Prosegue il momento no dopo il Benfica. Bisogna chiedersi quali sono gli obiettivi del Napoli per evitare le montagne russe umorali del tifo.
Seconda sconfitta stagionale. Dopo la sbornia di gol e di entusiasmo della notte di Champions contro il Benfica il Napoli non è più lo stesso. Ai due capitomboli consecutivi si aggiungono l’infortunio lungo di Milik, le ansie per i gol di Gabbiadini che non arrivano e gli interrogativi sul futuro della stagione.
Già, il futuro. Andare in depressione per due sconfitte, la seconda delle quali maturata dopo un primo tempo giocato alla pari, se non in supremazia, contro la Roma è da sciocchi. Forse è il caso di chiedersi serenamente quali sono gli obiettivi di questa squadra, per evitare le montagne russe umorali che sconvolgono il mondo del tifo.
Il Napoli non è squadra da scudetto, per almeno due motivi. Il primo è che la Juventus è di un altro pianeta. Qualcuno se l’è presa con Sarri quando lo ha ammesso, accusandolo di essersi arreso anzitempo, ma la realtà è che i bianconeri le vincono tutte o quasi, hanno una squadra matura e consapevole, un allenatore vincente, una società forte e ricca, lo stadio, la capacità di gestire benissimo l’ambiente e i media. Per vincere in Italia, quindi, non gli manca niente. Poi, certo, tutto è possibile, ma un pronostico ragionato non può negare alla squadra di Allegri il ruolo di iper favorita per la vittoria in campionato. Il secondo motivo è che gli azzurri hanno una rosa ampia, ma giovane ed un allenatore che non ama sperimentare. A Sarri i cambiamenti non piacciono troppo. Dopo 8 giornate di campionato e due di Champions ancora non abbiamo visto in campo Rog e Diawara, abbiamo intravisto Giaccherini, non abbiamo visto varianti tattiche significative. L’unico nuovo acquisto che pare essersi ritagliato uno spazio, al netto di Milik, è Zielinski, vecchia conoscenza del mister.
Dietro la Juventus ci sono 3 o 4 squadre che si giocheranno il posto in Champions League. Una di queste è il Napoli, le altre sono la Roma e il Milan. Forse potranno essere della partita la Lazio o l’Inter.
Se questa è la situazione, inutile stracciarsi le vesti per la doppia sconfitta, molto più importante risolvere i nodi che man mano vengono al pettine e guardare avanti.
Veniamo alla maglia sudata per Napoli – Roma
Al terzo posto: Kalidou Koulibaly
Facile rinfacciare a K2 l’errore in disimpegno che ha consentito alla Roma di passare in vantaggio, ma la prestazione complessiva è tutt’altro che negativa. Oltre al gol, una mole impressionante di palle recuperate, un paio di recuperi importanti e tantissimi palloni giocati. Quando Jorginho non è in giornata, come non lo era contro la Roma, il gioco passa spessissimo dai suoi piedi, non è la prima volta che lo notiamo.
Al secondo posto: Faouzi Ghoulam
Non smentisce il periodo di forma smagliante che sta attraversando, batte un gran corner per la testa di Koulibaly che riaccende le speranze, prova la conclusione a rete e mette in mezzo almeno 4 palloni che avrebbero meritato una sorte migliore. Una certezza.
Mr. Maglia Sudata per Napoli – Roma: Dries Mertens
Non è riuscito ad incidere sul risultato, ma è sceso in campo con una grinta ed una voglia che vorremmo tanto vedere, per fare qualche esempio, in Insigne e Gabbiadini. Viene da chiedersi se sia il caso di consentirgli solo 40 minuti di gioco. Il belga in questo momento è l’uomo più in forma dell’attacco e forse anche quello con cui Gabbiadini riesce a dialogare meglio. Tenerlo fuori sembra proprio un delitto.
La maglia asciutta per Napoli – Roma viene assegnata a Elseid Hysaj
Dal suo lato la Roma passa praticamente sempre. Cerca di farsi notare in avanti con un paio di discese, ma non riesce ad essere efficace. Imbarazzante la marcatura su Dzeko in occasione dello 0-2. Fino a questo momento, checché ne dica il suo procuratore, non è stato il punto fermo della scorsa stagione.
Fabio Avallone ilnapolista © riproduzione riservata