Subissato di critiche, l’allenatore del Napoli prova sempre sinceramente a spiegare il suo punto di vista. Eppure in pochi gli credono.

È passato da queste parti, qualche giorno fa, quell’alieno che ogni tanto viene a curiosare nella nostra città e prima di tornare sulla navicella che lo riporterà al suo pianeta, per l’ennesima volta ha pensato che noi umani siamo proprio gente strana!
Si sentono giudizi, abbastanza diffusi tra i commentatori ed i tifosi che seguono le vicende calcistiche del Napoli, su Maurizio Sarri, tessendone le lodi: è una persona schietta e sincera, uno che non le manda a dire, un maestro di calcio (nel senso antico del termine, pur se modernissimo nella pratica professionale), non ha niente di artefatto o di ingessato (del resto preferisce indossare la tuta) e quando parla pubblicamente dice pane al pane e vino al vino.
Nello stesso tempo, quelli che esprimono questi attestati di stima alla persona del nostro allenatore, non gli credono! Le parole ed i concetti che Sarri esprime non sono tenuti in alcuna considerazione e ci si passa sopra come se avesse parlato ai sordi o come se le sue dichiarazioni provenissero da una persona falsa e bugiarda.
Alcuni esempi? Dall’anno scorso (e qualcuno lo dice ancora oggi) si sostiene che Valdifiori era un calciatore voluto da Sarri (ed oggi lo si dice di Tonelli) mentre lui ha sempre dichiarato il contrario, anzi ha sempre detto che non è sua abitudine chiedere alle Società l’acquisto mirato di questo o di quel giocatore, indicando solo genericamente i profili tecnici dei calciatori che andrebbero bene per il suo modo di fare calcio.
Parole al vento! I giornalisti scrivono: “Sarri voleva Maksimovic”, “Sarri ha chiesto Witsel”, “Sarri vorrebbe Kalinic per sostituire Higuaìn”. Ed i tifosi: “la società non gli ha comprato i calciatori che voleva”, “Hai visto che Zielinski sta giocando sempre proprio perché era un giocatore voluto fortissimamente da Sarri?”. Potrei continuare.
Ma allora, quest’uomo è un bugiardo?
E che dire della gestione tecnica della squadra? L’allenatore dice (e ridice) che i giocatori acquistati quest’anno hanno bisogno di un periodo di tempo per capire il suo calcio ed applicarlo in campo. Del resto è evidente che dietro quel gioco che il Napoli dall’anno scorso esprime e che è stato giudicato da tutti il miglior calcio ed il più spettacolare in Italia (ed anche in Europa) c’è un’organizzazione, ci sono degli automatismi, gli stessi che ci fanno esaltare quando la squadra parte all’attacco con combinazioni di gioco ubriacanti, quando vediamo la squadra avversaria che difficilmente riesce a superare l’organizzazione difensiva contro cui va sbattere (e che buca solo, ahinoi, per qualche errore individuale di un singolo giocatore). E tutto questo si ottiene con il lavoro tattico, con l’applicazione di chi è magari abituato a muoversi diversamente sul terreno di gioco e deve imparare (non certo in poche ore) a farlo nel modo che lui insegna, che lui ha ideato. E se il giocatore proviene poi da una realtà calcistica estera e magari “parla” anche una lingua diversa dalla nostra, l’apprendimento è naturalmente ed evidentemente più lungo.
E Sarri, infatti, spiega da tempo ed è costretto a dirlo e ridirlo quasi ogni settimana, che Rog (giovane polacco per la prima volta in Italia) è arrivato solo alla chiusura della campagna acquisti ed ha bisogno di più tempo per inserirsi nei meccanismi della squadra (oltre ad aver passato l’estate a giocare gli Europei), che Diawara pure è arrivato solo alla fine e non avendo fatto il ritiro (oltre a non essersi allenato per divergenze con la sua squadra di provenienza) ha bisogno di tempo, che anche Maksimovic avrebbe dovuto aspettare ancora per essere messo in campo ma l’emergenza in difesa ha costretto Sarri a buttarlo nella mischia (ed infatti si sono visti i crampi alla prima partita e gli errori di posizione difensiva alla seconda).
Parole al vento! Commentatori e tifosi stavolta all’unisono: “Ma che aspetta a schierare in campo i nuovi acquisti?”, “Perché fa giocare sempre Jorginho?”, “Perché non cambia schema di gioco avendo quest’anno più giocatori validi a disposizione?”.
Il nostro curioso ospite alieno, oltre a trovare bizzarro il modo in cui siamo fatti noi umani (con solo due braccia, due gambe, due orecchie e addirittura un solo naso e una sola bocca), trova strano anche il nostro modo di comunicare in cui si stimano le persone per la loro sincerità e poi non si crede alle loro parole, nel senso che vengono ignorate per sostenerne il contrario o tutt’altro.
Mi auguro, personalmente, che tutto ciò, alla lunga, non esasperi il nostro bravo allenatore, che ad un certo punto gli si rompano “i hòglioni” e non gli garbi più questo predicare tra i sordi e se ne torni in Toscana dove, tempo qualche minuto, comincerebbe a ricevere telefonate dai migliori club italiani e stranieri (ormai è in lizza per il premio Uefa al miglior tecnico europeo per il 2015) e noi qui ancora a discutere di Higuaìn, del contratto di Insigne, di Grassi tornato all’Atalanta, di quanto si sia arricchito De Laurentiis col Napoli e di quanto era bravo e forte Maradona!
Auguri a noi!