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Deportivo Maldonado: giovani stelle in seconda divisione per aggirare le leggi sulle Tpo

Il Guardian prosegue l’inchiesta inglese sul calciomercato: il club uruguagio ha acquistato e poi ceduto Alex Sandro, Calleri e Rulli senza che giocassero un solo minuto.

Deportivo Maldonado: giovani stelle in seconda divisione per aggirare le leggi sulle Tpo

Continua la splendida inchiesta dei giornali inglesi sul mondo (marcio) dei trasferimenti calcistici. Oggi, un bellissimo articolo del Guardian racconta la strana storia del Deportivo Maldonado, un club di Segunda Division uruguayana che però, secondo i tabulati del calciomercato di questa estate, ha ceduto Geronimo Rulli al Manchester City e Jonathan Calleri al West Ham. Due calciatori importanti (Rulli è in prestito alla Real Sociedad, entrambi giocano con le nazionali giovanili argentine e sono considerati delle promesse per il futuro) sono sono stati quindi di proprietà di un club alla stregua del Carpi o della Pro Vercelli. Anzi, anche di meno, considerando che il Guardian scrive che nella serie cadetta uruguagia, lo stipendio medio si aggira sulle 300 sterline mensili. Roba da Serie D, Eccellenza e Promozione.

Eppure, il Deportivo Maldonado non è nuovo a questo tipo di investimenti. Alex Sandro, attualmente alla Juventus, è passato per il club biancoverde, esattamente come Marcelo Estigarribia (altro calciatore transitato per la Torino bianconera). Il Deportivo, fonte Transfermarkt, ha investito 28 milioni in calciatori acquistati a partire dal 2009: non una data casuale, ma l’arrivo di una nuova proprietà straniera non meglio identificata. Che, come scrive il Guardian, potrebbe aver impostato un vero e proprio business di trasferimenti ponte, una scappatoia regolamentare per aggirare i regolamenti sulle Tpo e condurre in Europa calciatori dal Sudamerica. Quest’anno, ad esempio, oltre a Rulli e Calleri, è toccato anche a Willian José, oggi alla Real Sociedad (anche lui) ma con un passato nel Real Madrid.

Nel pezzo del Guardian, ci sono numerose testimonianze riguardo le trattative con il club uruguagio, che in realtà maschererebbe un vero e proprio riciclo di calciatori acquistati e rivenduti a peso d’oro per conto di fondi di investimento e agenti internazionali. Che attraverso la collaborazione con quelli che sarebbero i proprietari del club (secondo il Guardian e le informazioni che ha raccolto), Malcolm Caine e l’avvocato londinese Graham Shear, permetterebbero di superare le restrizioni della Fifa sul Tpo e di alleggerire il carico fiscale sui fondi di investimento. Il tutto, sfruttando anche la favorevole legislazione uruguagia dal punto di vista fiscale. Caine si è difeso inviando al colosso dell’informazione finanziaria Bloomberg una mail in cui descrive il progetto del Deportivo Maldonado: «Il nostro investimento comprende infrastrutture, manageriali, know-how tecnico, medico e altre strutture, nonché i trasferimenti di sviluppo e di formazione». Eppure, come sottolineato anche dal Guardian, il club non è ancora riuscito a centrare la promozione in massima serie a sei anni dall’inizio di questa nuova era.

Pippo Russo, docente di sociologia all’università di Firenze studioso del fenomeno Tpo, è stato interpellato dal Guardian riguardo la vicenda Deportivo Maldonado. E il suo commento è amaro: «Penso che nulla sia realmente cambiato. A mio parere, questo è lo stessa situazione che si vive nella battaglia contro il doping. Quando le autorità vietano una sostanza, gli scienziati sono due o tre passi avanti. Lo stesso dicasi delle Tpo: quando la FIFA introduce una nuova regola contro questa pratica, gli investitori sono sempre due o tre passi in anticipo».

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