Posta Napolista / Siamo o non siamo la patria di Rosario Chiarchiaro. Prima lo scippo di un Regno, poi del Pipita, ora di Milikkone!
Avverto i cortesi leggitori che questo scrittarello raccoglie gli umori più depressi del popolo azzurro.
Questa volta il limite è stato superato. Chi se la aspettava una batosta così bruciante da parte dell’arrogante piemontese. Siamo o non siamo la patria di Rosario Chiarchiaro, di Non è vero … ma ci credo, et similia? Una sconfitta in tema di secciate è davvero insopportabile.
Come nelle migliori trame di un romanzo verghiano, assistiamo attoniti all’ennesima umiliazione del savoiardo: urca, prima lo scippo di un Regno, poi del Pipita, ora di Milikkone! (preciso che lo scrivente è da sempre per l’unificazione italica. Se invece di subirla …).
Dunque rimangono in cambusa questi lupini indigesti, e riparte senza indugio la smania consumistica. “La verità è, signora, che il vero bisogno dell’uomo di oggi è questo di buttare e comprare, buttare e comprare, perché questo è il consumismo. Questo è l’origine di tutti i nostri guai”.
E che dire poi dell’Antico Toscano, trattato dopo Bergamo come Luigi Cadorna nell’immediatezza della disfatta di Caporetto. Il mister artigiano, abituato, ahimè, ad un modello di causalità lineare, saprà fronteggiare adeguatamente la novità e l’imprevisto? Urge, a mio avviso, la “golpe” e il “lione” onde dominare i rovesci della Fortuna, il Caso e la durezza del conflitto.
Purtroppo la Roma bussa alle porte del San Paolo; poi c’è il Besiktas per una gara decisiva in Champions League. Nel ruolo del forward, è abile e arruolabile, il solo Telemaco Gabbiadini. Ma contro due, neanche Eracle è buono. Aspettiamo con ansia l’arrivo di Iolào.
Saluti ai pedatori