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Napoli, la novità è l’ultima mezz’ora di Udine: gestire la partita e vincere senza soffrire

Dopo il gol di Perica, appena due conclusioni (innocue) concesse all’Udinese. Senza accelerare troppo, il Napoli porta a casa il risultato: un atteggiamento da grande squadra.

Napoli, la novità è l’ultima mezz’ora di Udine: gestire la partita e vincere senza soffrire

Minuto numero 59′ di Udinese-Napoli. Calcio d’angolo di Kums, colpo di testa vincente di Perica. «Eccaallà», alla romana: un coro all’unisono in tutte le case di tifosi del Napoli, e abbiamo edulcorato parecchio. Il fresco ricordo di Napoli-Lazio addolcito solo dal fatto che, questa volta, i gol di vantaggio prima del fattaccio erano due e non uno solo. La distanza temporale tra la rete azzurra e quella degli avversari, però, era praticamente la stessa. Praticamente inesistente.

C’è anche una bella musica piena di suspense, in sottofondo.

La reazione, condivisa un po’ da tutti, è stata la seguente: «Ora, prepariamoci a questa mezz’ora di fuoco, fiamme e battaglie. Di sofferenza atroce». Ebbene: il sito whoscored.com, specializzato in statistiche calcistiche, ci dice che dopo quel gol lì, l’Udinese proverà solo due conclusioni verso la porta di Reina. Una fuori di parecchio, l’altra ribattuta almeno dieci metri fuori area. Occasioni potenziali? Una, appena: il pallone crossato dalla sinistra, con Perica che cincischia e non conclude con Koulibaly che prova a chiuderlo e poi, effettivamente, lo chiude. Stop, fine delle trasmissioni.

Limitare i rischi

Ci sembra(va) giusto sottolineare questo importante passo in avanti del Napoli: la squadra di Sarri, semplicemente, è riuscita a gestire e a condurre in porto un risultato senza giocare a mille all’ora. Ha saputo riconoscere e aspettare i momenti della partita, ha contenuto agevolmente un’Udinese che nel primo tempo aveva dovuto utilizzare gran parte dell’energia in riserva per poter giocare uomo su uomo per poi trovarsi spompata quando la rimonta si è fatta (di nuovo) possibile. Il Napoli, come scritto anche da Massimiliano Gallo nel commento postpartita, ha vinto in maniera consapevole. Ha vinto riconoscendo in se stesso la capacità, prima che la possibilità (della possibilità ci si rende conto solo quando si sa di poterlo fare), di interpretare la partita in modo diverso. La partita, non il gioco: sono due cose differenti. Il Napoli di Udine non ha giocato in maniera differente dal solito, tatticamente parlando. Il controllo emotivo sulla partita, quello è stato diverso. Da grande squadra. Senza attacchi di panico e di isterismo dopo un errore, limitando al minimo rischi e sforzi grazie a due gol arrivati nel momento giusto, nel momento migliore.

Sarri non sa contare

Cose nuove, cose belle. Cose che possono significare tanto, soprattutto quando si è reduci da un periodo complesso, in cui si è raccolto poco rispetto a quanto meritato (l’abbiamo stabilito nel modo più oggettivo possibile, attraverso big data e statistiche dettagliate). Il valore di questa piccola rivoluzione aumenta quando poi Sarri, nel dopopartita, commette un errore di conteggio: «Nel finale abbiamo giocato con tutti calciatori nati dopo il 1990». Ha dimenticato Reina, Giaccherini, Mertens Callejon e Chiriches, rispettivamente 1982, 85, 87 (x2) e 89. Ma la sostanza delle cose cambia poco: il Napoli dell’ultima mezz’ora di Udine ha mantenuto il risultato senza soffrire (l’abbiamo messo in grassetto per ricordarcelo, e ricordarvelo) con sei (poi sette, dopo l’uscita di Mertens) calciatori su 11 nati effettivamente dopo il 1990: Hysaj, Koulibaly, Ghoulam, Allan, Diawara, Zielinski ed El Kaddouri. Non male, davvero. Soprattutto considerando che i più giovani di questi, i 1994 Hysaj e Zielinski e il 1997 Diawara, sono frutti delle due ultime sessioni di calciomercato.

Bene, bravi, bis

Insomma, il Napoli giovane cresce nel modo migliore. Perché impara nuove cose, diverse dalle solite. Impara a gestirsi, e quindi a gestire il risultato. Una capacità che sembrava manchevole a questa squadra, che abbiamo apprezzato (finalmente) a Udine e che ora è giusto augurarsi di poter rivedere quanto prima. Magari già mercoledì con la Dinamo, che non è l’Udinese e già solo per il fatto che si giocherà in Champions rappresenterà un banco di prova più affidabile per questa nuova versione del Napoli di Sarri. Meno emozionante, probabilmente più divertente. Che però recupera tre punti alla Roma e due al Milan, si riporta a sole due lunghezze dal secondo posto e dice “io ci sono!” nonostante i problemi di risultati dell’ultimo periodo. Nonostante gli  «Eccaallà» di tutti noi, che invece siamo rimasti sorpresi. E ci siamo presi pure i tre punti.

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