa superiorità netta (l’Inter è seconda con 930 appoggi riusciti), il Napoli non ha il primato del possesso palla: la squadra di Frank De Boer, con il 59% del possesso assoluto, comanda questa particolare graduatoria. E dimostra come il dato riferito a una singola partita serva relativamente, fotografa un’identità che però poi necessita di uno sbocco offensivo. Che il Napoli ha dimostrato di avere grazie alle giocate di Mertens, soprattutto, e all’abilità di Milik e Callejon. Ma che l’Inter, ancora ingolfata e indecisa sul modulo, non è riuscita a trovare una volta superato il problema della prima costruzione: 35 conclusioni tentate con appena il 28% di accuracy.
Questi dati ci dicono che la Serie A, per il momento, non presenta grosse sorprese. Che la Juventus è fortissima, la favorita assoluta rimasta simile a sé stessa (nonostante investimenti che volessero modificarne il background), che la Roma è una squadra brillante ma poco sicura dietro (14,5 tiri concessi a partita, questa non l’avevamo detta) e che il Napoli non ha ancora patito troppo l’addio di Higuain (perché ha trovato soluzioni alternative senza modificare troppo la sua identità) ma deve essere ancora registrato in difesa. Ah, e poi c’è l’Inter. Che è molto meglio di quello che sembra, e di cui bisognerà tener conto una volta superati i primi problemi di adattamento e psicologici. I valori sono già questi, anche se parliamo solo di calcio d’agosto. Che significherà pure poco o niente, ma ha anche detto (già) abbastanza.