ilNapolista

Ti amo Higuain, ma desidero vederti piangere e nella polvere

Non c’è posto per i familismi in questa vicenda. Alla versione evangelica di Sarri, preferisco gli schiaffi di Mertens.

Falso nueve contro nueve falso.

In uno di quegli avvincenti snodi del destino, il Napoli andrà a giocare a Torino, la nuova città del suo ex centravanti, privo di un centravanti. Falso nueve contro nueve falso. Assenza contro assenza. Al netto dei noiosi moralismi, sono sempre i tradimenti e le loro spire di umori, buio e luce a tenere davvero banco.

 

Higuain è andato via la scorsa estate in una operazione formalmente impeccabile dalla Juventus, economicamente assai redditizia per il Napoli, eppure impossibile da archiviare tra la banale cronaca sportiva. Un trasferimento che ha svelato una certa dose di infantilismo sia nel giocatore che in parte del pubblico che lo osannava. Eppure l’amore, almeno personalmente, ha continuato a bruciare come una fiaccola, perché tutto trae origine dalla diabolica meraviglia di quella classe che anche Higuain, come ogni artista, porta con e su di sé inconsapevolmente, quasi fosse una croce.

 

Quella classe non tramonta – o, come disse un giorno un grande artista argentino, “La pelota no se mancha”.

Per questo il vero leader mercoledì sera è stato Dries Mertens. “Non ci sono amici in campo” ha risposto laconico a chi gli chiedeva il solito parere sul match di sabato allo Stadium.

Lo ha detto da ex compagno e forse amico del Pipita, al quale – ha aggiunto – proviamo a dare “uno schiaffo”, mentre esibisce come d’ordinanza il suo rotondo petto fiammingo. Pare che nel calcio, ai nostri giorni, l’amore non riesca a vincere la sfida della complessità e venga quasi bandito. Come fosse uno sport sotterrato dai sentimenti rosa shocking di un lunghissimo film di Muccino.

 

Da quand’è che nell’amore non trovano più posto la gelosia, lo spirito di rivalsa, la rivolta sediziosa, il gesto politico?

(D’altra parte non c’è troppo da meravigliarsi visto che nei giorni successivi alla generosa proposta di Madonna di regalare una dettagliatissima fellatio agli elettori di Hilary Clinton, qualche politico nostrano ci fa sapere che quella pratica è da rigettare quale atto di sottomissione femminile. Esiste un senso politico anche nella fellatio che, ebbene sì, è andato totalmente perso).

 

In questo groviglio non c’è neppure posto per i familismi. Non credo Higuain sia mai stato un figlio scapestrato, nella versione un po’ evangelica data da Sarri nel post partita contro l’Empoli. Suggerisce immagini di placide pecorelle sui monti, l’aroma del caffè appena scaldato la mattina, i pargoli che tornano tardi dalla discoteca tra qualche ramanzina.

Higuain ci ha sedotti con le sue gesta fino a vincerci nelle viscere. Qualche facilone l’ha sognato con gli scudi a difendere il nostro lungomare liberato. Ma l’arte è dei mercenari, come i petti fieri di Mertens. Ambiziosi e strafottenti. E l’amore non perdona. Ti amo, Pipita, te lo confido mentre mi appresto a venire su sabato e provare a vincere, come ha detto il tuo amico belga. A schiaffeggiarti. A desiderare di vederti piangente e nella polvere. Sarai mirabile anche così, come lo sono tutti gli eroi e i semidei, come lo è il Galata morente dopo due millenni.

ilnapolista © riproduzione riservata