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Dopo Torino, non è finito nulla (maglia sudata a Diawara, quella asciutta ad Hamsik)

Il Napoli deve imparare dagli errori commessi sabato sera, ma ha ancora la possibilità di fare un’ottima stagione. Hamsik anonimo, ancora sotto la sufficienza.

Dopo Torino, non è finito nulla (maglia sudata a Diawara, quella asciutta ad Hamsik)

Per il quinto anno di fila si torna da Torino senza punti. Meno disfattisti e rassegnati di qualche altra volta, ma non meno arrabbiati. L’anno scorso con Zaza che segnò allo scadere, quest’anno con Ghoulam che ha involontariamente fornito due assist decisivi. E con Higuain, naturalmente, che come nei peggiori incubi ha siglato la rete decisiva.

Il Napoli allo Stadium ha fatto una buona partita, ha messo in difficoltà l’avversario per lunghi tratti. Era in formazione di emergenza, senza una punta vera e si è visto. Eccome se si è visto. Il pareggio sarebbe stato forse più giusto, ma la sconfitta rispecchia i valori in campo e in panchina.

Ora bisognerebbe evitare la sindrome del “è tutto finito”. Non è finito nulla. Il Napoli ha ancora a portata di mano tutti gli obiettivi della stagione (che nessuno della Società ha mai dichiarato, ma che per me sono: un posto in Champions League, il superamento della fase a gironi di CL e la finale di Coppa Italia) e avvilirsi dopo la bella prestazione di sabato sarebbe da stolti. Piuttosto si impari dagli errori e si cresca. Sarri non fa che dire che la squadra è giovane e che bisogna saper aspettare. Siamo d’accordo, ma mentre aspettiamo la maturazione di Rog non dimentichiamo di motivare i non giovanissimi, di far capire al capitano con che piglio, anche nelle dichiarazioni pre partita, va affrontata la Juventus, di insegnare a chi esce a rispettare le scelte dell’allenatore.

Veniamo alla maglia sudata per Juventus Napoli

Al terzo posto: Vlad Chiriches

Il rumeno è uno che gioca poco, quest’anno anche a causa di un infortunio in avvio di stagione, eppure quando è in campo sembra un veterano. A Torino aveva due clienti non semplici, li ha affrontati sempre nel migliore dei modi, mostrando sicurezza e intraprendenza. Non solo non ha fatto rimpiangere Albiol, ma probabilmente ha saputo dare qualcosa in più.

Al terzo posto: Kalidou Koulibaly

Non si fa superare mai in tutta la partita, si fa ammirare per un paio di sradicamenti del pallone dai piedi degli avversari come solo lui sa fare (e recupera complessivamente 11 palle). Allo Stadium è stato anche più puntuale del solito sugli stacchi aerei, nelle ultime partite non ne aveva davvero mai presa una. Da quando è entrato Cuadrado ha dovuto aiutare Ghoulam in palese difficoltà e lo ha fatto molto bene.

Mr. Maglia sudata per Juventus Napoli: Amadou Diawara

Dopo l’esordio in Champions League, un’altra responsabilità importante: parte titolare contro la Juventus e lo fa senza paura. Una partita non perfetta, la sua, ma giocata con autorevolezza. Soffre un po’ quando entra Marchisio (in grande spolvero) ma gioca una marea di palloni e completa quasi il 93% dei passaggi tentati. Recupera 7 palloni, di cui 5 in fase di copertura. Insomma, possiamo dirlo con certezza, una scommessa vinta del mercato del Napoli.

La maglia asciutta viene assegnata a: Marek Hamsik

Un’altra prestazione anonima, sotto la sufficienza. Portare la fascia di capitano di una squadra è sicuramente un riconoscimento per l’anzianità di servizio, ma è anche una responsabilità. Nel primo tempo subisce un fallaccio da tergo, l’arbitro fa continuare il gioco per il vantaggio ma non ammonisce l’autore del fallo. Non pervenuta la reazione dello slovacco. In occasione di una storica vittoria a Torino, dopo la rete dello svantaggio il nostro capitano andò a prendere la palla in fondo al sacco, prese Bagni sotto al braccio e gli disse “andiamo a vincere”. D’accordo, forse vivo nel mito, forse l’entusiasmo dei miei 12 anni di allora obnubila i miei sensi attuali, ma io non ricordo un capitano del Napoli che abbia promesso al figlio la maglia dell’avversario che, per un milione di motivi, era quello a cui dimostrare quanto vale il Napoli.

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