Quarto in classifica, miglior difesa della serie B, il Benevento non è più la Cenerentola del torneo. E la ricetta, come al solito, è nel manico.
Miglior difesa della serie B
Quarto posto in classifica, miglior difesa del campionato e una serie di vittorie prestigiose, a partire da quelle su Verona e Cittadella, le sole squadre che assieme al Frosinone al momento la precedono nella graduatoria provvisoria del “campionato degli italiani”. Il Benevento non è più la squadra cenerentola della serie B, bensì è unanimemente ritenuta una possibile outsider nella lotta per la zona play off.
E i numeri dicono anche che i sanniti tra le mura amiche sono un vero e proprio rullo compressore: non perdono dal lontano 23 novembre 2014, giorno della sconfitta interna con il Lecce in Lega Pro, e da quel momento hanno inanellato 25 vittorie e 11 pareggi per un totale di 86 punti.
Stadio Vigorito imbattuto da due anni
Insomma, lo stadio Ciro Vigorito è considerato un fortino inespugnabile, grazie soprattutto al caloroso sostegno dei tifosi, che quest’anno hanno fatto registrare il record assoluto di abbonamenti: ben 4.725. Numeri importanti per un città come Benevento che conta solo 60.000 abitanti. Un pubblico che, tra l’altro, segue massicciamente i propri beniamini persino in trasferta (ben 2.200 supporter sanniti invasero Salerno in occasione del derby).
Nessuno probabilmente, neanche il più ottimista dei sostenitori giallorossi, avrebbe immaginato tutto ciò lo scorso 30 aprile quando la squadra guidata da Gaetano Auteri, battendo il Lecce per 3-0, dopo 87 anni conquistò matematicamente la storica promozione nel campionato di serie B.
Nel frattempo, l’ex calciatore del Napoli Marco Baroni ha preso il posto di Auteri sulla panchina giallorossa. E, assieme a lui, è giunto nel Sannio un manipolo di giovani promettenti che si è ben integrato con la vecchia guardia guidata da capitan Fabio Lucioni.
Ma soprattutto è tornato saldamente al timone della società Oreste Vigorito, il padre dell’energia eolica in Italia che nel marzo del 2006, assieme al fratello Ciro (a cui, dopo la morte, è stato dedicato lo stadio di santa Colomba), acquistò la società nata sulle ceneri dello storico Sporting Benevento.
Il presidente lasciò dopo la contestazione dei tifosi
Vigorito, dopo l’ennesimo play off di Lega Pro perduto ad opera del Como il 16 maggio 2015, decise di mollare tutto, anche in conseguenza di una clamorosa contestazione da parte delle frange più estreme del tifo giallorosso, salvo poi cambiare idea prima della fine del girone di andata e tornare a sostenere economicamente una squadra che, partita in sordina, era poi incredibilmente cresciuta, ma rischiava di sciupare tutto a causa della sopravvenuta insolvenza economica dei nuovi soci.
Quei pochi mesi di lontananza dalla squadra hanno, però, rappresentato un punto di svolta poiché hanno consentito al patron del Benevento di riflettere su alcuni errori commessi in precedenza e hanno riconsegnato alla città un presidente meno assolutista, più attento alle richieste dell’allenatore e probabilmente anche più parsimonioso.
Oggi il miracolo Benevento è in gran parte ascrivibile a questa metamorfosi e nessun traguardo è teoricamente precluso, anche perché la società dal punto di vista economico è tra le più solide della serie B. Una favola, quella degli stregoni, che dunque è destinata continuare.