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Gabbiadini, ancora tu: è il più grande enigma nella storia recente del Napoli

Manolo è di nuovo al centro del discorso sul Napoli. Col Sassuolo, probabilmente, avrà un’altra possibilità. Ma resta un rebus di difficile soluzione.

Gabbiadini, ancora tu: è il più grande enigma nella storia recente del Napoli
Gabbiadini

«Ma non dovevamo vederci più?»

Sì, è proprio così. Manolo Gabbiadini è di nuovo il centro del discorso intorno al Napoli, l’argomento di dibattito, la prima cosa che ti viene in mente o leggi in giro riguardo al Napoli. Il corpus dei tifosi azzurri, insieme a quello degli addetti ai lavori, è una strana bestia: Gabbiadini non può giocare nel Napoli, non è un centravanti ma una seconda punta; Gabbiadini entra (bene, ma non è decisivo) contro la Dinamo Kiev ed è di nuovo “il calciatore della riscossa”, o ancora quello che serve al Napoli per invertire il trend non proprio esaltante di queste ultime settimane. Con il Sassuolo, si pensa, toccherà di nuovo a lui. Vedremo come andrà, anche se è semplicissimo (e semplicistico) immaginarlo: se dovesse andar bene, magari un gol, tutti a dire che la soluzione era un Manolo a portata di mano; se dovesse andar male, giù critiche a pioggia. Dovunque, senza quartiere.

In realtà, ci abbiamo fatto il titolo, Manolo Gabbiadini è il più grande enigma nella storia recente del Napoli. In realtà non è che sia proprio tutta colpa del Napoli, questa situazione. Nel senso: Manolo Gabbiadini, prima di arrivare in azzurro, in quale ruolo giocava? Che compiti tattici assolveva? Lo giuriamo: è una domanda, non è una provocazione. Anche perché nessuno, finora, ci ha dato una risposta piena e pienamente soddisfacente. Neanche un’analisi storica delle sue partite, oggi possibile grazie a internet e a un sito che è una miniera di dati e statistiche (Tranfermarkt, noblesse oblige), riesce a risolvere questo dubbio: nella sua stagione a Bologna (2012/2013), Manolo viene impiegato come AS (attaccante sinistro), AD (attaccante destro) e P (punta). D’ora in poi useremo solo questi acronimi, per velocità. Nella sua prima annata alla Sampdoria, quella successiva, stessa musica: inizia come P, poi viene stabilmente spostato ad AD. Poi, ecco la stagione a metà tra i blucerchiati e il Napoli: inizia come AD, poi in azzurro diventa anche TD (trequartista destro), SP (seconda punta) e P.

Manolo è di difficile collocazione

Come dire: nessuno è mai stato certo del ruolo di Gabbiadini. Neanche Gabbiadini stesso, e lo capisci da dichiarazioni sparse in cui gli addetti ai lavori sottolineano come al calciatore piacerebbe giocare da centravanti. Da P, per rimanere nello schema di cui sopra. Quando poi, invece, il meglio della sua carriera arriva da una posizione atipica: AD, attaccante di destra, nel tridente della Sampdoria. Lo stesso ruolo che potrebbe ricoprire anche nel Napoli, si potrebbe dire. No, sbagliato: il centravanti di quella squadra è Stefano Okaka, che in due campionati in blucerchiato ha segnato 9 gol. L’altro esterno è Eder, seconda punta di movimento e grande capacità di recupero. C’è una differenza abissale con l’attacco strutturato del Napoli, con l’idea sarriana della prima punta + due esterni, uno di inserimento e uno di fantasia. E poi, qui c’è Callejon, che è il calciatore tatticamente più importante dell’organico. E gioca come AD. Ormai sapete cosa vuol dire.

Digressione: e i sei mesi con Benitez, con 11 gol in 30 partite? Non gioca da AD anche in quel periodo? Sì, ma con Higuain come centravanti. Accanto a Higuain. C’è una bella differenza.

Scarsa aderenza tattica

Gabbiadini, semplicemente, non ha le caratteristiche fisiche, tecniche e psicologiche per giocare centravanti del Napoli. Allo stesso modo, si potrebbe dire che non ha le caratteristiche fisiche, tecniche e psicologiche per giocare da esterno destro del Napoli. L’analisi di quest’ultima frase parte anche dal fatto che sia proprio lui a non volerlo fare, quindi è una cosa bocciata in partenza. L’errore di valutazione del Napoli è stato semplicemente tecnico: credere che Gabbiadini potesse rendere in un ruolo che sostiene essere il suo, ma che non lo è perché Sarri lo intende in maniera diversa. E Sarri, vuoi o non vuoi, è l’allenatore del Napoli. 

Una nuova chance

Ora, l’argomento di massima del pezzo: ancora Manolo, ancora una possibile rinascita? Ci viene da dire di sì, anche alla luce del buono visto contro la Dinamo Kiev. Alfonso Fasano, nella sua analisi tattica, ha spiegato così il contributo dell’ex Doria:

Le occasioni più nitide nascono da errori avversari (la palla sciaguratamente sprecata da Insigne, che tira invece di servire Callejon, nasce da un appoggio sbagliato degli ucraini) o dal posizionamento ibrido di Gabbiadini, che nei primissimi minuti della sua partita riesce a costruirsi due conclusioni dal limite puntando verticalmente l’area di rigore, e ricevendo il pallone sui piedi.

È la sua giocata preferita, ma nasce comunque da una situazione iniziale che esula da una normale costruzione dell’azione: a difesa schierata, è difficile che il centravanti possa seguire l’azione partendo da dietro, anche perché non ci sarebbe nessuno a garantire la profondità. Un altro segnale di come la posizione perfetta per Gabbiadini sarebbe quella di seconda punta mobile, accanto a un centravanti.

Quindi, quella partita non fa (ancora) primavera. Nel senso che occorrono conferme, verifiche e controverifiche su un’aderenza che, in questo momento, non esiste ancora. Anche per una questione di turnover (Mertens e Insigne sono in campo, in tutte le partite, fin da Napoli-Roma), è probabile che lunedì tocchi di nuovo a Manolo. Che ha l’ennesima occasione per poter dire la sua, per rispondere alla bocciatura (prematura?) di Sarri durante Napoli-Roma, per ricucire lo strappo emotivo dell’espulsione di Crotone, per confermare quanto di buono fatto nell’ingresso a gara in corso contro Besiktas e Dinamo Kiev e per scongiurare una nuova ripetizione di partite impalpabili come quella contro la Lazio. Un nuovo enigma, quindi: come andrà con il Sassuolo? L’ennesimo rebus nella controversa, particolarissima esperienza di Gabbiadini a Napoli. Siamo alle ultime battute, perché tra un mese riparte il mercato e il Napoli comprerà (pare, si dice) un centravanti. Il tipo di investimento dipende da Gabbiadini. Ancora lui, e ci sorprendiamo anche se non dovremmo più.

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