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Il precampionato perfetto del Napoli: il miglior modo per dire che ci siamo

Sei partite, un solo gol subito e 31 fatti. Il Napoli si ripresenta bene, mette insieme una pre-season perfetta nonostante le polemiche

Il precampionato perfetto del Napoli: il miglior modo per dire che ci siamo

Oggi abbiamo già pubblicato un pezzo di calcio d’estate, riferito alla Juventus e alla narrazione della nuova squadra di Allegri dopo un mercato da boom mediatico e un precampionato meno brillante, con l’aggravante scenica di un Higuain in evidente ritardo di condizione. Abbiamo aperto quel pezzo così: «Juventus-Espanyol 2-2. È calcio d’estate, non c’è da deprimersi. Né tantomeno c’è da esaltarsi per il Napoli e con il Napoli, che però vince e si diverte mentre i bianconeri cercano di scoprire sé stessi». Bene, lo abbiamo riscritto e quindi lo abbiamo ridetto. Ci crediamo, lo sottolineiamo. Mai abbattersi o cominciare a preparare i caroselli dopo il Trofeo Tim o quello Gamper.

Però, il punto è che il Napoli vince e si diverte. Di conseguenza, diverte. Molto più del suo stesso calciomercato, sembra quasi volerne sconfessare l’effetto negativo. Sei partite di precampionato, 31 gol fatti e uno subito. Volessimo fare i pignoli ed escludere le prime tre sgambate (contro i dilettanti dell’Anaune, il Trento e la Virtus Entella), la cosa non è che peggiori granché. Anzi. Tre amichevoli contro squadre tutte impegnate in competizioni europee (Monaco nei preliminari di Champions, Nizza e Hertha Berlino in Europa League), tre vittorie. E, soprattutto, 13 gol fatti e sempre e solo uno subito.

Partiamo proprio da questa cifra unitaria, dalla rete segnata da Ibisevic ieri pomeriggio. Nulla di più casuale, immeritato se vogliamo parlare di tattica. Difesa che scende perfettamente, chiude ogni varco e poi subisce il gol dopo un errore di misura e controllo da parte di Ghoulam. Errore tecnico, un puro errore tecnico. Per il resto, e qui ci rivolgiamo ovviamente alle tre partite giocate contro squadre se non all’altezza comunque vicine al Napoli per qualità, non ci sono state grandi sofferenze. Qualche minuto di difficoltà sparso, qualche disattenzione nell’uscita palla al piede o nelle letture preventive. Tutta roba che, entro e non oltre il 14 di agosto, è facilmente superabile e migliorabile. Del resto, chi è stato a Dimaro o ha letto i nostri report, non può sorprendersi. Sa già che la maniacalità di Sarri si esprime soprattutto nella cura al dettaglio della fase difensiva, dei movimenti di contenimento singoli e di squadra. Una roba provata e riprovata, che ha dato i suoi frutti in un precampionato senza sbavature. Fino a Ghoulam, prima maglia nera vera al di là di quella indossata ieri a Berlino.

Poi, ci sono i gol segnati. Escludiamo sempre dal conteggio i 20 nelle prime tre partite, evidentemente non attendibili, e pensiamo agli 11 messi insieme tra Nizza (doppietta Koulibaly e Mertens), Monaco (il poker di Gabbiadini e Allan) ed Hertha Berlino (Hamsik, Callejon, Milik e Mertens). Tanti giocatori a segno, tanti modi diversi di segnare e soprattutto una facilità verificata dai e nei numeri nel creare opportunità e azioni d’attacco. Le avversarie affrontate non l’hanno fatto sempre al massimo, soprattutto dal punto di vista della concentrazione. Questo bisogna riconoscerlo. Eppure, il Napoli vince con una media di 3 gol abbondanti a partita e la Juventus pareggia con l’Espanyol. Non facciamo perché non vogliamo fare paragoni, ma comunque c’è da dire che gli spagnoli non giocheranno in nessun torneo continentale, e inizieranno il campionato insieme a noi. L’Hertha, invece, inizierà una settimana più tardi. E parteciperà all’Europa League.

Il resto, al di là dei numeri, si compone di giudizi estetici e sensazioni personali sulla qualità del gioco. Il Napoli è molto simile a sé stesso, alla squadra degli 82 punti. Un accentratore offensivo è stato sostituito prima da un attaccante di inserimento, poi da un centravanti di movimento. Una scelta che ha pagato, eccome, i suoi dividendi in questo calcio d’estate: Gabbiadini, assolutamente fuori fase contro Nizza ed Hertha, è stato scintillante contro il Monaco. Milik, ancora non ufficiale al tempo di Napoli-Nizza, ha risposto “presente” ieri in modo forte e chiaro. Per chi scrive, meglio il polacco: più portato a giocare come serve al Napoli, molto meno forte ma anche meno egoista di chi l’anno scorso giocava in quel ruolo. Si può lavorare su di lui, mentre è più complicato farlo con Gabbiadini. Che, a un’evidente incompatibilità tattica, accoppia un atteggiamento perenne e perennemente in bilico tra lo sconforto e la rassegnazine.

Detto questo, il resto della manovra è parso sempre sorretto da un’idea, che poi è la cosa che ha contraddistinto sempre il Napoli, non solo quello di Sarri. Quello di Sarri un po’ di più, però. Le cose non accadono per caso, mai. Sono sempre frutto di un lavoro situazionale fatto in allenamento. E si vede, in partita, soprattutto quando il ritmo degli avversari scende e il Napoli può distendersi con sicurezza. Altre cose da sottolineare: il cambio di movimenti che si è visto già a Dimaro, con gli attaccanti a lavorare di sponda con giocate di prima prima, senza portare molto palla (alla Higuain); e poi l’unico limite grosso del collettivo di Sarri, ovvero l’incapacità di giocare la partita sotto ritmo. Lo vedi nei primi minuti di ieri, con l’Hertha a martellare e il Napoli a soffrire un po. Dopo, però tutto è cambiato. E si è vinto 4-1. Di forza, classe, ma anche di maturità e consapevolezza. Tutto insieme, si potrebbe definire come “prontezza”.

Insomma, la squadra sembra pronta – appunto – per vedere quanto vale al battesimo del fuoco, al momento di cominciare a mettere punti in cassaforte. L’incognita è capire se e come affronterà la pressione della posta in palio, perché il calcio d’estate è un’altra cosa. Da cui trarre indicazioni su quello che sarà quando si inizierà a fare sul serio. Di quelle, possiamo fidarci. E fidatevi anche di chi scrive: sono buone, ottime. Non c’è molto da metabolizzare, il Napoli è una macchina che va avanti da sola per una strada bellissima, rischiosa ma bellissima. E inizierà già rodata, forse anche a mille, per riaccendere l’entusiasmo di cui c’è bisogno. Dai che ci siamo. 

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