Andrea Agnelli all’assemblea degli azionisti della Juventus parla di tutto e dice qualche bugia sul rapporto con gli ultras per i biglietti.
È lo Juventus-day (e noi ne parliamo anche se ci chiamiamo il Napolista, ci rifacciamo a una Schengen culturale). Juventus-Day, dunque. Assemblea degli azionisti della società numero uno in Italia, non solo per numero di trofei vinti (il numero esatto degli scudetti non si conosce, nessuno lo dice mai), anche per fatturato. È il giorno dell’assemblea ordinaria degli azionisti che si è riunita sotto la presidenza di Andrea Agnelli. Tante le notizie che cercheremo di condensare per pillole.
Pogba e i 27 milioni versati a Raiola
Cominciamo da quelle cui siamo più legati. Come ribadito da un tweet del giornalista della Gazzetta dello Sport Marco Iaria:
La commissione pagata dalla Juve a Raiola per Pogba ammonta a 27 milioni. Secondo accordi sarebbero stati 18 con cessione entro 90 milioni.
Non è una novità, ne abbiamo scritto abbondantemente quest’estate, ma poiché ci fa godere, la riportiamo ancora una volta. La Juventus ha realizzato una plusvalenza di 72 milioni. Ventisette se li è pappati il buon Mino Raiola che ha magistralmente diretto l’operazione, un Francis Ford Coppola del calciomercato.
Pappa e ciccia con Tavecchio
Dei freddi numeri parleremo poi. La seconda notizia che più ci incuriosisce è l’inversione a U di Andrea Agnelli sulla Figc di Tavecchio. Molto interessante, anche per coloro i quali – non a torto – evidenziano sempre le giravolte politiche del nostro Aurelio De Laurentiis. Leggete con noi le frasi di Agnelli fino a poco tempo fa nemico dichiarato di Tavecchio:
Il presidente della Federcalcio e il direttore generale Uva sono un ticket di garanzia per le riforme del calcio da portare avanti, che sono poi abbastanza semplici. Valuteremo se dovessero esserci alternative ma rispetto a due anni e mezzo fa, Tavecchio e Uva hanno una percezione della macchina superiore, che può permettergli di gestire con un respiro più lungo.
Magistratura, ‘ndrangheta, ultras
Agnelli ha parlato della quisquilia dell’indagine della magistratura – seguita con grande lena dai mezzi di comunicazione – sui rapporti tra la Juventus e gli ultras per la vendita dei biglietti, con il coinvolgimento di soggetti legati alla ’ndrangheta. Queste le parole di Agnelli che contraddicono quanto detto ai magistrati dall’ex direttore marketing dei bianconeri Francesco Calvo:
La Procura ha avviato un’indagine, ma nessun dirigente della Juve è indagato. I sistemi di sicurezza dello Stadium sono adeguati, nessun dirigente ha mai regalato alcun biglietto omaggio. In sede processuale prenderemo in considerazione gli strumenti più idonei.
Lo stato di salute del calcio italiano
Andrea Agnelli ha poi parlato del calcio italiano, del suo stato di salute, di quanto dovrà crescere. «Il calcio italiano è fermo al 2006, le nostre condizioni di salute non sono quelle di Premier, Bundesliga e Liga. Dieci anni fa, i ricavi italiani erano simili a quelli degli altri campionati. Poi sappiamo cos’è accaduto (il riferimento è a Calciopoli, ipotizziamo). Il calcio italiano s’è fermato, la Juventus è ripartita tra il 2010 e il 2011, siamo indietro di cinque anni. In cinque anni abbiamo investito 350 milioni, siamo una società che sostiene il calcio italiano».
I numeri della Juventus
Agnelli definisce il calcio un settore in continuo sviluppo, «quello europeo è cresciuto del 25%, non sottovalutiamo la Cina che ha investito nel calcio e nemmeno la Liga americana. La Juventus è passata dai 172 ai 388 milioni del fatturato, il risultato netto da -95,4 a +4,1, abbiamo una rosa competitiva. Ci sono otto club che fatturano più di 400 milioni, poi Liverpool e Juventus che fatturano tra i 300 e i 400 milioni, una manciata tra i 200 e i 300 e una decina di club tra i 150 e i 200. Noi siamo a metà, c’è il rischio di essere intrappolati tra gli ultimi vagoni di prima classe e il primo di seconda classe. Bisogna riflettere sul fatto che Barcellona e Real hanno annunciato investimenti complessivi di un miliardo di euro su Bernabeu e Camp Nou”.
L’obiettivo è rendere la Champions League la competizione più seguita al mondo. Al momento la finale ha più audience di quella Nfl ma la Nfl ha il doppio dei ricavi.
Higuain
Ha parlato anche Marotta. Ha provato a fare il superiore sull’arbitraggio di Rizzoli e ha parlato della clausola rescissoria: «È un sistema moderno che il sistema Italia non ha ancora compreso molto bene. Nel caso di Higuain, abbiamo sfruttato un’opportunità costosa ma congrua al valore del giocatore; siamo felici di aver speso questa cifra, così come il Napoli dev’essere contento di aver incassato 90 milioni». Evidentemente il tema Higuain è caldo, perché il vicepresidente Nedved avverte l’esigenza di puntualizzare:
«Siamo contenti di lui, si impegna, è il miglior finalizzatore al mondo, i fatti ci daranno ragione». Un po’ sulla difensiva.