L’inversione a U del Pibe sul tecnico spagnolo, l’indulgenza per Gonzalo. E giudizi sparsi.
Sono stati i giorni di Maradona. Anche se noi, qui al Napolista, non è che abbiamo seguito con troppo interesse le dichiarazioni del Pibe, tornato in Italia per la Partita della Pace, ci piace sottolineare quelle che sono un po’ le contraddizioni che ce lo rendono tanto caro. Contraddizioni dialettiche, certo. Tipo la marcia indietro su Benitez, giusto un anno dopo le parole sullo zio Sari. Queste: «Io rispetto Sarri, ma non è il tecnico giusto per un Napoli vincente. A Sarri hanno fatto un regalo di compleanno grandissimo. Io avrei tenuto Benitez. Tra l’altro, a lui il lavoro non manca, visto che è sulla panchina del Real Madrid. Qualcuno quindi ha sbagliato e stiamo vedendo sul campo lo sbaglio che hanno fatto. De Laurentiis sulla panchina del Napoli deve mettere un tecnico di esperienza che sappia comandare il gruppo. Non può affidare il Napoli a mio zio».
Giusto ieri, invece, l’inversione a U sul tecnico spagnolo: «Il mondo degli allenatori è dominato dagli agenti e non è meritocratico. Alcuni agenti, se non vengono pagati, fanno in modo di non farti arrivare in alcun club. Io ho giocato a calcio e voglio insegnare calcio come allenatore. Ho iniziato ad allenare ma non ho mai pagato queste persone. Una volta a Milano o Madrid gli allenatori andavano liberamente, ora li mandano gli agenti. Benitez è andato al Real e ha fallito, non per colpa dei calciatori. Dopodiché gli hanno offerto un triennale al Newcastle. Qualcuno può spiegarmelo?». Meraviglioso. E non stiamo provocando, lo diciamo davvero. Gli vogliamo bene, in fondo siamo di fronte al solito adorabile e insopportabile guascone.
Su Higuain, invece, ecco una piccola difesa. La troviamo su Marca, in un bell’articolo di 10 quotes su altrettanti personaggi del mondo del calcio: «Non sono arrabbiato con lui, è la forma del trasferimento che è stata sbagliata. La scelta di fare le visite a Madrid, il resto del comportamento. È stato tutto inutile».
Tra i personaggi investiti dal giudizio di Diego, anche Klopp («Il suo Liverpool è come il Borussia, va sempre avanti, mi piace. Insieme a Simeone, ovviamente), Bale («Finora non ha dimostrato di valere 100 milioni, ma merita sostegno»), Neymar («Sta accanto a Messi e Ronaldo, ora i purosangue per vincere sono tre»). Insomma, il solito Maradona. Anche in campo, con il litigio con Veron che ha un po’ stonato nella Partita della Pace. Cose che succedono, non possiamo certo giudicarlo per quello o per le quotes qui sopra. Al nostro amico Diego, senza rancore, diamo il miglior consiglio possibile: sii bella e taci.