Posta Napolista / Occorre prendere atto dell’involuzione. Far finta di niente contribuisce soltanto a peggiorare la situazione.
L’involuzione del Napoli
È un Napoli già visto quello che pareggia 1-1 con il Sassuolo, squadra in profonda crisi che esce dal San Paolo rigenerata. Non può essere una scusante il palo di Callejon allo scadere. Se la palla fosse finita in rete invece che sul legno, l’unica nota positiva sarebbe stata quella dei due punti in più, null’altro. È un Napoli deludente, abituato a cullarsi sugli allori dello scorso anno e di qualche partita delle prime della stagione in corso. Occorre prendere consapevolezza della involuzione che, quasi, galoppa.
Far finta di niente fa male al Napoli
Nessuno si accorge, o forse non se ne vuole accorgere, che le sviolinate sul bel gioco, sulla grande squadra, che ogni allenatore che affronta il Napoli viene a proporre, non sanno d’altro se non di sberleffo, di contentino. Fare finta di niente, ed anzi alimentare e credere alla nomea, fa solo male al Napoli. Se fino a qualche mese fa le colpe potevano pendere soprattutto da una parte, ormai stanno per arrivare ad un piano di perfetta parità. Non se ne può più di riti, di parole colorite, di esasperazioni tattiche, di calciatori costretti a sentirsi ex calciatori.
Churchill e la dittatura
Nessuno è perfetto, ma nessuno vuole accorgersene. Lo stato delle cose non consente neanche di immaginare cosa potrà fare questo Napoli, anche se la speranza, in primis di chi scrive, è che si possa invertire la rotta e tornare a veleggiare con il vento in poppa, con il nocchiero rinsavito che riesca a manovrare bene la nave sfruttando per intero tutte le capacità dell’equipaggio. L’armatore lo lascerei sempre da parte. In questi giorni pieni di ricordi, aneddoti, commenti su Fidel Castro, mi è capitato di leggere una frase di Churchill sulla dittatura, “la dittatura risolve tutti i problemi, meno il più grave, cioè se stessa”. Perché mi viene di associarla al Napoli e a tutto il suo ambiente?
Michele Laperuta