La prima diagnosi si è rivelata inesatta: l’infiammazione al perone non passa, tra due almeno due settimane ci sarà la verifica dei tempi di recupero.
Juve-Napoli non lo vedrà in campo, ma il mistero non si ferma certo all’assenza per una partita. Il caso di Marko Pjaca, infatti, va ben oltre:. Ultima partita giocata: 2 ottobre, a Empoli. Poi l’infortunio, che Transfermarkt individua come “infiammazione alla testa del perone”. All’inizio, si parlava di uno stop di tre settimane e giù di lì. Ieri, invece, è arrivata la doccia fredda, da un comunicato ufficiale del club bianconero: «Il calciatore è stato sottoposto a esami strumentali volti a monitorare l’evoluzione della nota lesione al perone sinistro. […] La prognosi potrà essere meglio definita nelle prossime 2-3 settimane, in ragione dell’evoluzione clinica e delle risultanze degli ulteriori controlli in programma. A carico del perone sinistro era stata evidenziata la presenza di un cospicuo edema, da ‘importante’ focolaio contusivo osseo, associato a sottile linea di infrazione intraspongiosa rilevata da successivi accertamenti».
Quindi, in parole povere: Pjaca ha un infortunio abbastanza grave, e i suoi tempi di recupero non sono ancora chiari. Si saprà qualcosa tra ulteriori due settimane, quando l’assenza sarà durata oltre trenta giorni. Un peccato per il calciatore, che stava iniziando, seppure a rilento (50′ in campionato per cinque apparizioni), a inserirsi nei meccanismi di Allegri. “Meglio” per il Napoli, perché i bianconeri hanno il solo Cuadrado come fantasista offensivo vero e proprio e nel frattempo hanno perso anche Dybala. Per l’argentino, però, i tempi sono già più sicuri (se ne riparla dopo la sosta per le nazionali). Non come Pjaca, che resta un mistero ancora lontano dalla risoluzione.