Il rigore alimentare del polacco (ne ha mangiata una sola) è una sfida alla napoletanite di arboresca memoria. Un appello al caseificio.
Come s’ha da confrontare un centravanti con l’altro? C’è chi dice conti la ricerca della profondità, la verticalizzazione; c’è chi analizza la tecnica con i piedi, chi la potenza dello stacco; a Napoli ci si rivolge al caseificio sotto casa e al vicino. Con rigore matematico, il primo – il divisore – confeziona sempre un cesto omaggio ricolmo di mozzarelle per il calciatore nuovo arrivato – il dividendo. Il vicino conta la rimanenza: se è nulla, allora è un quoto, ed il calciatore ha superato la prova. Se invece rimane resto c’è da calcolare, affinare e ripartire fino a rendere quel residuo pari a zero.
Milik, di quelle regalategli dal caseificio – stando al reportage del Mattino – ne pappa solo una. Una tra mille. Buon per il vicino, che si vede recapitare a casa una confezione familiare di latticini. Ma preoccupante per gli studiosi di napoletanite di arboresca memoria, che il Sistema Internazionale di Misure valuta usando la scala mozzarellica, sulla falsariga della Mercalli. Higuain, a quanto pare, aveva contratto un’ottima napoletanite, era proprio uno di noi, diciamo, da abituale consumatore di Zizzone di Battipaglia, pur rimanendo sensibilmente lontano dai record stabiliti in passato da Matuzalem, che leggende vogliono attivo allevatore di bufale. La sola mozzarella consumata dal polacco lascia di stucco. Lo trasforma, letteralmente, nell’anti-Pipita.
La notizia ha un certo valore perché rientra nel test progressivo, più o meno esplicito, che Napoli fa ad ogni suo nuovo acquisto. Un esame che inizia da lontano e tocca, nei mesi, molti e critici punti. Di certo avendo respinto le mozzarelle sarà difficile per Milik aggiudicarsi a breve l’esame dei friarielli, o quello dei cocozzielli alla scapece (ora semestrale), delle parmigiane di melanzane (in due moduli) e dei caffè (divenuto annuale dopo l’ultima riforma). Esami tra l’altro propedeutici a quelli del secondo anno, più legato agli aspetti storico geografici che vertono prevalentemente sui lungomari più belli del mondo.
Chiediamo dunque a caseificio e vicino di Milik di attendere. Non venite ancora allo scoperto. Mantenete riserbo. Fatelo per la squadra, per tutti noi. Vediamo come si comporta, il ragazzo. Diamogli altre chance. Forse mette via la vodka e quelle mozzarelle da una diventano due. Aspettiamo la sessione autunnale, magari torna preparato.
Il latte di bufala – si sa – può più della Champions.