La sera di Ferragosto ci ha di nuovo messo questo grillo nella testa. Sappiamo che è impossibile, però abbiamo voluto far giocare il Napoli con Tevez. Viene fuori una cosa carina.
La prima cosa, quella più importante, la diciamo subito. A scanso di equivoci. Carlos Tevez non arriverà. Non arriverà perché vuole giocare nel Boca, non arriverà perché al massimo il suo procuratore lo spingerà all’Inter, non arriverà perché l’ha detto. Lo stipendio, i soldi del cartellino, l’età. Tutte cose che concorrono, certo, a rendere ancora più difficile questo colpo. Il fatto che siamo al 16 di agosto, poi, non aiuta di certo. È tutto un insieme di cose. Quindi, mettiamoci il cuore in pace e scriviamo (noi) e leggiamo (voi, se volete) questo pezzo come se fosse un gioco. Anzi, con la consapevolezza che è un gioco.
Un bel gioco, però, perché Carlos Tevez sarebbe perfetto, fantastico per questo Napoli. Togliamoci subito il dente della narrazione, quella dell’ex juventino che arriva a Napoli al termine di un’estate difficilissima perché tutta colorata di bianconero. Sarebbe bellissimo, ma diventerebbe secondario. Secondario a delle cose che abbiamo già scritto qui, poco meno di un mese fa, quando ci facemmo colpire dal sole in testa e inaugurammo la nostra nuova “coppia preferita”, Tevez-Icardi. Sarebbe secondario soprattutto a quello che succederebbe in campo, nel caso, con un calciatore che permetterebbe una varietà di soluzioni ampia e affascinante.
La prima, semplice semplice, sarebbe quella del falso nueve. Che poi Tevez è anche centravanti, è un attaccante completo, quindi altro che falso. Giocherebbe nello spazio che fu di Higuain, fungerebbe da regista offensivo e insieme uomo di garra e gol, in quest’ordine di cose. Scambierebbe palla con gli esterni, si inserirebbe, darebbe quel contributo in fase difensiva che era l’unica cosa che difettava al Pipita. Insieme a quell’aura da trascinatore, da capopopolo, che non è mai stata propria dell’attuale numero nove della Juventus.
Tevez puoi utilizzarlo non solo così, ovviamente, pure perché il Napoli avrebbe ed avrà ancora Milik e Gabbiadini. Dovesse avverarsi (ma non si avvera) questa piccola e folle suggestione, il secondo andrebbe via e rimarrebbe solo il primo, centravanti di fisico e movimento perfetto (come Morata, per intenderci) per integrare l’Apache in un attacco a due punte, con un trequartista anche solo di fantasia (Insigne, magari, nelle gare contro squadre più chiuse) oppure identificabile con un profilo più e meno offensivo (Zielinski). Sarri e il suo 4-3-1-2 versione 2.0, da Saponara-Maccarone-Pucciarelli a Insigne-Tevez-Milik. Con tutto il rispetto, ma è un’altra cosa. Sarebbe, perdonateci.
L’ultima idea potrebbe essere quella iperoffensiva di Tevez esterno, a destra o a sinistra, del tridente classico di questo Napoli. Al posto di Callejon o di Insigne/Mertens, in una rivisitazione del modulo che ha portato il Napoli a giocare il miglior calcio del campionato. All’Apache, in quella posizione, si chiederebbe troppo sacrificio in fase di non possesso. Una cosa che un 33enne in divenire non potrebbe forse garantire, che però è fondamentale nell’equilibrio tattico di una squadra che gioca bene, sì, ma che per prima cosa è sempre attenta a mantenere le giuste distanze, i giusti automatismi. Però, come dire: se dobbiamo giocare e sognare, lo facciamo bene. Lo facciamo esagerando.
Detto questo, torniamo sulla terra. E diciamo, anzi ribadiamo, la nostra sicurezza iniziale che poi è quella di tutti: Tevez è come Cavani, una boutade momentanea che non si avvererà mai. È il sogno del Boca che non si (ri)materializzerà, è l’unico modo per provare a restituire lo smacco alla Juventus ed è la terza soluzione migliore dopo Icardi e Cavani. Impossibile come le prime due, però lasciatecelo dire con un ultimo filo di speranza. Non succede, ma se succede… Ecco, ricordatevi quanto abbiamo scritto qui sopra e guardiamoci questo, è tutta roba recente. Perché tanto, non succede (sì, siamo pure un po’ scaramantici).