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L’ennesimo rinvio per i lavori al San Paolo: mancato invio del supporto informatico

Il Mattino racconta il caso San Paolo: i tecnici del Comune non hanno inviato i file necessari, Napoli assente alla riunione della Commissione Sport. Intanto, si tratta per la convenzione-ponte.

L’ennesimo rinvio per i lavori al San Paolo: mancato invio del supporto informatico

Nuovo rinvio per i lavori del San Paolo. Una pagina del Mattino stamani in edicola racconta tutte le ultime sulla vicenda e parte dalle dichiarazioni dell’assessore allo Sport Ciro Borriello: «I tecnici hanno inviato il progetto cartaceo al Coni senza il supporto informatico. Appena sarà pronto, questione di giorni, lo spediremo. Dopo l’approvazione del Coni la Napoli servizi bandirà le gare». In pratica, spiega il quotidiano del Chiatamone, una cantierizzazione che sarebbe dovuta partire a settembre, grazie al mutuo del Credito Sportivo (25 milioni di euro) è slittata a fine anno. Se tutto va bene. E tutto questo è avvenuto perché i tecnici di Palazzo San Giacomo «non si sono preoccupati di inviare un progetto da ben 25 milioni anche su supporto informatico come è di prassi». Un errore «incredibile, anche se umanamente comprensibile».

La storia continua con la riunione della Commissione Sport del Comune, a cui avrebbe dovuto partecipare anche il Napoli. Alessandro Formisano, però, è stato assente (giustificato, con tanto di scuse). A questo punto, arrivederci anche alla nuova convenzione ponte per la gestione del San Paolo. Nonostante la mancata presenza di uno dei soggetti in causa, sono venute fuori comunque le idee del Comune sul nuovo accordo: «Tre sono le direttive da seguire secondo Auricchio: la durata, l’uso esclusivo del San Paolo e o la promiscuità di utilizzo della struttura. Il progetto del Comune è quello di sottoporre al patron Aurelio De Laurentiis una convenzione ponte valida fino al termine dei lavori, e successivamente proporne un’altra di durata ben più lunga, si parla di 30 anni. “Gli investimenti sullo stadio – chiarisce Auricchio – per i quali si è fatto ricorso al Credito Sportivo quando i tempi e le norme lo hanno consentito, rispondono alla primaria esigenza di ripristinare la sua normale fruibilità dopo anni di mancata manutenzione ordinaria“».

San Paolo

In pratica, l’unica priorità è la messa in sicurezza. De Laurentiis, come spiegato anche dal Mattino, avrebbe voluto ricostruire completamente lo stadio, eliminando la pista d’atletica e abbassando la capienza a 40mila euro. Al momento, l’idea del comune sarebbe quella di «ingolosire De Laurentiis la proposta di esclusività di alcuni spazi come gli uffici, oltre al terreno di gioco e chissà forse anche gli inutilizzati parcheggi che risalgono ai tempi di Italia 90». Sullo sfondo, il contenzioso per i crediti arretrati (il presidente del Napoli ritiene di dover ricevere un pio di milioni di euro spesi di tasca propria per l’installazione dei tornelli) e la situazione attuale, quella di uno stadio «concesso a 24 ore dalla partita».

Intanto, però il Mattino parla anche delle trattative in corso per rinnovare la convezione nonostante l’assenza di Formisano alla riunione della Commissione Sport. «L’argomento convenzione-ponte tra Comune di Napoli e il club azzurro verrà quindi riaffrontato nei prossimi giorni: in attesa della nuova convocazione, una data da concordare tra le parti, proseguiranno comunque i contatti e le negoziazioni tra i rispettivi uffici. Da smussare diversi angoli e da trovare convergenze su tutti gli aspetti prima della firma».

L’ultima parte del lavoro de Il Mattino riguarda il “sogno” di Adl, lo stadio all’inglese da 20mila posti: «Uno stadio nuovo con capienza limitata (20mila) ma che sia un vero e proprio gioiello sulla falsa riga degli impianti inglesi, tedeschi e spagnoli, un impianto di élite, magari con tessere riservati a soci: uno stadio teatro. Un impianto da realizzare ex novo e in una zona diversa della città: discorso questo che al momento rappresenta solo un’idea e andrà eventualmente sviluppato. Il discorso dello stadio di proprietà legato ovviamente al fatturato del club e a questioni di merchandising: quello cio è che è stata la vera e propria svolta per la Juve».

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