ilNapolista

De Zerbi, l’allenatore che ama giocare a calcio

Il Napoli a Palermo ritrova una vecchia conoscenza. De Zerbi è il tecnico più giovane della serie A e guida, con Oddo, la nouvelle vague delle panchine.

De Zerbi, l’allenatore che ama giocare a calcio

Volessimo fare i maligni, potremmo dire che se l’aspettava. E che per questo, dopo la splendida ma amara cavalcata dell’anno scorso, ha preferito lasciare il Foggia e iniziare da allenatore libero questa stagione. Roberto De Zerbi, il nuovo allenatore del Palermo, torna a Napoli dalla porta principale. Da tecnico di serie A, dieci anni esatti dopo il primo scampolo di conoscenza con questa squadra, questa terra, questa città. Si giocherà il 10, questo video qui sotto è dell’8 ottobre 2006. Napoli-Rimini. Primo gol del fantasista bresciano in maglia azzurra.

Primo di tre, l’unico al San Paolo (segnerà a Lecce e Trieste). No, non fu una grande stagione, quella. Ma la colpa fu del Napoli e di Reja che trovarono una loro quadratura particolare con la difesa a tre e la coppia di attaccanti Calaiò-Sosa, e con i due acquisti-crack dell’estate in panchina. Bucchi e, appunto, De Zerbi. Forse è da lì, da quell’esperienza che avrebbe dovuto essere di consacrazione e invece fu molto deludente, che nasce l’idiosincrasia del bresciano per il gioco difensivo. Un merito indiretto di Reja. Ci piace immaginare che sia così.

Dopo quell’esperienza, De Zerbi resta di proprietà del Napoli fino al 2010. Poi emigra in Romania, al Cluj, dove trova una sua dimensione pure internazionale e vince due campionati. Non da protagonista, questo no. Nel frattempo, però, pensa e studia da allenatore. A novembre del 2013 è già sulla tolda di comando del Darfo Boario, in Serie D. A Brescia, vicino casa sua. 13 sconfitte, 5 vittorie e 5 pareggi in 23 partite di gestione. Male, penserebbe qualcuno. Invece una città che non l’ha mai dimenticato gli offre una chance al piano di sopra. Subito, in terza serie. Siamo a Foggia, dove il nostro ha giocato la miglior stagione della carriera (10 gol in Serie C1, anno 2002-2003) e avvia la sua nuova parabola. Due stagioni, e ogni tanto il nome che rimbalza tra gli addetti ai lavori: “Oh, ma l’hai visto il Foggia di De Zerbi? Caspita, se gioca bene”.

Due stagioni di calcio ricercato, offensivo. Le citazioni, il rumore di fondo che cresce. Fino alla scorsa stagione, quando una finale playoff ad altissima tensione – in uno scontro tra nobili decadute contro il Pisa – mette fine al sogno. E a un sodalizio che sembrava rinnovarsi. De Zerbi, infatti, lascia la Puglia il giorno prima di Ferragosto. Forse, a voler essere maligni, Zamparini l’ha già chiamato.

Dopo il suo arrivo a Palermo, la rete è un proliferare continuo di articoli sul suo modo di giocare. Un calcio particolare, il suo, soprattutto se si pensa che nasce e si afferma sui campi tutt’altro che “simpatici” della Lega Pro. Si definisce così, De Zerbi, parlando del suo calcio: «Penso che i risultati arrivano solamente col gioco. Senza gioco è difficile ottenere qualcosa di buono, o vinci per gli episodi o perché sei nettamente più forte rispetto agli altri». E gioco, per De Zerbi, vuol dire innanzitutto atteggiamento: palla bassa, ricerca di scambi e movimenti continui degli undici giocatori. Tutti attaccano, la squadra si muove in blocco. E quindi, di conseguenza, tutti difendono. Il modulo è variabile, l’impostazione no. Ci sono partite da 4-3-3 (lo schema più utilizzato a Foggia), ma anche da difesa a tre.  Come Reja, dieci anni fa a Napoli. Ma anche con tre attaccanti, alla ricerca di un equilibrio che possa essere bello e godibile anche per chi guarda.

A 37 anni, De Zerbi diventa l’allenatore più giovane della Serie A. Il suo esordio contro il Napoli, un passato che come abbiamo visto è luci ed ombre, avverrà però in tribuna: residui della finale playoff Foggia-Pisa, una squalifica che non ha ancora scontato. Intanto primi allenamenti diretti in Sicilia e un’ulteriore conferma di quanto scrivemmo tempo fa, parlando di Oddo e della nouvelle vague del calcio italiano, sempre più aperto e attento a tecnici dal calcio sbarazzino e divertente. De Zerbi è un capofila di questa categoria, l’abbiamo capito e l’ha dimostrato. Il suo compito non è facile, al Palermo manca qualcosa a livello di organico e l’ambiente, da Zamparini in giù, è quello che è. Vediamo come andrà a finire.

ilnapolista © riproduzione riservata