Polemica in Francia per il libro di Hollande. La piccata reazione dell’associazione calciatori e di Petit.
Un tackle in scivolata quello di François Holland sui calciatori della nazionale francese. Nel suo libro “Un presidente non dovrebbe dire che…”, in libreria da domani, il presidente attacca duramente i calciatori in più di un passaggio.
È chiaro che a livello di espressione c’è stato un abbassamento di livello Siamo passati da stelle poco istruite a bambini ricchissimi che non sanno nemmeno distinguere il bene dal male. La Federazione dovrebbe organizzare dei corsi per allenare anche il cervello”. E ancora: “Non c’è alcun attaccamento alla Nazionale, sono ragazzi di città senza riferimenti, né valori.
La reazione dei calciatori naturalmente non si è fatta attendere. In una lettera aperta, l’Unfp, l’Assocalciatori francese, ha replicato duramente, dichiarandosi scandalizzata dalle parole del numero uno dell’Eliseo: “I francesi non sono bestie e i calciatori con i quali ti piace metterti in posa a Clairefontaine o all’Eliseo non sono degli imbecilli. Non vorrei essere al suo posto a governare un popolo di ‘sdentati’ e amare uno sport praticato da esseri molli di cervello, ammesso che ne abbiano uno. In un bello slancio populista che denuncia nei suoi avversari, lei critica i benestanti, i privilegiati unendosi così a quelli che pensano che i calciatori, che non hanno studiato, guadagnano troppi soldi. E soldi facili, visto che è sufficiente tirare calci a un pallone…”.
Molto seccata anche la risposta di Emmanuel Petit, campione del mondo con la Francia nel 1998.
Posso capire che ci sono giocatori che danno il cattivo esempio ma generalizzare non è corretto – dice – Sono deluso, ma non sorpreso, darei anch’io delle lezioni alla nostra classe politica per rafforzare il cervello e suggerirei loro anche di frequentare qualche corso di etica. Noi giocatori, inoltre, creiamo ricchezza a differenza dei politici che vivono dei soldi della gente. Noi i soldi ce li guadagniamo e paghiamo le tasse, senza tradire nessuno.
Eppure Hollande è un appassionato di calcio, e in particolare della selezione transalpina. Il libro rischia di essere un altro autogol, dopo la polemica scatenata dall’utilizzo da parte del presidente della parola “sdentati” per indicare gli indigenti francesi. Bisognerà vedere come Hollande cercherà, stavolta, di salvare la rete.