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Koulibaly esordisce in Champions e domina: il suo percorso a Napoli è meraviglioso

Da brutto anatroccolo difensivo a leader della retroguardia. Anche sul massimo palcoscenico, anche con un’età ancora verde. Godiamocelo, è una nostra costruzione.

Koulibaly esordisce in Champions e domina: il suo percorso a Napoli è meraviglioso
(foto Matteo Ciambelli)

Kalidou Koulibaly è un po’ la solita storia della flagellazione e dell’autoflagellazione. Il contrario di quello che è avvenuto oggi a Torino e dintorni, quindi anche sui giornali, attorno al mercato della Juventus e al match dei bianconeri col Siviglia. Ce l’ha spiegato Massimiliano Gallo, mentre invece noi vi spieghiamo cosa si dice e cosa si racconta di Koulibaly. A Napoli. “Rinnoverà, ma è già venduto l’anno prossimo”, “la clausola vuol dire metterlo già in vendita”, “non è felice di stare qua e si vede”, “De Laurentiis ne farà scappare un altro e incasserà altri soldi” e varie e similari.

Intanto, però, Kalidou Koulibaly è un calciatore del Napoli. Pienamente, fieramente, del Napoli. I due avverbi li abbiamo messi noi nel senso che per noi è così, e forse dovrebbe esserlo anche per i tifosi. Sarebbe meglio godersi queste cose. Per Kalidou, non sappiamo com’è. Sappiamo solo che comunque, volente o nolente, oggi è un difensore del Napoli. Ed è probabilmente il miglior difensore del Napoli. Ed è probabilmente uno dei migliori difensori d’Europa, se non ora almeno in prospettiva.

L’abbiamo visto a Kiev, su un palcoscenico che non sarà il Camp Nou ma era comunque Champions League. Cioè il massimo dei massimi, a livello globale. Kalidou ha esordito (sì, esordito!) nel torneo più importante del mondo e ha mostrato i suoi pregi e pure i suoi difetti. Solo che i primi sono decisamente in maggioranza rispetto ai secondi. Il brutto della prestazione del francosenegalese è tutto nei pochissimi secondi di “musciaria” (senegalese stretto) sul gol, che poi è una semplicissima lettura sbagliata dall’intero collettivo difensivo. O in qualche altra piccola sbavatura di concetto, che per un ragazzo che esordiva (ripetiamo, esordiva!) in Champions League a 25 anni (la grande difesa della Juventus ha 32 anni di media, quella titolare del Bayern l’altro ieri sera 27,5, quella del Real 26,5) è pure comprensibile.

Il resto di Kalidou è strapotere. Tecnico, fisico, difensivo. Pure il primo gol di Milik nasce da lui, da una sua apertura che è un’intuizione semplice che però devi individuare e portare a termine. A noi, quelli cui piacciono tanto le cifre per dimostrare oggettivamente una suggestione, un totale di 4 tackle riusciti, 2 palloni spazzati e una conclusione ribattuta ci sembrano numeri positivi. In una partita in cui il Napoli ha sofferto per pochissimi minuti di gioco e ha concesso non più di due occasioni nitide.

Koulibaly è fondamentale per il Napoli, perché ha la velocità e l’esplosività fisica per giocare di fisico e coprire la profondità alle sue spalle. Nello stesso momento. Possiede la forza per sopperire pure alle mancanze atletiche di Albiol che non è mai stato un fulmine di guerra e ora va anche per i 31. Dà la possibilità di giocare con la difesa alta, altissima, perché riesce sempre a seguire il movimento del pallone e pure a essere implacabile sull’avversario. I suoi errori si contano sulle dita di una mano, sono black out momentanei che mandano in tilt il dispositivo difensivo. Ne abbiamo parlato a inizio campionato, dopo i 4 gol subiti tra Pescara e Napoli-Milan. La condizione sta crescendo, e automaticamente sta crescendo pure Kouly. Come volevasi dimostrare.

Il prossimo sfizio è vederlo in coppia con Maksimovic. La narrazione del calciatore serbo non è molto dissimile, almeno dal punto di vista delle caratteristiche tecniche, da quella di Koulibaly. Pure lui è uno veloce, che gioca d’anticipo ma che proprio per merito della sua gamba riesce anche a fare il difensore di posizione, a copertura dello spazio dietro le spalle. Secondo i rumors, potrebbe succedere in Napoli-Bologna. A quel punto, Sarri avrà raggiunto un checkpoint importante del suo percorso con Koulibaly: da brutto anatroccolo difensivo con grandi doti potenziali finite nel cassetto (ricordate i primi tempi di Kalidou al Napoli? Ricordate il Kalidou di Empoli-Napoli 4-2?) a leader gerarchico della retroguardia, a gestore della coppia centrale con un suo alter ego non ancora pienamente inserito negli schemi. Un percorso bellissimo, che ha portato l’ex Genk fino alla shortlist dei top player. E che dovremmo goderci proprio per questo, perché è una nostra costruzione. Senza pensare che poi sarà ceduto, perché potrebbe anche non avvenire. Del resto, l’avevamo già dato al Chelsea ma è ancora là, a crescere e migliorare ancora. Che bella cosa.

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