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L’asino dell’Empoli che è scomparso dallo stemma tre anni fa

La fusione che portò alla nascita dell’Empoli è del 1920. Col Napoli ha in comune non solo il colore azzurro.

L’asino dell’Empoli che è scomparso dallo stemma tre anni fa
Gli stemmi dell’Empoli

Giusto il tempo di misurarsi in un paio di sfide strapaesane e il Foot Ball Club Empoli e la sezione calcistica dell’Unione Sportive Empolese, nati entrambi nel 1920, decisero pragmaticamente di fondersi in un’unica squadra che rappresentasse l’intera città. «A cura di alcuni giovani appassionatissimi allo sport – scrive dellastoriadempoli.it riportando una cronaca dell’epoca – si è costituita in Empoli una squadra per il giuoco del foot ball. Domenica prossima sosterrà un incontro amichevole a San Miniato con la squadra di quella città. Di questa nuova società è stato iniziatore l’egregio sig. Vieri Gamucci». La fonte giornalistica è datata 13 giugno 1920, le cariche sociali saranno assegnate solo in agosto.

Quella partita fu disputata qualche giorno dopo, al campo dell’Abetone il primo campo sportivo, situato dove oggi sorge Piazza Ristori. Dellastoriadempoli.it cita il Piccolo Corriere del Valdarno e della Valdelsa: «Giovedì sera alle ore 18,30 ebbe luogo, nel campo dell’Abetone, l’annunciata partita amichevole tra la nostra squadra Empoli Foot Ball Club e quella dell’Ardita Foot Ball Club di San Miniato. Nel primo tempo la squadra empolese ha segnato un gol, mentre la squadra di San Miniato ne ha segnati 2. Nel secondo tempo le squadre non hanno segnato gol. Molto pubblico assisteva all’interessante sfida».

Dunque sul far dell’estate, avvenne il battesimo di fuoco dell’Empoli. Dopo qualche incertezza sui colori (nella partita contro il San Miniato gli empolesi giocarono in rosso), i fondatori del neonato sodalizio non andarono troppo per il sottile e assunsero l’azzurro del campo del composito stemma municipale ignorando le numerose figure che vi compaiono. Da allora i giocatori saranno azzurri per sempre con rare eccezioni: nel 1921 ripresero fugacemente la maglietta rossa con i pantaloncini neri; nel Ventennio la divisa si colorò di nero con fascia orizzontale azzurra, infine nel 1947 l’Empoli disputò diverse partite con maglia e calzoncini gialli. Sul finire degli anni ’40 la divisa principale adottò più o meno stabilmente il completo azzurro con decorazioni bianche.

Il primo stemma dell’Empoli prevedeva una corona circolare azzurra sulla quale c’era scritto “Empoli F.B. Club”, all’interno era presente uno scudo azzurro con le lettere E, F, C bianche e sovrapposte. Nel periodo fascista fu imposto un logo pentagonale bianco con un contorno azzurro all’interno del quale era presente la scritta Pnf (in riferimento al Partito nazionale fascista) e un fascio littorio. Successivamente fu utilizzato lo scudo francese antico recante, in alto, la scritta “Empoli F.C.” in bianco e sotto una riproduzione stilizzata della Pieve di Sant’Andrea sempre color bianco; nel corso degli anni si ebbero una decina di variazioni di quello stemma, invertendo in bianco con l’azzurro o introducendo il giallo al posto del bianco.

A sorpresa, per tutti gli anni ’80 fece la sua comparsa un asino alato che sostituì la collegiata di Sant’Andrea, riapparsa di recente e mantenuta fino al 2013.

L’attuale stemma, è la rivisitazione di quello originale, del quale rimane solamente lo scudo azzurro e le lettere E, F e C in bianco, inoltre è presente in alto la scritta in bianco “Empoli F.C.” e l’anno di fondazione. Non c’è più la Pieve di Sant’Andrea.

Napoli contro Empoli, azzurri contro azzurri, presente contro passato. Persino un asinello da condividere: Maurizio Sarri vivrà la mozione degli affetti.

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