Le statistiche del difensore spagnolo dimostrano che il ruolo di vice-Jorginho, in campo, è suo. Il Napoli di Bergamo ha risentito molto della sua assenza.
Atalanta-Napoli è stata la prima partita dell’anno in cui Sarri ha dovuto rinunciare a un calciatore per infortunio. La causa della sola altra assenza forzata, quella di Jorginho contro il Pescara, fu una squalifica pregressa. Nessuno ha sottolineato, in giro per web e carta stampata e televisione, quanto Raul Albiol fosse mancato al Napoli di Bergamo. Abbiamo già pronta la risposta alla vostra domanda consequenziale, che è facilissima da intuire: “Sì, ma Albiol non c’era neppure contro il Benfica, è uscito al decimo. Eppure, il Napoli ha vinto e ha giocato bene lo stesso. Perché?”.
Ci sono due cose da dire per rispondere a questa domanda: uno, che il Benfica è molto più forte dell’Atalanta (e diciamo anche della Dinamo Zagabria, giusto per spolverarvi un po’ la memoria di cosa vuol dire “dominare in Europa”); due, che Albiol non è mancato in difesa, al Napoli.
Se la prima di queste due frasi può sembrarvi un’ulteriore aggravante piuttosto che una giustificazione, noi vi controrispondiamo che vi sbagliate di grosso, e che da questa considerazione discende il nostro secondo concetto: proprio per la sua qualità (molto) superiore all’Atalanta, il Benfica ha impostato una gara secondo il proprio piano tattico, ha cercato di venire a Napoli a giocare il suo calcio. E per questo, soprattutto, non ha marcato a uomo Jorginho, facendo sì che a Sarri non mancasse la fonte primaria del suo gioco. Quello che invece hanno fatto l’Atalanta, domenica, ma anche Chievo e Genoa. Nelle due partite precedenti, il Napoli aveva Albiol e ha quindi offerto una prestazione senza dubbio migliore di quella disegnata a Bergamo. Ed allora, ecco – appunto – la seconda considerazione: il Napoli dell’Atleti Azzurri d’Italia ha sentito la mancanza del primo supplente di Jorginho. Che è Raul Albiol. Tanto da costringere Ghoulam a diventare l’uomo in campo con il maggior numero di palloni giocati (116), e da perdere 65 palloni e da abbassare la pass accuracy di squadra al 83%.
Ovviamente, abbiamo portato numeri e statistiche a supporto di questa nostra tesi, ma prima di andare avanti vorremmo anche spiegare l’ultimo concetto tra quelli espressi sopra, quello secondo cui il Napoli non avrebbe patito poi troppo, in quanto a fase difensiva, l’infortunio del centrale spagnolo. A Genova, con Albiol in campo, il Napoli ha concesso 12 conclusioni verso la porta ai rossoblù, con 8 occasioni offensive create su azione manovrata; a Bergamo, questi dati scendono a 10 e 5. Come dire: Maksimovic non difetta quando c’è da difendere, anzi. Il problema è che il Napoli ha fallito a Bergamo anche perché non aveva uomini in grado di giocare il pallone con la sicurezza nell’impostazione di Raul Albiol.
L’ex di Real e Valencia, nelle partite in cui Jorginho è sottoposto a veri e propri controlli ad personam, diventa il suo vice in campo. Lo leggi nelle stats dell’anno scorso, in primis: 2188 passaggi riusciti, di cui 193 riusciti; pass accuracy dell’87% (secondo dato tra i titolari dopo quello di Jorginho, toh) e soprattutto lunghezza media del passaggio di 20 metri. Ovvero, la quota più alta nell’intera rosa di Sarri dopo quella di Reina. In queste cifre, vediamo come Albiol abbia assunto e rispettato il ruolo di primo costruttore di gioco dopo l’italobrasiliano. Stessa musica quest’anno: 89% di pass accuracy, già 380 passaggi riusciti e una lunghezza media dei passaggi di 20 metri. Che è sempre la quota più alta dopo quella di Pepe Reina, che però fa il portiere e quindi si occupa anche dei rinvii.
Queste teorie supportate dai numeri sono, insieme, una “giustificazione” ma anche un consiglio/sprone per Maurizio Sarri. Che, è giusto dirlo, non fa niente di molto diverso rispetto agli altri allenatori europei: l’impostazione bassa dei centrali difensivi è ormai una necessità tattica pienamente riconosciuta, esattamente come quella dei difensori bravi con i piedi e nella distribuzione della palla. Ma che, d’altra parte, ha anche bisogno di trovare strade alternative a questo tipo di gioco, soprattutto in quelle partite sporche (l’aggettivo più di tendenza in questi giorni) in cui l’avversario ha l’unico obiettivo di bloccare il tuo gioco, di depotenziare le tue qualità di possesso. Ovviamente, la marcatura di Jorginho non sarà sempre accompagnata dall’assenza di Albiol, ma è vero pure che un Napoli ingolfato come a Bergamo è un’ipotesi troppo negativa per pensare di rivederla.
Albiol tornerà con la Roma che presumibilmente non opererà un reale uno contro uno con il regista ex Verona. Di conseguenza, è probabile che il Napoli possa offrire di nuovo una prestazione positiva nella fase di creazione del gioco. Il problema si riproporrà, sempre presumibilmente, per Crotone-Napoli del 23 ottobre. Quasi logico immaginarsi un marcatore fisso per Jorginho, in Calabria. Quasi necessario, quindi, sperare e pensare che Sarri possa individuare e abbia individuato una possibilità per bypassare questa mancanza ed offrire una possibilità di costruzione che vada pure oltre Albiol. Che fa il difensore centrale, ma non solo. Ma che potrebbe anche essere assente in altre occasioni, per turnover o necessità irrinunciabili. È bene premunirsi, ne va dei risultati.