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Fame Napolista – ep02 / Jordan Amavi, sulle tracce dei terzini top class

Un ex wonderkid fermato da un grave infortunio: terzino sinistro di spinta, aggressivo in difesa, gioca nell’Aston Villa e avrebbe un costo relativamente basso.

Fame Napolista – ep02 / Jordan Amavi, sulle tracce dei terzini top class

Chi non vorrebbe nella propria squadra un terzino veloce, esplosivo, robusto e anche tecnico, dribblomane e ambidestro? Domanda banale: chiunque lo vorrebbe.  Ma probabilmente per trovare un giocatore così bisogna andare a scomodare gli Alaba e i Filipe Luís di questo mondo, gente da Bayern Monaco e Atletico Madrid. Top-class a livello mondiale. Giocatori non accessibili per una società come il Napoli. E l’obiettivo di questa rubrica è proprio quello di trovare prospetti di grande avvenire che potrebbero vestire la maglia azzurra.

Si potrebbe cercare, dunque, un profilo simile, un giocatore che si affacci sullo stesso tracciato dei due fenomeni di cui sopra. Insomma, un progetto di quel giocatore descritto. E un progetto più che valido sembra Jordan Amavi, terzino sinistro francese che aspira alla maglia dei Bleus (quella dei grandi, perché con l’U-21 ha già esordito). Un classe ’94 di belle speranze che attualmente veste la maglia dell’Aston Villa.

Fermi tutti, siamo partiti da Alaba e Filipe Luis, abbiamo immaginato la nazionale francese, e siamo finiti in una seconda divisione, la Championship inglese: da qualche parte, in questa storia, deve esserci un intoppo. Basta vederlo giocare un paio di volte, Amavi, per capire che giocatore sia. Anche perché superati i primi 180′ ammaliatori dà sempre la stessa sensazione: ti aspetti quel definitivo passo in avanti che lo consegni al calcio come un ottimo giocatore, e invece Jordan lascia quel lieve amaro in bocca che solo uno studente di terza elementare di quelli “bravo-ma-non-si-impegna” sa lasciare. Perché le potenzialità sono tutte pronte per essere espresse, ma poi manca sempre l’ultimo step.

I piedi sono entrambi educati. Il destro – per essere il piede debole – sa fare egregiamente il suo lavoro: cross e dribbling riescono più che bene, ed è quel che serve ad un terzino. Il sinistro è ottimo per uno che nominalmente fa il difensore. La superba tecnica di base gli consente di essere totalmente autonomo in fase offensiva: la sua azione preferita nasce da una conduzione palla in progressione – senza sdegnare eventuali 1 vs 1 nel tragitto, anche sterzando verso il centro del campo (1,86 dribbling riusciti a partita) -, e puntare lo spigolo dell’area da dove può rendersi pericoloso con i traversoni e percussioni individuali.

Highlights personali di Jordan Amavi: Aston Villa-Birmingham City, Capital One Cup 2015/2016

Atleticamente è un portento, le sue progressioni sono molto difficili da seguire anche per un esterno di fascia molto attento in copertura (si prenda Callejon come esempio). Più che rispettabile nei contrasti aerei in entrambe le aree di rigore, qualità che gli ha permesso di mettere a segno diversi gol nella sua breve carriera. Offensivamente non ha nulla da invidiare ad un giocatore come Ghoulam: potrebbe creare triangoli di possesso sulla sinistra insieme ad Hamsik e Insigne, proprio come fa l’algerino, ma rispetto a quest’ultimo Amavi ha un altro passo quando si tratta di avanzare in progressione.

Difensivamente è un giocatore molto aggressivo. Difficilmente lo si vede aspettare, temporeggiare e ragionare insieme all’intero sistema difensivo. Il terzino di Tolone preferisce correre contro il suo avversario, come fosse la sua preda, per strappargli il bottino dai piedi nel più breve tempo possibile. Non sempre questa è la soluzione preferibile, ma è difficile convincere uno con un fisico così prestante a rimanere nei ranghi e non tentare un anticipo o un movimento felino che il suo corpo gli consente in ogni momento della partita, sempre e comunque. E i numeri sono dalla sua: 4,58 intercetti a partita e 3,08 tackle per 90 minuti (dati risalenti alla stagione 2014/2015, ovviamente la sua migliore). Un difensore non molto disciplinato, che però potrebbe essere “sopportato” dalla difesa partenopea grazie alla cura dei dettagli che contraddistingue Hysaj (sulla fascia opposta) e alla capacità di Koulibaly di uscire in agguato anche in posizione defilata. E potrebbe essere comunque “normalizzato” dal lavoro di formazione di Sarri.

Il suo atteggiamento difensivo, come spesso accade in questi casi, porta con sé la più logica delle conseguenze: riceve troppi cartellini gialli. Ben 11 nella stagione 2014/2015. Ma nonostante questi numeri la terza linea di Sarri potrebbe aver bisogno di uno come lui. Così come succedeva al Napoli di Reja ai primi anni di Serie A. Quel Napoli non poteva fare a meno della grinta e del dinamismo di tale Manuele Blasi, anche se questi nella stagione 2007/2008 si vide sventolare in faccia il giallo ben 15 volte. Numeri che hanno portato gli avversari a considerare il mediano tra gli uomini più pericolosi della terra, secondo solo a un certo Pinochet che terrorizzò il VENEZUELA in un periodo storico non meglio precisato.

Qualche spunto delle qualità di Amavi: ci sono anche tante chiusure difensive.

Descritto così, però, Amavi non sembra un giocatore da seconda divisione. Vediamo la parabola della sua carriera dov’è arrivata. È cresciuto nelle giovanili del Nizza (neanche troppo distante dalla sua Tolone)  una specie di miniera d’oro per chiunque voglia fare del calcio la sua professione e la sua vita.

La stagione 2013/2014 è la sua prima tra i professionisti ed è quella in cui inizia ad inserirsi negli articolati meccanismi della formazione allenata da Claude Puel. Diciannove presenze (di cui 9 da titolare) per un totale di 1011 minuti sono un discreto bottino se consideriamo i soli 19 anni. Ad agosto 2014 il grafico della sua carriera inizia a fare strada sull’asse delle ordinate, punta verso l’alto: partito Kolodziejczak, Amavi si impone come una delle colonne della difesa rossonera. Il Nizza va forte, è pieno zeppo di giovani interessanti come Mendy, Bosetti, Carlos Eduardo, e la crescita è costante: dopo il 17° posto del 2013/2014 arriva un piazzamento a metà classifica, che è già un ottimo biglietto da visita per una squadra data per spacciata – o quasi – ad inizio stagione.

Trentasei presenze da titolare e 4 gol (tutti in area di rigore sugli sviluppi di un calcio piazzato) nella stagione 2014/2015  lo consacrano come uno dei migliori prospetti nazionali nel suo ruolo al pari di Kurzawa e Digne. Nell’estate del 2015 il suo nome viene accostato a molti club, e alla fine a spuntarla è una squadra inglese – nessuno può dire che i soldi non contano – e il giovane Jordan, appena 21enne, si trasferisce all’Aston Villa per 11 milioni di euro. Una cifra non indifferente per un ragazzino. Dieci partite nelle prime dodici giornate di Premier League e una valutazione in crescita costante: dal milione e mezzo di novembre ’14 ai 10 di agosto ’15 (dati transfermarkt). Poi a novembre, durante una partita con la selezione Under-21 francese, Amavi si rompe il legamento crociato e deve salutare definitivamente quella che poteva essere la stagione del grande salto, quella che l’avrebbe portato ad ambire ad un grande club.

Mistero risolto: il tappo che ha frenato la sua ascesa verso una carriera da grande giocatore è indubbiamente questo.

Chi non vorrebbe avere in rosa uno che esulta così?

Rientrato dall’infortunio si è ritrovato in Championship e con un allenatore differente: Remy Garde è stato sostituito da Roberto Di Matteo (in realtà c’è stata una breve parentesi con Erick Black, ma è durata da marzo a giugno 2016). Il coach italiano non sembra voler fare affidamento sul francese e già in estate Amavi era al centro di alcuni rumors che lo volevano al Milan, al Liverpool (qualcuno sussurrava che Klopp stravedesse per lui), squadre di un certo livello, di certo nessuna di seconda divisione. Per questa stagione Di Matteo sembra aver puntato su Aly Cissokho nella posizione di terzino sinistro, un giocatore esperto e potente, ma di certo con meno prospettiva di un Amavi che, sin qui, vede il campo con il contagocce.

#DayOff #23

Una foto pubblicata da Jordan Amavi ?? (@misterr_jo) in data:

L’ultimo ritratto pubblicato da Jordan sul suo profilo ufficiale Instagram.

Potrebbe allora tornare utile al Napoli. Amavi ha tutte le carte in regola per atterrare a Capodichino a gennaio o a luglio 2017: è giovane, ha fame, il costo del cartellino sarebbe relativamente contenuto perché probabilmente i Villans non sarebbero in grado di chiedere la stessa cifra con la quale lo acquistarono dal Nizza, non dopo un anno ai box e uno (o mezzo) in panchina.

Oltretutto potrebbe essere utile sin da subito agli azzurri vista la sicura assenza di Ghoulam a gennaio – causa Coppa d’Africa – e la fiducia non proprio pienissima che Sarri sembra nutrire per Strinic (anche se col Bologna il croato ha giocato titolare). Amavi è lì, pronto per riprendere il discorso da dove l’aveva lasciato. Vuole ridare alla sua parabola un andamento verticale e il fuoco delle sue potenzialità ha bisogno della giusta scintilla per riprendere a bruciare come faceva. Possibile che una scintilla si possa chiamare Maurizio Sarri?

 

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