Ci siamo tutti un po’ scordati di lui, ma Giaccherini è una certezza: sarà fondamentale per questa squadra. Forse, già a partire da Palermo.
Ieri, con un certo piacere e pure una buona dose di approvazione, abbiamo pubblicato un’intervista di Fulvio Valcareggi, procuratore di Emanuele Giaccherini. Ci è piaciuta, gli abbiamo dato un titolo significativo: “Un altro procuratore è possibile: Furio Valcareggi, agente di Giaccherini: «All’80% sarà a Palermo»”.
Una delle dichiarazioni rilasciate a Radio Crc suona pressappoco così: «A volte i giornali dimenticano e un po’ snobbano Giaccherini, ma non c’è problema». Ci sono fischiate le orecchie, ci siamo sentiti un po’ chiamati in causa. È vero, abbiamo un po’ dimenticato Giaccherini. L’abbiamo messo in secondo piano, ma non è stata proprio tutta colpa nostra. Forse una motivazione di questa dimenticanza diffusa si fa risalire anche all’infortunio che gli ha tolto gli ultimi giorni del ritiro a Dimaro, che poi erano anche i primi di chi, come lui, era reduce dagli Europei (giocati da titolare, e benissimo). Una piccola passerella per salutare il pubblico prima di Napoli-Nizza, poi la scomparsa dai radar. Un peccato per lui, un contributo alla scarsa memoria per noi.
Ci sentiamo un po’ colpevoli, ma quello che dichiareremo ora, oggi, in data 7 settembre 2016, non è per riparare. Anzi. Lo grassettiamo pure: Emanuele Giaccherini sarà un calciatore fondamentale di questo Napoli. Sarà fondamentale perché, come avevamo anticipato in tempi non sospetti, avrà il delicatissimo ruolo di “alternativa a Callejon”. Che è un ossimoro, perché Callejon è unico nel suo genere e quindi insostituibile. Giaccherini sarà un’altra cosa: non ha la lettura degli inserimenti dello spagnolo, non è così dannatamente bravo a tagliare alle spalle del difensore. Ma come corsa, applicazione e utilità tattica siamo lì. Giaccherini è l’equilibrio, è la possibilità di riscrivere il tridente senza perdere la capacità difensiva sulla fascia destra.
È, soprattutto, una di quelle cose nuove del Napoli che l’anno scorso non c’erano. È una possibilità di riposare per Callejon senza che si abbassi troppo la qualità assoluta. Certo, le caratteristiche sono diverse: Giaccherini tiene più palla, lavora in un modo meno immediato dello spagnolo. Ma ha uno storico di carriera che fa deve far dormire sonni tranquilli, soprattutto per adattabilità ai vari ruoli: un esordio in Serie A come esterno d’attacco di un tridente (toh), l’evoluzione in esterno (indifferentemente di destra o di sinistra) in un centrocampo a quattro o a cinque con la Juventus, l’utilizzo sporadico e poi sempre più frequente come mezzala di inserimento e cucitura del gioco, in Nazionale prima e al Bologna poi. Valcareggi, nell’intervista di cui sopra, dice che «la forza di Emanuele è questa duttilità che tutti gli riconoscono». Appunto.
E poi, last but not least: corsa, impegno professionalità. I napoletani, a naso, non amano particolarmente Antonio Conte. Non è però sbagliato dire che il tecnico leccese sia uno dei più bravi al mondo, e gli Europei giocati alla pari contro Belgio, Spagna e Germania lo dimostrano. Entrare nelle grazie di uno così non è facile, e il fatto che Giaccherini sia un suo feticcio vero e proprio, tecnicamente e tatticamente, è una garanzia. Al di là di appartenenze e simpatie varie.
Secondo il suo procuratore, Giaccheriño (a proposito: Caressa lo chiamerà ancora così?) sarà parte del gruppo già a Palermo. Se conosciamo il nostro allenatore, difficilmente ci sarà la possibilità di vederlo titolare. È troppo presto, e Callejon è Callejon. Imprescindibile. Non ci sorprenderebbe, però, un ingresso a partita in corso. Per far rifiatare lo spagnolo, perché Giaccherini (ri)prenda confidenza con questo ruolo, con il Napoli. Con quello che dovrà essere: uno di quegli elementi che permetteranno a Sarri di giocare ogni tre giorni al gioco delle coppie: ogni giocatore della squadra titolare ha un sostituto in grado di non farlo rimpiangere, almeno teoricamente. Una novità creata grazie a quest’ultimo mercato e di cui Giaccherini, uomo polivalente per eccellenza (l’idea che possa essere pure il settimo centrocampista è tutt’altro che campata in aria, soprattutto visto il ritardo di condizione di Diawara e il necessario periodo di adattamento da concedere a Rog) potrebbe essere un simbolo. Anche se ha 31 anni ed è stato pagato appena un milione e mezzo in evidente contrasto con il resto del calciomercato del Napoli 2016/2017. Nonostante questo, noi siamo a ridirlo e a grassettarlo di nuovo: Emanuele Giaccherini sarà un calciatore fondamentale di questo Napoli. Perché sarà una certezza cui appendersi in alcuni momenti di difficoltà, perché è affidabile e servirà a far rifiatare i titolari e offrirà un’alternativa importante, di esperienza e solidità. Noi scommettiamo su di lui. Anche se a volte ce ne siamo dimenticati.