Focus del Venerdì di Repubblica sull’universo degli ex giocatori diventati telecronisti. Dall’eccellenza Adani alle verità di Bergomi.
Interessante focus del Venerdì di Repubblica sull’universo degli ex calciatori diventati telecronisti: da Bergomi a Vialli, ad Adani. Tra pagine leggere e interessanti – a firma Angelo Carotenuto – che giustamente ricordano come la doppia telecronaca partì in Italia ai Mondiali del 54 (con Vittorio Veltroni e Carlo Bacarelli), ricorda le battute di Eraldo Pecci, sottolinea la scientificità e l’accuratezza degli interventi di Daniele Adani – definito l’eccellenza delle seconde voci – che rilascia dichiarazioni molto interessanti: «Chi paga non vuole ascoltare banalità. Mi scoraggiano le facilonerie, le etichette, il pensiero semplicistico, la frase pronunciata per dare l’idea di essere un intenditore. Aver giocato aiuta a leggere il calcio, ma il credito non è eterno. Se devi parlare del Genk, non conta aver giocato, conta averlo studiato».
Interessante, soprattutto per noi, un passaggio che è marginale nell’articolo. Bergomi parla della differenza di atteggiamento con chi ti sta di fronte:
Devi liberarti dal pensiero di non dispiacere qualcuno con i tuoi giudizi. Di fronte a un vecchio compagno di squadra succede che si faccia un passo indietro, ad altri non si perdona nulla: a Benitez, per esempio, si poteva rimproverare di tutto.