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La Lazio, figlia di goliardici della “Pippanera” che si ispirarono alla Grecia

Nacque come società podistica, allora il calcio a Roma non era conosciuto. L’evoluzione dell’aquila.

La Lazio, figlia di goliardici della “Pippanera” che si ispirarono alla Grecia
Una formazione della Lazio del 1907

La più antica polisportiva d’Europa

Nomen omen? Impossibile affermare se gli scanzonati fondatori della Lazio autoproclamatisi della “Pippanera” avessero un qualche presagio delle sorti non proprio esaltanti che sarebbero successivamente toccate alla loro squadra. In effetti, a parte i primi anni nei quali la Lazio fu un’assoluta protagonista dei gironi centromeridionali (tre finali scudetto consecutive con gli squadroni del Nord), il club visse decenni di triste anonimato, al punto che molti tifosi cominciarono seriamente a considerare la squadra del cuore una semplice comprimaria di Serie A. In tempi più recenti le cose sono cambiate e bisogna riconoscere i meriti acquisiti dall’Aquila capitolina. Oggi la Lazio è il quinto club italiano, dopo Milan, Juventus, Inter e Parma, per numero di competizioni europee vinte ed è, con le sue 46 discipline, la più grande e la più antica polisportiva d’Europa. La Lazio può anche fregiarsi della benemerenza di ente morale ricevuta dal Coni il 2 giugno 1921.

Piazza della Libertà

Tutto cominciò nei primi giorni del 1900 su un barcone in disarmo ancorato presso un capanno della “Pippanera”, sulla riva destra Tevere nei pressi di Ponte Margherita, dove un gruppo di goliardici fiumaioli, che praticavano canottaggio e nuoto d’estate e corsa d’inverno, ragionavano sulla partecipazione a una corsa podistica che si sarebbe svolta da lì a pochi giorni con partenza da Piazza del Popolo. Lo scoglio era la partecipazione vincolata all’appartenenza a una società sportiva. Qualche giorno dopo Luigi Bigiarelli, ufficiale dei Bersaglieri, convocò il gruppo del capanno sulle panchine di Piazza della Libertà. Qui si discusse sul da farsi e si decise di fondare un’associazione grazie alla quale iscriversi alla corsa. La chiamarono Società Podistica Lazio.

Nacque come società podistica

Perché mai podistica? E perché mai Lazio? A Roma non si conosceva il calcio, gli unici a praticarlo erano i seminaristi dei collegi svizzero e irlandese che avevano il permesso di giocare sui prati di Villa Borghese e fino a quel momento nessuno si era chiesto la ragione di tale “strano” svago. L’impronta fu quindi podistica perché agli albori del ‘900 la corsa era una delle più antiche forme di attività sportiva, sinonimo di fierezza e di passione. Quanto al nome, prosperava nella Capitale la Società Ginnastica Roma con la quale i fondatori della “Pippanera” non vollero essere confusi. Il nome Lazio si ispirò probabilmente al Latium vetus, l’antica patria di tutti i latini anche nella speranza che la fama della neonata società varcasse in fretta i confini regionali.

In un sussulto di retorica e di entusiasmo si adottarono il bianco e il celeste della bandiera greca perché la Grecia era lo stato che aveva ripristinato nel 1896 le antiche Olimpiadi. Fu una scelta intenzionale, una delle poche di questo tipo nel panorama del tempo. Era il 9 gennaio 1910, un martedì.

Poi arrivò il calcio

Bigiarelli non volle mai accettare la carica di presidente, che toccò a Fortunato Ballerini, già vice presidente della Real Federazione Ginnastica d’Italia. La Lazio fissò la prima sede in due stanzette in Via Valadier. Ma del calcio ancora nessuno sospettava l’esistenza. Mesi dopo si presentò in sede Bruno Seghettini, un tale rientrato da poco dalla Francia che asseriva di essere stato socio e calciatore del Racing Club Parigi. Era venuto in visita portando un pallone di cuoio; spiegò che serviva per un gioco chiamato football già in gran voga nella capitale transalpina. Bisognava però formare due squadre da undici uomini ciascuna. Affascinati dal racconto di Seghettini, i ragazzi della “Pippanera” presero confidenza col pallone nella Piazza d’Armi vicino a Viale delle Milizie. Sante Ancherani fu il primo capitano e cannoniere della squadra.

L’aquila

Il simbolo della Lazio è l’aquila, emblema di potenza, vittoria e prosperità. Il primo  logo ufficiale, ideato nel 1912, raffigurava uno scudo palato, cioè a strisce verticali bianche e celesti dove era posata un’aquila che reggeva un nastro sul quale campeggiava il nome della società. Nel 1979, con l’arrivo del merchandising nel calcio italiano, la Lazio lanciò una piccola aquila stilizzata blu che ebbe successo tra i tifosi. Lo stemma attuale della società capitolina, il quale ha subito l’ultimo rivisitazione nel 1993, riprende lo stile di quelli passati, con un’aquila d’oro che si posa sullo scudo a strisce verticali bianche e celesti sul quale è inciso il nome del club. Tale emblema è stato ritoccato in una versione speciale per il centenario del club ed è rimasto per un anno esatto sulle maglie della Lazio a partire dal 9 gennaio 2000.

La Lazio è presente dal 6 maggio 1998 alla Borsa di Milano. È stata la prima società calcistica italiana a quotarsi, più tardi lo hanno fatto la Roma e la Juventus.

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