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Sarri e il bastone per Koulibaly, aspirante top player che deve ancora crescere

Il tecnico ci ha detto che Koulibaly può essere ancora più forte di così: già l’anno scorso è andata in questo modo, pungolarlo ancora vuol dire guardare davvero a un difensore di livello mondiale.

Sarri e il bastone per Koulibaly, aspirante top player che deve ancora crescere
Kalidou Koulibaly nell'amichevole Napoli-Virtus Entella - foto Matteo Ciambelli

Sarri ha vissuto un’intera conferenza stampa sul filo sottile dell’equilibrio. Chi si aspettava un “entusiasmo cazzuto” è rimasto un po’ deluso, chi invece aveva pensato a un Sarri totalmente dimesso si è trovato di fronte lo stesso realismo dello scorso anno. Anche le parole sono state utilizzate con circospezione, tranne in alcuni momenti precisi. Uno, quello su Higuain e la Juventus (la storia dei coglioni girati), che è umanamente comprensibile; l’altro, invece e a sorpresa, riguarda Kalidou Koulibaly. Che ha sicuramente vissuto un’estate stranissima diviso tra le offerte (?) sempre più insistenti provenienti dall’Inghilterra, un rinnovo che non è (ancora) arrivato e il solito ruolo da assoluto cannibale difensivo nella preseason del Napoli.

Il francosenegalese si è fatto tutto il ritiro di Dimaro, era uno dei pochi titolarissimi presente già dall’inizio della preparazione. Considerando l’iniziale assenza per infortunio di Albiol, era l’unico centrale vero a disposizione di Sarri nelle esercitazioni sulla linea difensiva. La distanza, anzi lo scarto in valore assoluto, tra lui e i suoi (giovani) compagni di reparto si avvertiva tutta. Kalidou giganteggiava, per usare un termine enfatico. Con il fisico, ma anche con la sua formidabile capacità di lettura situazionale: anticipo, scatto all’indietro, marcatura. Concettualmente, tutto preciso se non perfetto.

Eppure, ieri Sarri ci è andato di bastone con lui. Altro che carota. I «venti minuti di cazzate di Berlino» sono l’ennesima conferma di come il tecnico toscano creda nelle qualità assolute dell’ex Genk. E di come le “spinga” verso l’alto tramite un atteggiamento particolare, che è esigente al limite della severità. Anche l’anno scorso, pur se meno pubblicamente, andò allo stesso modo: Kalidou non fu schierato alla prima di campionato a Sassuolo e ad Empoli, giocò (in mezzo) una partita discreta con la Sampdoria (dove, invece, fu pessimo Albiol) e poi esplose letteralmente insieme al Napoli, contro il Bruges e contro la Lazio. Da lì in poi, una stagione eccellente.

Eccellente, però, non ci pare il termine adatto. Proviamo ad andare oltre. E a fare un’analisi circostanziale, contestualizzata. Koulibaly ha delle doti fisiche e tecniche spaventose, e le sue partite nel Napoli 2015/2016 non erano altro che all’altezza di questi parametri. E di un contesto tattico e difensivo finalmente funzionante ma soprattutto funzionale al suo gioco. Perfetto per Kalidou. Molto più di quello disegnato da Benitez, che dopo un inizio promettente aveva fatto scadere al minimo le prestazioni di Koulibaly. Da un sistema basato su una ripetuta inferiorità numerica e sulla copertura dello spazio alle spalle (in fase di non possesso), si è passati a un sistema di difesa proattiva, con un gran numero di calciatori in zona palla e la possibilità di avere non solo un appoggio immediato del compagno, ma anche un numero minore di avversari da seguire. Koulibaly si è giovato di tutto questo, e ha disputato partite di assoluto livello. In cui non ha commesso neanche un errore. In altre occasioni, invece, un paio di letture sono state fatte male. Ci viene in mente Inter-Napoli, ad esempio. Oppure, per l’appunto, i primi venti minuti di Berlino. I momenti che fanno arrabbiare Sarri, che (forse) determinano la necessità di rimanere un altro anno a Napoli prima di spiccare il volo. Ma il volo vero, roba non inferiore a Chelsea, Real Madrid o Manchester United.

La verità è che Sarri vuole di più. Il tecnico toscano vuole un Koulibaly sempre perfetto, sempre pronto a quelle partite di assoluto livello che sono abbondantemente alla portata delle sue skills. Roba della categoria “migliori difensori del mondo”, abbondantemente da top club. Coerente con la valutazione altissima che il Napoli ha portato sul mercato, e che si ripeteranno anche in caso di (inevitabile) clausola rescissoria. L’avevamo già scritto durante il ritiro di Dimaro: Koulibaly, per un altro anno al Napoli, era la soluzione migliore. Per tutti. Si sta verificando, almeno fino all’offerta irrinunciabile dell’ultimo giorno di mercato. Sarri ha già usato di nuovo il bastone, forse il modo migliore per far evolvere ancora di più il ragazzo. Che forse firmerà un (meritato) rinnovo a cifre raddoppiate e si godrà un altro anno di crescita. È quello che gli serve, e lui serve a noi. Ancora più forte, perché può diventarlo. Sarri gliel’ha già fatto capire, di nuovo. A modo suo, che forse è quello giusto. Un anno dopo, si riparte. E se dodici mesi fa qualche colpo di bastone ha causato una metamorfosi così bella e profonda, siamo ben lieti di vedere a cosa potranno portare quest’anno.

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