Il Napoli ha battuto il Milan grazie alla forza di volontà e a un gruppo solido e arricchito da un mercato intelligente.
La partita vinta due volte. La panchina che diventa determinante. Il tanto bistrattato calciomercato azzurro che si rivela decisivo con Milik e Zielinski. E una squadra di carattere, capace di due reazioni importanti nel giro di una settimana. Tutte le vittorie sono importanti, si rischia di cadere nella banalità, eppure il successo di ieri sul Milan ha un significato particolare. Dimostra che il Napoli ha carattere, che questa squadra è un gruppo in grado di supplire con la determinazione e il sacrificio a una condizione ancora approssimativa e a un gioco che per ovvie ragioni non è ancora quello scintillante della scorsa stagione.
Anche Sarri ha avuto coraggio. Ha rovesciato il tavolo, ha spedito in campo chi lo meritava ed è stato ripagato. Sia pure dopo un inizio difficile, col Milan che aveva preso il controllo della partita. Poi, è salito in cattedra Mertens. E Milik, il secondo calciatore più pagato della storia del Napoli eppure da tanti considerato un oggetto misterioso, si è presentato. Questo, però, riguarda la prima partita. Che si è chiusa 2-0. E che ha visto Mertens e Donnarumma protagonisti.
La seconda è cominciata sul 2-2, dopo il black-out. Il remake di Napoli-Sampdoria dello scorso anno, quando gli azzurri rischiarono persino di perderla. Contro il Milan, invece, il Napoli è ripartito innanzitutto con la testa, con la forza di volontà. Ha dimostrato di volere a tutti i costi la vittoria, il pubblico se n’è reso conto. E francamente era difficile credere ai propri occhi. Una squadra che si spingeva in avanti, come un pugile stanco che però non accennava a smettere di colpire. Tante volte abbiamo scritto sul Napolista che uno dei più grandi difetti cronici del Napoli è la mancanza di mentalità da grande squadra. Ebbene, ieri il Napoli ci ha smentiti. Non era importante l’avversario che avevamo di fronte, era importante la condizione mentale in un momento non semplice. Un secondo pareggio avrebbe aperto due settimane di infinite discussioni non proprio gradevoli.
E qui veniamo al secondo aspetto. La “scossa” – termine mazzarriano coniato a Villarreal – è arrivata dalla panchina. Perché a far virare la partita è stato un cambio. È stato l’ingresso in campo di un nuovo acquisto, uno dei protagonisti di questo calciomercato che eufemisticamente possiamo dire che a Napoli è stato vissuto male. Eppure il Napoli ha fatto e sta facendo un mercato intelligente, soprattutto a centrocampo dove ha preso tre giovani di struttura e non solo di prospettiva. Nel post-partita, Sarri ha raccontato che Zielinski arrivò a Empoli da trequartista, che in quel ruolo non gli piaceva e che una volta – complice l’assenza di croce – venne provato in mediana. Una storia che ricorda quella di Rino Marchesi e Salvatore Bagni (con le dovute cautele, chi scrive amava Bagni più di tutti). Zielinski è entrato e ha deciso l’incontro con uno scatto da duecentista, un Alan Wells polacco. Il mercato. Quello che ha portato a Napoli un ragazzone capace di segnare una doppietta nella prima al San Paolo nonostante avesse sulle spalle il peso di un’eredità a dir poco ingombrante. Questo Napoli, inteso come società e come squadra, è decisamente meno raffazzonato rispetto a come viene dipinto. Ed è inspiegabile come parte dell’ambiente contribuisca a fornire del Napoli un’immagine da esercito alla deriva che è quanto di più lontana dalla realtà.
Ovviamente ci sono anche gli aspetti negativi, ci mancherebbe. Ci sono quattro gol subiti in due partite (come lo scorso anno). C’è una mediana che anche ieri sera ha fatto fatica. C’è un Hysaj che al momento è lontano anni luce da quello che abbiamo conosciuto. Ma, come ha ricordato Sarri, sarebbe preoccupante anche il contrario e cioè che la squadra fosse in forma alla seconda giornata. C’è il nodo attaccante, con Gabbiadini che ieri sera non è nemmeno entrato. Non c’è, invece, a parere di chi scrive, un caso Insigne. Lui e Mertens più o meno si equivalgono. Lorenzo è più completo. Ma il Mertens contemporaneo è di un altro pianeta. Non c’è alcun caso. La stagione è lunga e i due dovranno convivere. Mertens servirà a Insigne e viceversa. Tra l’altro è stato un segnale importante il passaggio al centro di Insigne sul 4-2, avrebbe potuto cercare la soluzione personale e non l’ha fatto. Come direbbe Vecchioni, forse non lo sai ma pure questo è amore. Di Reina non saprei dire. Ho visto e rivisto i gol: non ho colpe da attribuirgli. Certo, non è Donnarumma. Ma si sapeva.
E poi ci sarebbe Sarri. Anche lui probabilmente ha bisogno di essere tranquillizzato e di comprendere che ha tra le mani – grazie al suo lavoro – un gruppo vero. E forte. Ha avuto il coraggio di cambiare. Ha sbagliato a farsi espellere. Ed è stato bravo a far entrare Zielinski. Forse andava tolto anche Milik ma sono inezie. Il Napoli oggi ha un gruppo più omogeneo rispetto allo scorso anno, anzi probabilmente il più omogeneo della gestione De Laurentiis. Ieri sera il Napoli si sarebbe potuto ritrovare subito sotto processo. Non è avvenuto. Senza esagerare, la partita di ieri segna in qualche modo una svolta, soprattutto a livello mentale. Ora restano tre giorni di mercato. Comunque vada, restiamo calmi. La famiglia è solida. Solo i parenti stretti non se ne accorgono.