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Napoli-Lazio, ovvero non sempre vince il più bello

l Napoli come al solito ha fatto la partita ma anche stavolta non è bastato. Inzaghi snatura la Lazio

Napoli-Lazio, ovvero non sempre vince il più bello
Un tiro di Mertens in Napoli-Lazio (Cuomo)

La Lazio si snatura

Lo stadio semivuoto e i tifosi ospiti davanti alle tivvù a casa loro sono ormai le certezze delle gare casalinghe del Napoli. Il caro prezzi e l’incapacità dello Stato di tutelare le persone perbene incidono in maniera determinante sullo spettacolo, che evidentemente spettacolo non lo è più. Il meno colpevole di tutti è il Napoli che in verità prova a dar vita alla solita sinfonia ma la Lazio si mette di traverso: parte aperta e si chiude nel finale. Per tutta la gara prova a fare densità e, ad onor del vero, anche un po’ di confusione. Inzaghi la disegna come non si era mai visto prima in Italia: 3-1-4-2. Quell’uno è Biglia a formare un rombo con i tre difensori Basta, Wallace e Radu. Davanti all’argentino i 4 centrocampisti in linea: Felipe Anderson, Parolo, Milinkovic-Savic e Lulic. Il duo d’attacco è composto da Keita e Immobile. L’intento è quello di intasare il centrocampo per togliere il palleggio al Napoli. Il risultato è quello di danneggiarsi: Basta sembra un pesce fuor d’acqua, non tiene le distanze con gli altri ed è costantemente preso in mezzo da Ghoulam, Insigne e Mertens. Biglia è troppo basso e lontano dagli altri 4 centrocampisti. Felipe Anderson non riesce a essere efficace in non-possesso e troppo defilato in possesso per entrare nel vivo del gioco.

Se il Napoli fosse più cattivo

Il Napoli nei primi 15 minuti tira sei volte verso la porta di Marchetti e fosse un po’ più cattivo e fortunato sarebbe almeno sul due a zero. Col passare dei minuti poi la Lazio si assesta, registra meglio le distanze tra i singoli e tra i reparti e riesce ad uscire con po’ più di pericolosità con Keita e Immobile. Nella ripresa, il gol che sblocca la gara nasce proprio da un errore di lettura e da un assetto in cui i giocatori della Lazio non si trovano pienamente a loro agio: l’inserimento di Hamsik trova Basta clamorosamente largo e Biglia distante dalla zona-palla. Nella difesa a 3 Basta deve stare più stretto a Wallace e concedere la palla sull’esterno, invece è largo e Hamsik s’infila proprio tra lui e il centrale della Lazio. E comunque se Basta esce, Wallace deve scalare e Radu fare altrettanto invece entrambi restano sulle loro posizioni. Basta poi recupera ma Hamsik lo manda per le terre e il pallone che lo slovacco calcia gli passa tra le gambe e muore nell’angolino che Marchetti non può raggiungere.

Il Napoli è bello ma nunn’abballa

Il Napoli impiega un’ora per sbloccarla e 2 minuti per farsi riacciuffare: ci pensa Keita. Ci pensa soprattutto Reina apparso in ritardo sul suo palo. Uno a uno. A questo punto manca ancora mezz’ora. Il Napoli ci prova ancora. Sarri butta dentro l’ombroso che nonostante l’assistenza di Hamsik e due palloni buoni non riesce proprio a trovare il sorriso. La Lazio rinuncia pure alle ripartenze: Inzaghi toglie prima Keita poi Immobile mentre Felipe Anderson continua a giocare sulla tangenziale, non più a destra ma a sinistra. Finisce così, senza grossi sussulti né emozioni. La Lazio doveva avere più coraggio, sfruttare il momento delicato del Napoli e soprattutto il fatto che il peso del risultato gravava tutto sulle spalle della squadra di Sarri. Il Napoli come al solito ha fatto la partita ma anche stavolta non è bastato. Non è bastato perché non sempre vince il più bello. Perché a volte come dicono dalle nostre parti succede che uno è bello e nunn’à balla.

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